Estratti, succhi e spremute: istruzioni per l’uso
Oggi, i preparati bevibili a base di frutta o verdura sono tantissimi. Cerchiamo di capire qualcosa di più delle differenze tra loro.
Innanzitutto bisogna distinguere il prodotto dolcificato da quello che non lo è: un prodotto dolcificato aggiunge ulteriore carico zuccherino a un preparato che già ne contiene in maniera naturale, con gli effetti deleteri che qualsiasi aggiunta di zucchero rischia di avere sull’intero organismo.
Se gli zuccheri contenuti sono “solo quelli della frutta”, un’altra cosa da capire è la presenza, tra gli ingredienti, di “zuccheri concentrati della frutta” o di “succo concentrato di frutta”: prodotti che contengano questo ingrediente sono comunque da evitare.
Il fruttosio, naturalmente contenuto in frutta e verdura, è uno zucchero esattamente come lo zucchero da cucina e ha un effetto diverso a seconda che sia assunto nella sua fisiologica quantità all’interno del frutto (con anche la parte di acqua e fibra che il frutto contiene) o da solo (o con poco altro), come nel succo concentrato.
La differenza tra queste due modalità di utilizzo è esattamente quella che definisce la diversità tra indice e impatto glicemico. L’azione di questo tipo d’ingrediente è comunque quella di “dolcificante”, con tutto ciò che ne consegue.
Posta l’assenza di dolcificanti nel prodotto che contiene solo frutta, poniamoci ora un’altra domanda: cosa resta in questi prodotti delle incredibili proprietà di frutta e verdura?
Questo dipende dal prodotto e anche dal tipo di conservazione: i succhi che subiscono un processo di pastorizzazione perdono una parte importantissima delle proprie qualità vitaminiche e, soprattutto, di quelle antiossidanti. Bere un succo pastorizzato è sempre meglio che bere acqua e zucchero, ma si tratta comunque di un prodotto zuccherino che porta con sé poche delle proprietà che invece vorremmo in una bevanda a base di frutta.
Quando il succo o la spremuta o il centrifugato sono freschi, appena fatti, gran parte delle qualità del succo sono conservate e presenti, così che antiossidanti, vitamine e sali minerali possono essere apprezzati e sfruttati, pur mancando una parte importante di fibra.
Il modo e la velocità con cui le riserve antiossidanti sono consumate dipende dal tipo di preparato e sembrano essere migliori nella spremuta (o nell’estratto) che nel centrifugato.
Il contatto con l’aria è una delle variabili che influenza il mantenimento di queste caratteristiche e il centrifugato tenderebbe a esporre, durante la produzione, più materiale a contatto con l’aria che, così, tende a danneggiarne un po’ di più le qualità nutrizionali.
Il fatto di non lasciare per lungo tempo la spremuta o l’estratto all’aria e di chiuderlo in un barattolo ermetico (meglio ancora sotto-vuoto) sono attenzioni che aiutano la conservazione delle buone proprietà antiossidanti.
Un’altra attenzione utile riguarda l’esposizione alla luce: alcune vitamine sono sensibili alla luminosità (ad esempio lo è la vitamina C), così che scegliere barattoli scuri può essere di aiuto.
Mettere del limone tra gli ingredienti del proprio preparato è altrettanto utile: la forte carica anti-ossidante di quest’ultimo permetterà di conservare un po’ più a lungo le qualità di tutti gli altri ingredienti.
Consumare immediatamente il risultato della spremitura o dell’estrazione (così come è vero per la centrifuga o il frullato) è la cosa più facile, utile e intelligente.
È anche vero però, che fare ciò, non sempre è possibile e che il valore, ad esempio, di un estratto preparato la sera, contenuto in barattolo scuro, ben chiuso è consumato la mattina, può superare di gran lunga lo stress di farlo di corsa in un altro momento o il fatto che, altrimenti, si rischierebbe di non assumere né l’estratto o la spremuta, né altro vegetale fresco.
Ciascuno deve poter fare il proprio meglio, con la flessibilità e la serenità di poter essere ogni giorno una persona rispettosa del proprio modo di essere oltre che del proprio benessere.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e/o verdura al giorno. Per ottenere i risultati migliori, questa frutta e questa verdura dovrebbero essere fresche (il più prossime possibile al momento della raccolta), crude (la cottura riduce i micronutrienti utili), intere (nella forma del frutto da masticare) e comprese di buccia (una altissima concentrazione di antiossidanti e vitamine si trova proprio lì vicino).
Ecco che la scelta che per ciascuno si avvicina di più a questa modalità è certamente la migliore e bere, ad esempio, una spremuta di arancia accanto alla propria colazione resta sicuramente un passo avanti al non assumente alcun tipo di vegetale.
È ovvio che la scelta di oggi non per forza deve essere quella di domani e che variare le proprie abitudini può far parte di un fisiologico e sano modo di essere: ieri la spremuta ce l’avevo già pronta, oggi decido di farla al momento di berla e domani è possibile che io abbia voglia, semplicemente, di mangiare una mela.
Per tutti, ad eccezione di coloro con una particolare sensibilità agli zuccheri o al fruttosio in cui l’uso di succhi, spremute o estratti potrebbe essere sconsigliato, il guadagno in salute, antiossidanti e vitamine sarà comunque presente.
Un’ultima indicazione di tipo generale: qualunque sia il tipo di preparato che si sceglie, la cosa migliore è assumerlo vicino al pasto, in modo da bilanciare la carica di zuccheri comunque presente con quella di proteine, grassi e fibra che verrà assunta.