Allergia al Nichel: attenzione ai grassi cotti
Le tabelle di Eurosalus sui cibi da sceglere in caso di ipersensibilità al Nichel o ai prodotti che ne contengono sono tra le pagine più cliccate e lette del sito. L’intensa crescita dei fenomeni legati all’infiammazione da cibo, e lo sviluppo in aumento di reazioni nei confronti del Nichel sono uno dei fattori che spiega questa tendenza.
L’altro aspetto che condiziona le preferenze per le indicazioni che diamo da lungo tempo, è la completezza delle informazioni alimentari proposte. Da anni infatti, grazie all’esperienza clinica accumulata, segnaliamo che in caso di ipersensibilità alimentare ai composti che contengono Nichel, vanno inseriti nel controllo dietetico anche i grassi idrogenati vegetali e i grassi vegetali cotti (fritti, soffritti ed altro).
Negli anni passati la sola rotazione di prodotti classicamente ricchi di Solfato di Nichel (come i pomodori, i kiwi, l’avena e gli spinaci) non portava alla risoluzione dei disturbi, per cui le persone cercavano il nostro aiuto, mentre il controllo dietetico effettuato anche sui grassi vegetali idrogenati o sui grassi vegetali cotti consentiva di raggiungere l’obiettivo cercato.
In parte questo era spiegato dal fatto che nella preparazione dei grassi idrogenati e delle margarine potevano rimanere dei residui di Nichel dovuti alla lavorazione industriale, ma non ci spiegava invece perché in molti casi di reazione a questo sale davano fastidio anche i semi oleosi (noci, mandorle, nocciole e così via) soprattutto se tostati.
La ricerca scientifica ha ora confermato l’evidenza della nostra esperienza pratica e clinica. Un lavoro pubblicato da pochissimo su Allergy ha precisato che la reazione allergica nei confronti ad esempio della Noce Brasiliana può avvenire solo se c’è la contemporanea presenza di una particolare miscela di grassi correlati con la stessa noce.
Vuol dire che in questo mondo allergologico che considera “reattive” solo le proteine allergeniche sta facendosi strada un concetto di reazione al cibo legato più a teorie evoluzionistiche di riconoscimento dell’alimento completo piuttosto che di identificazione pura della singola micro-componente proteica.
Ecco allora, come abbiamo descritto su Eurosalus ieri, che queste componenti alimentari vanno considerate tra gli alimenti da controllare attentamente quando si sviluppa una particolare reazione verso il Solfato di Nichel.
La buona notizia è che esistono anche oli e grassi che, in opposizione agli oli e ai grassi che la favorisconosono, sono in grado di controllare la reazione allergica, come l’olio di Perilla, l’olio di Ribes e l’Acido Linoleico Coniugato (CLA).
La “cattiva” è che gran parte della produzione industriale, i prodotti che usano grassi vegetali in cottura (anche se messi crudi in ricetta) e i fritti sono tra i prodotti che vanno controllati. Poiché nelle nostre impostazioni non eliminaimo mai un alimento e lavoriamo per riconquistare tolleranza e benessere, questa scelta si trasforma alla fine solo in una migliore consapevole pratica di salute. Nel rispetto della scienza immunologica più moderna.