La pizza è verdura?
Una domanda di fondo, emersa in particolare negli ultimi tempi, riguarda l’universo di bambini, mamme e papà, e ha le sue basi nella gestione delle mense scolastiche: il fatto che gusto e salute possano andare nella stessa direzione non viene preso in considerazione proprio da nessuno?
Negli States il discorso parte un anno fa, quando Michelle Obama promuove una nuova legislazione che veda nelle mense pasti equilibrati e sani, nella lotta contro l’obesità, e alla salute dei più giovani.
Il fatto che la pizza, come le patatine fritte, fosse esclusa dai menù sembra aver creato qualche disagio alle industrie. Magicamente, allora, si apre una diatriba: pizza o non pizza nelle mense? Forse sì, purché spacciata per un vegetale.
Chiunque abbia un minimo di buon senso riesce a rendersi conto che la pizza può essere un piatto salutare, quando preparata in una certa maniera, ma che certo non si tratta di un vegetale, anche se sopra ci va il pomodoro. E allora, perché c’è bisogno che venga chiamata tale perché i bimbi possano goderne?
Probabilmente le industrie ancora non si rendono conto dell’incredibile potenziale che hanno per le mani: un mondo che sta cambiando le proprie necessità e che cerca prodotti innovativi, che vadano nella direzione della salute e, per piacere, anche del gusto.
A godere di una alimentazione che diventa sana e resta equilibrata possono essere i bambini, i mercati ortofrutticoli, e anche le grande aziende che finora hanno prodotto solo grassi idrogenati vegetali ma possono modificare i loro menù. Il punto è riuscire a cavalcare l’onda.
Una pizza può essere un ottimo piatto unico anche tenendo come metro il celebre piatto di Michelle Obama, emblematico della presa di coscienza del governo di dover cambiare paradigma nel leggere cosa è sano e cosa no.
La stessa pizza può rappresentare un’importante alleata nel raggiungimento della forma fisica e della salute, composta con la dovuta attenzione. Si consideri ad esempio una buona pizza composta di farina di frumento integrale e lievito di birra per la pasta (nella ricetta napoletana, nella pasta il sale non c’è), pomodoro (teoricamente nella ricetta napoletana un po’ di sale sembrerebbe andarci) e mozzarella (latte vaccino e fermenti).
Il risultato è quello di fibre, carboidrati, proteine e licopene (nel pomodoro) abbinati. Un piatto di questo tipo garantisce un controllo della glicemia e del picco insulemico, elementi che si trovano tra le più importanti cause di ingrassamento e infiammazione (e a lungo andare, diabete, obesità e altro).
Ci si potrebbe aggiungere una buona mela, oppure una banana o una macedonia, e il pasto sarebbe completo, senza bisogno di grassi idrogenati o altri strani ingredienti.
E alla domanda “gusto o salute?”, ancora una volta, si potrebbe con serenità rispondere “entrambi”, senza bisogno di alcun sotterfugio, perché, con la dovuta accortezza preparatoria, le due cose possono veramente coesistere in serenità.