Non è mai troppo tardi: una sana prima colazione per superare gli esami, a scuola come nella vita
L’importanza di una sana prima colazione per attivare il metabolismo e per mantenersi in forma è uno dei temi più “gettonati” di Eurosalus.
Contro questa ipotesi si stanno affannando alcuni gruppi che ne sostengono l’inutilità o che stimolano la sola colazione dolce, a tutto favore delle merendine poi acquistate a scuola e degli snack di cui sono pieni i cassetti degli uffici.
Nei mesi scorsi abbiamo riportato i risultati di un sondaggio effettuato in Italia, che ha verificato la presenza della prima colazione tra le abitudini di chi avesse riportato a scuola le migliori votazioni, ma ora, superando i limiti del sondaggio, un’interessante ricerca effettuata in Gran Bretagna su oltre 5.000 studenti e pubblicata su Public Health Nutrition nel settembre 2015, (Littlecott HJ et al, Public Health Nutr. 2015 Sep 28:1-8. [Epub ahead of print]) ha cercato di precisare in modo rigoroso e scientifico quale fosse il livello di miglioramento scolastico correlato alla effettuazione di una prima colazione che avesse caratteristiche salutari (frutta, yogurt, proteine, cereali integrali, pane) rispetto ai risultati di chi faceva una colazione non sana (dolci) o di chi non la faceva affatto.
Vista l’importanza dell’argomento, i risultati sono stati ripresi anche sul Guardian con un titolo invitante (“Una sana prima colazione è il carburante per migliori risultati scolastici”), anche perché i risultati del lavoro clinico sono stati decisamente interessanti.
I ricercatori, tutti esperti conoscitori degli impatti sociali della Salute Pubblica, hanno analizzato i risultati di un particolare esame di valutazione (lo Statutory Assessment Test – SAT) che viene effettuato intorno agli 11 anni di età nelle scuole gallesi, e hanno riletto all’indietro i comportamenti alimentari del campione analizzato.
I ragazzi avevano risposto a questionari alimentari specifici 6 e 18 mesi prima dei test e quindi l’adeguatezza dei questionari e delle indagini (un mix di valutazione diretta e di ricostruzione del passato) è giudicata di ottimo livello.
La possibilità di ottenere alte votazioni al test SAT di valutazione accademica è doppia per chi ha fatto una prima colazione “giusta” rispetto a chi (almeno 1 ragazzo su 5) non la ha fatta o la ha fatta solo con qualche dolce. Insomma significa che chi sceglie per una prima colazione sana (abbiamo pubblicato anche un intero libro su questo tema) ottiene dei vantaggi che si riflettono sul rendimento scolastico o su quello lavorativo.
I lavori fatti in precedenza riuscivano a definire la connessione immediata tra un più elevato livello di attenzione e di rendimento e la prima colazione, ma nessun lavoro aveva definito invece la resa qualitativa prolungata nel tempo. E l’effetto positivo non si limita certo agli studenti: si ipotizza che avvenga la stessa azione anche negli adulti che svolgano una qualsiasi attività mentale in cui sia necessaria concentrazione e focalizzazione.
La ricerca britannica conferma quello che da tempo sosteniamo e coinvolge ovviamente anche alcune considerazioni sulla utilizzazione dei “dolcetti industriali” nella alimentazione in genere e nelle abitudini italiane.
Uno dei limiti di questo lavoro è che non viene dimostrata scientificamente la causalità diretta della scelta alimentare nell’ottenimento dei risultati scolastici, ma ne viene definita una stretta correlazione. La differenza potrebbe essere nel fatto che chi non fa la prima colazione proviene da ambienti culturali o emozionali disturbati o con disponibilità economica diversa da chi invece la fa, e a quel punto l’ambiente familiare e sociale potrebbero rappresentare il fattore vero di stimolo al miglioramento.
Eppure è bene ricordare che tra i 5.000 ragazzi studiati, anche chi faceva una prima colazione a base di dolcetti non aveva buoni risultati, quindi la correlazione positiva tra prima colazione sana e migliori risultati scolastici ha un buon significato e merita di essere tenuta in serissima considerazione.
Al punto che nelle scuole gallesi è nata la proposta che sia la scuola stessa a fornire a chi non fa colazione un sostegno attivo, a favore di risultati accademici migliori. Già il 50% delle scuole inglesi fornisce un supporto “breakfast” agli studenti per aiutare chi non ha la possibilità o la volontà di farla.
Mi piace ricordare che per migliorare il rendimento scolastico o lavorativo si può contare anche su altri suggerimenti, utili nelle parti conclusive dell’anno scolastico come in preparazione a impegni e realizzazioni rilevanti. Alcuni esempi di prime colazioni, oltre che sul libro “Colazione e brunch per il benessere” sono indicati in un concretissimo articolo pubblicato su Eurosalus.
Per migliorare memoria e rendimento ci sono poi importanti piccole abitudini come il “crudo, vivo e colorato” e un’attività fisica aerobica costante nel tempo, mentre sappiamo da tempo che il controllo della infiammazione da cibo (valutazione con Recaller o BioMarkers) consente di ridurre o eliminare molti segnali di pericolo, che inducono un incremento della resistenza insulinica e quindi una minor capacità di gestire al meglio il metabolismo del glucosio.
Nella nostra pratica clinica abbiamo notato (in prima persona e dalle esperienze riportate dai nostri pazienti) che l’astensione per un breve periodo da tutte le sostanze lievitate o fermentate concede una maggiore capacità di concentrazione.
Senza sottovalutare l’importanza dell’alimentazione pre esame nulla potrà equiparare il piacere di festeggiare poi gli ottimi risultati ottenuti uscendo a cena in compagnia a gustare una buona pizza…
I suggerimenti più utili si possono sintetizzare con uno schema di questo genere:
Mentre per lo studente (o il manager) in fase di studio può essere indicato un temporaneo dosaggio di due capsule al giorno di Memo D3 (per un periodo di circa un mese), per una azione preventiva di supporto alle “dimenticanze” dell’età, il dosaggio di una capsula al giorno può essere sufficiente e può essere mantenuto anche per lungo tempo.
Il lavoro britannico ha consentito di acquisire un’altra forte consapevolezza. I ragazzi che avevano mangiato una sana colazione almeno 6 mesi prima avevano voti più alti in misura doppia degli studenti che non la fanno, mentre quando i questionari rivelavano un comportamento alimentare sano solo 18 mesi prima del test SAT, la percentuale di miglioramento era solo una volta e mezza più alta.
Significa che davvero, come diceva dalla TV italiana il maestro Alberto Manzi negli anni 60, “Non è mai troppo tardi…”. Basta iniziare con il primo passo e se si hanno esami e impegni da affrontare, una sana prima colazione sarà solo fonte crescente di benessere e occasione dimostrata di miglioramento dei risultati.