Rinite e congiuntivite di primavera: curabili quando compaiono, senza iniziare mesi prima!
Sull’editoriale di Allergy di gennaio (Bousquet J., Sublingual immunotherapy: from proven prevention to putative rapid relief of allergic symptoms. Allergy 2005;60:1-3) Jean Bousquet, allergologo francese di fama mondiale, ha descritto un fenomeno molto evidente a tutti i medici che utilizzano le terapie sublinguali.
La reazione dell’organismo, nella maggior parte dei casi è immediata: si determina infatti un pronto rilascio di Interleuchina 10 (IL10) che “regola” anziché annullare la risposta allergica dell’organismo.
L’azione regolatoria è molto più immediata di una azione inibitoria “da annegamento” come quella che viene praticata con la classica vaccinazione sottocutanea, che ha bisogno di essere ripetuta anche per anni per arrivare ad un effetto.
È straordinario notare che pochi anni di uso delle terapie sublinguali abbiano portato a questa evidenza, mentre in passato l’uso di vie meno naturali (le classiche vaccinazioni fatte per più stagioni consecutive con iniezioni sottocutanee) se talvolta determinava anche dei risultati positivi, mai ha attivato una rapida risposta dell’organismo.
Una via naturale, e del tutto simile a quella seguita dal polline per determinare il fastidio (naso o bocca), consente invece una risposta pronta e immediata.
La prima considerazione è che la via di somministrazione naturale ripercorre strade più congrue per l’organismo, e, seguendo la natura anche in medicina, spesso si hanno risultati più rilevanti.
La seconda considerazione invece, riguarda quello che segnala Bousquet, quando dice che probabilmente siamo all’inizio di un cambio di paradigma (the eve of a paradigm shift…) che riguarda tutta l’allergologia.
Vuol dire che le cose stanno cambiando, e siamo fieri di dire che il cambiamento è molto più attivo in Europa che negli Stati Uniti d’America.
Per noi di Eurosalus leggere questi dati scientifici è molto piacevole, perché da anni ricerchiamo e proponiamo l’induzione di tolleranza attraverso l’uso di vaccini a bassa dose, la cui utilità è stata riproposta dagli studi più recenti sulla tolleranza immunologica (Frossard).
La ricerca di un vaccino individuale alle graminacee o all’ambrosia, o all’acaro della polvere, è quanto viene fatto ad esempio con lo studio di iposensibilizzanti sublinguali a bassa dose da usare sia durante la stagione di pollinazione, sia, con efficacia più completa iniziandolo solo qualche settimana prima della pollinazione stessa.