La dieta Macrobiotica
Nel consueto appuntamento con l’analisi dei vantaggi e degli svantaggi di un regime alimentare, ci occupiamo oggi della dieta macrobiotica, creata dal filosofo giapponese George Ohsawa. La dieta ha conosciuto una certa fama negli anni ’60 negli USA, mantenendo comunque, per tutto il resto del secolo, alti livelli di popolarità.
La macrobiotica si basa fondamentalmente sull’aspetto yin-yang (gli opposti che si completano nella medicina tradizionale cinese) dei vari cibi.
I principi di Ohsawa mescolano in modo creativo credenze religiose e indicazioni alimentari. Vengono definiti 7 menu diversi, partendo dal facile fino al più difficile. Quello più facile prevede il 100% di alimentazione con cereali. E già sobbalziamo. Via via vengono introdotte piccole quantità di legumi, fino a un massimo del 30%. Ma un 10% di minestre entra nel menu solo dal menu 3 in giù.
Tutti i cibi vengono fritti, secondo una discutibile tradizione orientale. E, incredibilmente, viene prescritta l’astinenza dal bere. Si deve bere il meno possibile, perché l’acqua è troppo yin!
Secondo l’autore, con questo sistema, non c’è malattia che non possa essere vinta in soli 10 giorni (motivazione: perché il ricambio del nostro sangue è del 10% al giorno…).
L’incredibile e ingiustificato successo che ha avuto la macrobiotica negli anni è stato indubbiamente legato ad alcune prescrizioni di cui il mondo occidentale aveva (ed ha) molto bisogno.
In particolare: il rifiuto dei cibi industriali raffinati (zucchero, alimenti colorati o raffinati, cibi conservati), il rifiuto di cibi trattati con concimi chimici o con insetticidi, il rifiuto di cibi provenienti da paesi lontani o fuori stagione, la raccomandazione per una corretta masticazione.
È grazie alla lettura di queste indicazioni del tutto ragionevoli, che “macrobiotico” è diventato sinonimo di “naturale” e salutare. Evidentemente da parte di chi non ha letto con attenzione (o con competenza medica) gli scritti di Oshawa.
Incommensurabili. Un’alimentazione di soli cereali, ancorché integrali, è causa delle patologie più varie. Carenze aminoacidiche multiple, carenze proteiche generali, incapacità riproduttiva, sbalzi insulinici e via elencando.
Se l’alimentazione invece viene arricchita da verdure cotte e fritte, le cose possono solo peggiorare, con gravi danni epatici.
Per completare il quadro, la prescrizione del “non bere” provocherà complicazioni renalii, riduzione dell’escrezione delle tossine, accumulo di urati e tossicosi di vario genere.
Una dieta assolutamente pericolosa e da evitare.