Antileucotrieni e Montelukast: costosi, probabilmente inutili ma tanto prescritti
La scienza dice che non servono, ma a quasi tutti gli allergici vengono indicati: malasanità o interesse?
Le mie considerazioni sull’uso dei farmaci antileucotrieni derivano dagli esiti dei lavori scientifici che li hanno studiati.
All’origine questi farmaci avrebbero dovuto sostituire il cortisone o gli antistaminici nel trattamento della malattia allergica, ma sono stati studiati soprattutto in vitro: se i leucotrieni (una sostanza infiammatoria che contribuisce all’allergia) determinano un fastidio, un prodotto che si opponga a questi risolverà il problema!
Ma questo sillogismo, questo passaggio di concetto, non sempre si verifica in natura, soprattutto se l’allergia è in realtà un segnale per l’intero organismo e non sempre e solo una malattia.
Evidentemente l’organismo, nel suo insieme, ha meccanismi di regolazione più evoluti. Infatti dopo le prime prove sul campo, in cui l’uso di questi costosissimi farmaci non ha potuto ridurre l’uso di antistaminici e cortisonici, anziché rifiutarli come inutili, si sono attivate solo delle modalità prescrittive che garantissero tutti i produttori.
Oggi le linee guida prevedono l’impiego contemporaneo di cortisonici (locali o per via generale) e antistaminici, esattamente come prima, a cui devono aggiungersi anche gli antileucotrieni.
Un farmaco nato per sostituirne due oggi viene semplicemente aggiunto agli altri (ad evitare “la muffa” sulle scorte di magazzino) senza alcun vantaggio specifico dal punto di vista clinico.
La mia esperienza personale nell’uso di questi farmaci è che in rari casi possano sostituire l’antistaminico, con un danno generale più vago e meno preciso di quello indotto dagli antistaminici, e come medico pratico, a quel punto preferisco usare i secondi, che sono noti da anni, rispetto ai primi, dei quali forse scopriremo danni più oltre.
È inoltre mia opinione che gli antileucotrieni rendano “grigie” le facce dei bambini e degli adulti che li assumono. Ma poiché come medico posso solo riferire una impressione, che può essere assolutamente fallace, devo fare riferimento ai lavori scientifici.
Ripeto che molti lavori in vitro documentano l’azione positiva di questi farmaci, ma la realtà della gente non è la provetta, bensì il campo aperto pieno di pollini!!
Così già nel 2002 un importante lavoro evidenziò che usando puffs di cortisonici associati a salmeterolo (un beta agonista di lunga durata) vi era una differenza enorme rispetto a chi usava puffs di cortisonici inalatori associati a farmaci antileucotrieni.
In 2 anni di lavoro (Stempel DA et al., J Allergy Clin Immunol;2002;109:433-9) si evidenziò che chi usava gli antileucotrieni aveva 40% in più necessità di usare beta agonisti a azione veloce (come il noto Ventolin), aveva una probabilità 2,5 volte maggiore di essere ospedalizzato per asma, e in consuntivo, il costo globale di trattamento per le persone che usavano antileucotrieni era del 65% maggiore di coloro che non li usavano.
Analoghi risultati da un lavoro danese del 2003 effettuato su bambini asmatici compresi tra i 2 e i 14 anni (Meyer KA et al., J Allergy Clin Immunol;2003;111:757-62). Dal lavoro non si poté evidenziare alcuna caratteristica specifica dei bambini che rendesse utile l’impiego del Montelukast, né d’altra parte alcun risultato clinico positivo nel corso del trattamento.
In un altro campo ancora come quello dell’orticaria, lo studio molto dettagliato effettuato dai ricercatori del gruppo di Maria Luisa Pacor a Verona e del dipartimento di medicina Clinica di Palermo, ha confermato l’assoluta inutilità di questi preparati antileucotrieni.
Confrontando un antistaminico (desloratadina) con il Montelukast, anche associando i due preparati insieme per evidenziarne una eventuale interazione positiva, il gruppo del solo Montelukast si rivelò, in quanto agli effetti, assolutamente sovrapponibile al placebo, senza alcun effetto clinico apprezzabile.
In associazione alla desloratadina, non diede alcun risultato diverso dalla sola desloratadina. Quindi apparentemente inutile e solo costoso (Di Lorenzo G. et al, J Allergy Clin Immunol 2004;114:619-25). Quest’ultimo lavoro è stato supportato da un fondo del Ministero Italiano Università e Ricerca, e non dalle case farmaceutiche.
Ma evidentemente, Ministero della Salute e dell’Università si parlano poco, se a tutt’oggi il Montelukast, pagato a caro prezzo dai Servizi Sanitari Regionali, continua ad essere prescritto a piene mani.
Di fronte a effetti inesistenti e a costi sociali elevatissimi, forse meglio muoversi nell’ottica di un paradigma differente, che cerchi di capire le cause e trovi modalità naturali di trattamento, anche se contrastate dalla medicina accademica che preferisce dare Montelukast ai bambini piuttosto che qualche goccia di Ribes nigrum.