È ora di riprendere il controllo alimentare e di prepararsi all’estate
Abbiamo tutti bisogno di pensare anche a qualcosa di diverso dalle infezioni da Covid 19 e dai tassi di occupazione delle terapie intensive, numeri che ormai da due anni stanno riempiendo le nostre giornate, continuando a stimolare le nostre preoccupazioni condivise.
Infatti qualcosa sta accadendo: si ha la percezione che grazie a quanto fatto finora da chi ha vissuto responsabilmente questa pandemia, ci si avvicini ad una evoluzione importante. Già nei mesi scorsi ho descritto su queste pagine come stiano mutando gli equilibri tra i diversi virus ambientali nell’articolo “Covid e nuovi virus fuori stagione”, spiegando perché si stia innescando un meccanismo evoluzionistico che potrebbe essere l’inizio della fine di questa pandemia.
In questi ultimi giorni si vedono delle inversioni di tendenza in quei numeri che tanta incertezza hanno generato nei mesi passati. Da immunologo ritengo che la alta contagiosità e diffusività di questo Covid 19 porterà comunque TUTTI ad entrare e rientrare frequentemente in contatto con il virus stesso, ora come negli anni prossimi. I vaccinati hanno una capacità di resistenza all’aggravamento che è enorme rispetto ai non vaccinati. I vaccinati possono anche essere portatori del virus ma il virus veicolato è molto meno in grado di infettare soggetti fragili perché da subito viene aggredito e modificato da anticorpi presenti.
La mia opinione, già pubblicata nei mesi scorsi, è che questo virus, la cui variante omicron è indicatrice di una attenuazione di forza (non prende praticamente più i polmoni), prenderà forse il posto dell’influenza stagionale nella gestione delle forme invernali e della occasionalità di infezione nei soggetti fragili e resto in attesa delle valutazioni epidemiologiche per confrontarmi con i dati, come è sempre necessario, e non solo con le ipotesi.
Ma credo che oggi sia giusto tornare a dare una maggiore attenzione a se stessi. Con un cauto ottimismo ritengo che il cambio stagionale e la probabile attenuazione della forza del virus ci possano portare a non vedere più le terribili lunghissime code davanti alle farmacie solo per fare i tamponi. E la primavera prossima che già si coglie in alcune gemme che fanno capolino dai rami porterà voglia di fisicità, di benessere, di energia e di forma fisica.
Non dico che si debba già iniziare a predisporre la prova costume, ma almeno iniziare a pensare a se stessi con la dovuta attenzione, ricreando sul piano alimentare la cura personalizzata che aiuti a recuperare il benessere (aiutando contemporaneamente anche la difesa dalle infezioni, Covid compreso).
Come recuperare la forma e dare supporto al sistema immunitario
Ci sono tre aspetti correlati alla nutrizione che aiutano il recupero della forma fisica, il controllo del sovrappeso e il miglioramento della propria energia, che le ricerche degli ultimi mesi hanno consentito di precisare come veri e propri supporti alla azione del sistema immunitario anche per sbarrare la strada alle infezioni virali e alle complicanze del Covid.
È importante conoscere quali siano le tre forme di infiammazione legate all’alimentazione e capire che per ottenere contemporaneamente una azione sulla propria forma fisica e dare supporto al sistema immunitario si devono controllare in modo personalizzato, per ripristinare nel modo migliore il proprio equilibrio:
- Infiammazione
- Glicazione ed eccesso di zuccheri
- Alterazioni della sensibilità insulinica e variabilità glicemica
L’alimentazione personalizzata agisce non certo per l’effetto delle calorie introdotte o per l’apporto equilibrato di minerali che si può dare all’organismo. Da tempo ormai si è capito che questa è una chiave di lettura che spiega solo alcuni effetti alimentari. I segnali infiammatori indotti dal cibo sono molto più potenti. Gli studi più recenti hanno consentito di capire che esiste una relazione diretta e profonda tra ciò che si mangia, il proprio profilo alimentare personale e le citochine eventualmente prodotte in risposta alla assunzione ripetuta di alcuni alimenti o le sostanze ossidanti e infiammatorie derivanti da una eccessiva assunzione individuale di zuccheri.
– Infiammazione da alimenti
Come abbiamo già spiegato più volte, la ripetuta assunzione di un cibo appartenente ad un gruppo alimentare o l’eccesso di un alimento specifico può portare alla produzione di particolari citochine come BAFF (che è fortemente correlato all’attivazione immunologica) che può essere un fattore scatenante di sindromi infiammatorie e di malattie autoimmuni. Del BAFF (misurabile oggi in modo preciso con i test GEK Lab) si sono ormai chiarite anche le importanti funzioni metaboliche che condizionano anche sovrappeso e obesità.
– Infiammazione da zuccheri e glicazione
L’eccesso individuale di assunzione di zuccheri (tutti, includendo anche fruttosio e sostanze con metabolismo analogo, come l’alcol) può determinare fenomeni infiammatori dello stesso tipo di quelli appena descritti, ma soprattutto contribuisce alla resistenza insulinica e allo sviluppo di diabete e comunque di iperglicemia. Importante è capire a fondo quali siano gli zuccheri invisibili e nascosti per poterne controllare gli effetti.
– Alterazioni della sensibilità insulinica e variabilità glicemica
L’importanza delle oscillazioni glicemiche è stata di recente riconosciuta come un vero problema. Su queste pagine la dr.ssa Flavia Lucca ha spiegato come mantenere stabile il livello di zuccheri nel sangue con indicazioni nutrizionali semplici da seguire. Infiammazione da cibo e glicazione rappresentano entrambe due importanti forme di infiammazione, e alcuni dei loro effetti, come quelli della glicazione, ora ritenuti importantissimi, sono stati capiti e studiati solo a partire dal 2017.
Cosa fare? Come misurare?
Capire il proprio profilo personale e il livello di infiammazione oggi consente di rifasare gli aspetti di disagio da squilibrio alimentare dovuti alla sregolatezza delle passate settimane natalizie e aiuta a dare una regolata al proprio metabolismo, riducendo la resistenza insulinica profondamente connessa con l’infiammazione e con l’attivazione di alcune citochine infiammatorie, tutte condizioni che facilitano sovrappeso, obesità e diabete e una riduzione della propria forma fisica e della propria energia.
Il fatto che la corretta gestione alimentare consenta anche di mettere l’organismo nelle migliori condizioni di risposta alla possibile infezione da Coronavirus sembra un “plus” importante, di sicuro supporto per la vita dei prossimi mesi.
Una delle cose belle dello studio legato alla infiammazione correlata al cibo è che mai nessun cibo viene considerato un nemico assoluto. La conoscenza del profilo alimentare personale consente di reintrodurre in alcuni giorni della settimana anche i cibi che hanno determinato infiammazione, sia per motivi sociali (da non trascurare mai) sia per motivi immunologici. La eliminazione completa di alcuni alimenti è infatti molto più rischiosa della loro più gestibile rotazione e non dovrebbe mai essere richiesta se non in caso di gravi e documentate allergie specifiche. Faccio parte di un team clinico di lavoro che affronta ogni giorno queste tematiche nel centro SMA di Milano in cui lavoro.
Misurare è sempre meglio che supporre, e i risultati si vedono
L’obiettivo per riportarsi alla normalità e all’equilibrio è comprendere come ciascuno risponda agli alimenti, definendo il profilo alimentare corretto, misurando il livello di infiammazione e valutando alcune predisposizioni genetiche allo sviluppo infiammatorio.
Il test PerMè, ad esempio, è in grado di fornire in contemporanea sia i livelli di glicazione sia i livelli di infiammazione correlata ai gruppi alimentari consentendo, in base ai risultati, una impostazione nutrizionale personalizzata ancora più precisa. La definizione del proprio Profilo alimentare e la conoscenza dei livelli infiammatori sono basilari per la personalizzazione alimentare indispensabile al proprio benessere.
Conoscere la propria predisposizione all’infiammazione e i suoi livelli, insieme alla identificazione dei gruppi alimentari assunti in eccesso, diventa un’arma basilare per il proprio benessere, per mantenere o riconquistare la propria forma e per imparare a controllare alcuni degli aspetti pro-infiammatori e metabolici corresponsabili delle più diffuse malattie croniche.