Varietà alimentare e benessere
Molto spesso gli alimenti, pur in assenza di specifiche allergie IgE mediate o intolleranze alimentari correttamente diagnosticate (le uniche due intolleranze scientificamente validate sono l’intolleranza biochimica al lattosio e la celiachia), sono correlati a sintomi e disturbi che vanno da orticaria, sfoghi cutanei in genere, afte ricorrenti, mal di testa, cistiti a disturbi gastrointestinali (gonfiore, alvo alterno, diarrea…).
Il punto focale da comprendere, però, è che non è il cibo in sé a essere “nemico” e a causare problemi bensì la modalità e la frequenza con cui questo viene consumato durante la settimana, in quanto spesso si presenta in modo estremamente ripetitivo, anche senza che ce ne si renda effettivamente conto.
Si pensi ad esempio a una colazione con fette biscottate integrali, caffè e un pugno di noci, a un pranzo con pasta integrale, gamberi e zucchine e di fianco un’insalata verde con aceto o ancora a dei roll di riso venere e pesce con salsa di soia, e infine a una cena con un pezzo di pane, pollo ai ferri e pomodori.
Si potrebbe pensare di aver assunto alimenti diversi con una giusta varietà, invece i fattori comuni di tutti e 3 i pasti sono frumento e glutine (pasta, fette biscottate, pane, salsa di soia) e lieviti/prodotti fermentati (pane, aceto, salsa di soia e fette biscottate).
Il sistema immunitario in questo modo produce un quantitativo elevato di IgG alimento specifiche e direttamente correlato con l’incremento di citochine infiammatorie tra cui il BAFF (B-Cells Activating Factor) che ha uno stretto rapporto con insulino-resistenza, infiammazione del tratto gastrointestinale e ancora con moltissimi disturbi infiammatori “di basso grado” citati inizialmente.
Il sistema immunitario non distingue una mozzarella dal latte, dalla ricotta o dal parmigiano oppure un grissino dal pane azzimo, dalle fette biscottate o dalle gallette di segale, ma riconosce questi alimenti in modo analogo per via della stessa proteina che li caratterizza (proteina del latte nel primo caso e proteina del frumento nel secondo).
Per questo motivo, su base scientifica e statistica sono stati identificati 5 grandi gruppi alimentari (Lievito e prodotti fermentati, Frumento e glutine, Latte, Nichel e Oli cotti) in cui vengono inclusi gli alimenti maggiormente utilizzati e su cui è più facile cronicizzare.
Sicuramente comprendere il proprio profilo infiammatorio personale tramite misurazioni specifiche e attendibili è la chiave per agire in modo mirato sull’infiammazione (e quindi sui sintomi), tuttavia di seguito alcuni esempi che permettano di evitare una ripetitività in alcuni giorni settimanali, ad esempio su Latte, Lieviti e Frumento e glutine, gruppi molto presenti nell’alimentazione europea.
È sempre importante effettuare una “rotazione” degli alimenti, mai una eliminazione, sicuramente pericolosa e controproducente (salvo presenza di intolleranze “vere” e allergie alimentari):
Colazione
- Crêpes con uova, farina di castagne e frutta fresca
- Prosciutto crudo con gallette di grano saraceno e mirtilli
- Crema di frutta secca 100% e non tostata abbondante (ad esempio di mandorle o anacardi), gallette di mais e fragole
- Salmone, gallette di riso integrale e avocado
- Piadine cotte in padella pochi minuti per lato a base di acqua e farina di ceci e di grano saraceno, farcite con uovo e prosciutto
Pranzo e/o cena
- Orata al forno con patate e insalata
- Lonza di maiale ai ferri con radicchio e riso integrale
- Quinoa con edamame, carote, semi oleosi e peperoni
- Hamburger di vitello, patate americane al forno e insalata di finocchi
- Pasta di ceci, tonno abbondante e zucchine
- Insalata mista con uova sode, alici, noci e piselli
Da sottolineare che è impossibile comprendere i propri eccessi alimentari “con il pendolino” ma è necessario basarsi su misurazioni certe e che oltre alla ripetitività alimentare molto spesso un’assunzione individualmente eccessiva di zuccheri e sostanze che si comportano in modo analogo (alcol, dolcificanti tra cui i polioli, frutta eccessiva, miele, marmellate…) portano ad un incremento dello stato infiammatorio e delle reazioni simil-allergiche, motivo per cui è fondamentale misurare e gestire contemporaneamente le forme infiammatorie correlate al cibo.
Ciò non significa eliminare totalmente i dolci (come detto anche per gli alimenti), bensì impostare una frequenza di consumo ad hoc per il proprio sistema immunitario, inserendo con serenità il proprio piatto di pasta con formaggio abbondante, un gustoso pezzo di torta o ancora un buon gin tonic, senza disturbi.