Le dolci menzogne sull’aspartame: come morire di incertezza
L’incertezza del pubblico è assoluta. La possibilità di bersi una bibita light (altamente pubblicizzata ovunque senza troppi richiami agli effetti collaterali già noti, e stampati in caratteri microscopici sul retro delle lattine) sta diventando purtroppo un problema esclusivamente commerciale.
Senza contare i vari “equivoci” in cui la FDA è caduta negli ultimi anni, difendendo a lungo farmaci gravemente lesivi della salute come si sono dimostrati il Vioxx e alcuni dei suoi “cugini”, dobbiamo ricordare che i lavori dell’Istituto Ramazzini di Bologna (centro di ricerca all’avanguardia nel mondo sulla patologia tumorale) derivano da esperienze ripetute e pratiche, mentre l’analisi della FDA non fa che rianalizzare dei lavori precedenti, su cui possono essere sollevati dei dubbi.
Infatti l’asservimento alla FDA è ormai oggetto di “barzelletta” tra tutti gli addetti ai lavori, essendo chiaro che l’FDA, che si presenta come istituzione scientifica, è invece guidata ed orientata per suo statuto da responsabili politici commerciali. Colpisce inoltre il tempismo con cui è arrivata la potente comunicazione pubblica sulla innocuità dell’aspartame (rispettando le istruzioni per l’uso….), in anticipo di sole poche ore sulla diffusione dei dati del nostro centro italiano.
Purtroppo la presenza di lavori “asserviti” alla FDA è non solo sospettata ma ormai troppo spesso documentata, e rileggere come motivazione scientifica gli stessi lavori sovvenzionati dalle industrie produttrici ad esempio di bibite dolcificate, forse non è l’atteggiamento più corretto da seguire per difendere la salute dei cittadini.
Oltre alla rabbia resta l’incertezza, cui opporsi solo attraverso scelte consapevoli. È bene non dare da bere aspartame ai propri figli, e controllare il suo uso non evidente (yogurt, prodotti dietetici, caramelle, chewing gum, succhi di frutta) per difendere la propria salute.