Alcol, brindisi e pancia a barilotto
La pancia a barilotto sulla vita, anche se accompagnata da gambe sottili, è riconosciuta come un segnale di una alterata relazione con gli zuccheri e con l’alcol e si tratta di una conoscenza da sempre ben diffusa a livello popolare.
Infatti, sia in italiano (il barilotto, il salvagente, la ruota di scorta), sia in inglese (beer belly, spare tire), l’immagine visiva di questo tipo di distribuzione del grasso è diffusa a livello internazionale e amichevolmente presente nelle tradizioni linguistiche.
Come spesso diciamo su queste pagine, una persona che beve e mangia con attenzione può permettersi davvero qualche stranezza occasionale senza incidere più di tanto sul proprio equilibrio metabolico, ma quando lo sgarro diventa sistematico, i problemi possono diventare reali ed essere segno anche di disturbi più rilevanti.
In particolare, oggi è documentato con precisione che i veri danni al metabolismo e all’organismo sono legati alla variabilità glicemica, cioè ai picchi di glucosio, fruttosio o alcol che si possono presentare nell’organismo.
Per chi mangia bene e beve con moderazione da tempo non sono certo previsti problemi e per loro il brindisi di capodanno non porterà a nessuna interferenza negativa sul metabolismo (mantenendo però le dovute attenzioni agli eccessi, alle indigestioni e soprattutto alla guida di veicoli dopo avere bevuto).
Risalendo agli anni 2000-2005 possiamo citare un lavoro francese del 1998 (Dallonqeville J et al, Int J Obes Relat Metab Disord 1998) e a seguire un importante lavoro danese (dove di birra se ne intendono) che hanno già descritto che l’uso di una moderata quantità, quotidiana o quasi, di alcol (il bere moderato) determina una riduzione del giro vita, contribuendo a ridurre il peso e la circonferenza addominale rispetto ai non bevitori in assoluto (Vadstrup ES et al, Int J Obes Relat Metab Disord 2003).
Inoltre un lavoro inglese del 2005 (Wannamethee SG et al, Int J Obes (Lond) 2005) rileva che la quantità di alcol ingerita determina questi effetti indipendentemente dal fatto di bere a pasto o fuori pasto, e lascia la maggiore responsabilità dell’aumento della pancia soprattutto alla birra e ai superalcolici, assolvendo in parte il vino (forse per il suo contenuto in resveratrolo).
Quindi possiamo già anticipare una sintesi di questi lavori specificando che:
- l’uso di quantità modiche quotidiane (1 bicchiere di vino o una lattina di birra) ha effetti positivi sulla salute e non determina aumento ponderale né soprattutto la pancia a barilotto
- la bevuta abbondante, già di 4 o 5 porzioni, ripetuta più volte, pur dopo periodi di astinenza, determina comunque nel tempo un aumento della deposizione di grasso a livello addominale
- l’aumento di grasso addominale è indipendente dal BMI (o indice di massa corporea), quindi può verificarsi anche in persone di peso normale, che usano però l’alcol in modo rilevante
- una modica quantità di alcolico quotidiana consente di avere un giro vita ridotto rispetto ai non bevitori in assoluto
Anche lavori molto più recenti, come quelli pubblicati tra il 2020 e il 2022 basati sui dati della BioBank UK (quindi valutati su numeri elevatissimi di persone) hanno precisato che:
- Il vino rosso e lo champagne, in quantità moderata, portano ad un calo della circonferenza della vita (più accentuato nelle donne), mentre bevitori e bevitrici di superalcolici hanno sicuramente l’addome più espanso rispetto a chi non ne assume (Int J Environ Res Public Health 2022).
- I bevitori moderati di vino rosso, champagne e porto hanno un indice di massa corporea (BMI) addirittura minore di coloro che non bevono mai. I bevitori di birra e di superalcolici hanno invece un deciso aumento del giro vita rispetto ai non bevitori (Int J Environ Res Public Health 2020).
Questi dati ci portano quindi alla necessità di leggere su base individuale la risposta all’assunzione di alcol. I danni veri sono quelli legati all’eccesso di glicazione (misurabile con i test di GEK Lab) e in questo senso può fare scuola un articolo recente, pubblicato su Eurosalus, in cui si è evidenziato che i danni pancreatici da alcol non dipendono dall’alcol in sé ma dall’eccesso di glicazione di chi sta bevendo, quindi dal suo modo personale di metabolizzare gli zuccheri.
Con queste notizie potremo quindi fare dei brindisi più sereni, e augurare a tutti con gioia il Buon Anno, se sapremo fare anche qualche proposito relativo al modo in cui useremo gli alcolici nel prossimo anno sulla base delle indispensabili conoscenze personalizzate (Glyco Test).
Con beneficio per la salute, che è l’augurio più forte, e con beneficio per l’estetica (senza pancia a barilotto), che non guasta mai.