Non sempre si tratta di allergia: scopri come ridurre la tua infiammazione a tavola
Orticaria, asma, rinite, diarrea… non sempre questi sintomi sono causati da un’allergia al polline o a uno specifico alimento.
Uno studio del 2017 dimostra come il 62% delle reazioni definite allergiche in realtà non derivano da un singolo allergene ma dall’interazione di più fattori.
Come spiega bene il dottor Speciani nell’articolo ““Vaso pieno” e allergia: quando qualsiasi “goccia” la può scatenare”, quando si hanno manifestazioni simil allergiche il problema non è solo ciò che è stato consumato prima dell’episodio o il fattore a cui si viene esposti, ma bisogna valutare la situazione nel complesso, bisogna quindi valutare l’infiammazione sistemica.
L’orticaria dopo aver mangiato il cioccolato, gli starnuti in un ambiente polveroso, un attacco di colite dopo aver bevuto un cappuccino, sono solo le “gocce che hanno fatto strabordare un vaso già pieno”. Nel centro SMA in cui lavoro ai nostri pazienti spieghiamo infatti di immaginare un vaso pieno fino all’orlo di acqua: è facile immaginare come basti una piccola goccia per far fuoriuscire l’acqua dal vaso.
L’acqua che riempie il vaso è appunto l’infiammazione e la gocciolina può essere un qualsiasi evento come l’assunzione di un alimento, piuttosto che l’esposizione a polveri, acari o pollini. È facile quindi intuire come non dovremo agire sull’evento stesso, ma capire come ridurre l’acqua nel vaso, che è appunto l’infiammazione sistemica.
Studi recenti confermano che l’assunzione costante di zuccheri determina il processo di glicosilazione: gli zuccheri in eccesso si legano a proteine cambiandone la struttura e quindi alterandone il funzionamento; inoltre un eccesso di zuccheri determina la produzione di molecole chiamate allarmine, che hanno un ruolo nell’aumentare i livelli di infiammazione e nell’attivazione delle risposte allergiche. Un eccesso di zuccheri può derivare sia da prodotti zuccherati, sia da uno sbilanciamento del piatto verso i carboidrati, ma anche i metodi di cottura possono determinare la produzione di sostanza pro infiammatorie come il metilgliossale.
Altri studi invece confermano come il consumo costante e ripetitivo degli stessi alimenti determina un aumento dell’infiammazione fino a manifestazioni come asma, rinite, colite.
Per limitare l’infiammazione sistemica è importante capire prima di tutto quali sono i propri livelli di infiammazione di partenza, misurandoli attraverso il test PerMè. Questo test valuta il grado di infiammazione da zuccheri e quali sono i gruppi alimentari da inserire la dieta di rotazione.
A tavola, è bene variare le proprie scelte, tenere in dispensa cereali diversi è un buon inizio, trovare anche due tipologie di colazioni differenti da alternare nella settimana è un altro buon modo per inserire varietà.
Inoltre, nella quotidianità è bene evitare alimenti che determinano la produzione di prodotti glicosilati come le fritture, quindi patatine fritte, cotolette, pesce fritto, oppure cotture di carne o pesce alla griglia, la frutta secca tostata e zuccherata, tutti gli alimenti abbrustoliti e croccanti.
È bene preferire invece cotture più dolci, ad esempio a vapore, consumare verdure crude, frutta secca al naturale, non tostata o zuccherata, preferire la frutta fresca invece di succhi di frutta (anche se 100% frutta), limitare l’uso di zucchero e dolcificanti, quindi imparare a consumare bevande calde al naturale e infine limitare il consumo di dolci come biscotti, torte, gelati ma anche cereali da colazione zuccherati, preferendo invece cereali al naturale.
Queste sono indicazioni per la quotidianità, nessuna preoccupazione durante le occasioni di festa che vanno godute in assoluta serenità!