New York City contro l’obesità
Obesità a New York City: dilagante.
Il Dipartimento della Salute della città ha redatto nei giorni scorsi un programma di sensibilizzazione sul tema delle porzioni alimentari, dato che negli ultimi anni le porzioni servite ai fast food e nei locali sono aumentate in maniera più che sensibile.
La campagna lanciata prevede cartelloni pubblicitari informativi e di impatto scenico sul tema di diabete, obesità e influenza di un’alimentazione eccessiva o scorretta sulla salute in generale. Gli stessi cartelloni informano della possibilità, per chi volesse, di chiamare il 311 per ottenere il proprio “Health Eating Packet” (Pacchetto del Mangiare Salutare) contenente opuscoli informativi e i suggerimenti utili per fare scelte intelligenti e consapevoli dentro e fuori casa.
Particolare rilievo è dato anche all’utilizzare “la propria città come una palestra”, sottolineando l’importanza del mantenersi in attività.
Gli scopi della campagna sono notevoli e l’azione massiva e apprezzabile. Tuttavia, se la sensibilizzazione sul ruolo dell’alimentazione nel mantenimento della salute ha il suo senso, non si può ascrivere il problema dell’obesità newyorkese e statunitense alle porzioni servite, come sembra essere opinione della campagna.
Il problema non è solo calorico; e si può pensare addirittura che le calorie ingerite dalla popolazione newyorkese non siano il problema principale.
Durante le Olimpiadi del 2008, l’opinione pubblica era restata sconcertata dalla nozione di quante calorie giornaliere assumesse il pluripremiato Michael Phelps (12.000 kcal al giorno). L’attività fisica del nuotatore non può certo essere comparata con quella media della popolazione, tuttavia il messaggio è chiaro: la questione di come mantenersi sani e in forma non risiede soltanto nel numero di calorie ingerite, ma nel segnale che si da all’organismo e a come glielo si dia.
Le calorie o la maxiporzione smettono di spaventare nel momento il cui il proprio organismo conosce il modo di gestirle.
Una buona, completa e abbondante prima colazione fornisce uno strumento fondamentale per stimolare l’organismo a lavorare al suo massimo (innalzando quindi il metabolismo basale) oltre che per mantenere una fame controllata durante tutto il resto della giornata.
Uno studio interessante è quello che ci indica ad esempio che la maxiporzione della colazione riduce l’introito calorico complessivo della giornata: più sono le calorie assunte a colazione, più si riducono quelle assunte durante il resto della giornata.
Ci sono altri fattori in gioco: l’utilizzo di cereali integrali e un corretto abbinamento di carboidrati e proteine ai pasti, oltre che una attenzione importante all’uso degli zuccheri semplici nella gestione della giornata permettono un controllo della fame estremamente utile nell’apprezzare il segnale di fame o pienezza dell’organismo. Una persona che si alimenti in maniera equilibrata e corretta, evitando i picchi glicemici e mantenendo invece una glicemia controllata, riesce ad assumere le calorie che gli servono, tante o poche che siano, fidandosi del proprio senso di fame o sazietà che sarà relativo ai corretti e veri bisogni dell’organismo.
Assumere tante calorie non è per forza negativo: hanno più valore ad esempio la fonte da cui le si prende, o il momento della giornata in cui le si assuma.
Una colazione composta da tre biscotti e da una tazza di latte porterà ad un abbattimento dei consumi metabolici, e quindi dell’investimento funzionale dell’organismo, stimolando un’immediata e potente secrezione di insulina da parte del pancreas, elemento che riporterà la glicemia (lo zucchero nel sangue) a valori normali o addirittura più bassi di quelli di partenza facendo tornare il senso di fame in maniera importante.
L’insulina a lungo andare resterà in circolo dando uno stimolo importante per l’accumulo di grasso oltre che a rappresentare in questi casi un segnale di tipo infiammatorio per l’organismo.
Una stessa colazione composta da una buon piatto di riso, condito con abbondante olio, del pollo come quota proteica e frutta e verdura apporterà un numero decisamente maggiore di calorie al bilancio giornaliero, accompagnate però da un segnale totalmente diverso.
Tale tipologia di colazione permetterà un maggiore controllo della glicemia grazie all’abbinamento di carboidrati e proteine (l’effetto sarà ancora maggiore quando i cereali siano integrali) e quindi della secrezione di insulina e dell’accumulo di grasso e scorte.
Il segnale per il resto della giornata sarà inoltre di importante di sazietà per la persona e di serenità per l’organismo.
E se a pranzo sarà richiesta un’ulteriore maxiporzione (auspicabilmente un po’ minore che colazione), magari di pasta integrale e pesce al vapore, accompagnata da una bella spremuta di arancia al naturale, sarà perché l’organismo sa come e perché gestirla nel bilancio complessivo del consumo energetico.
Ancora una volta, il problema non è la caloria o la quantità, bensì il cosa e il come, o in quale contesto.