Attenti all’eccesso di Calcio: probabilmente ne stiamo usando troppo
Un bel lavoro che viene dall’Islanda, dove di sole ce ne è poco, ha segnalato che se il livello di Vitamina D è adeguato (e noi nel sud Europa non manchiamo certo del sole necessario a farcela produrre) la somministrazione di una quota di Calcio superiore agli 800 mg al giorno può portare a dei sovraccarichi inutili.
Contrariamente a quanto tutti gli organi di stampa continuano a ripetere, per l’assunzione di Calcio servono dei limiti. Ormai si è arrivati al livello in cui quasi ogni ginecologo prescrive integratori di Calcio prima ancora di avere visitato una donna, e ogni giornale presenta settimanali inviti a consumare tantissimo calcio sotto forma di latticini e simili.
Il Calcio in eccesso non fa bene. Può accentuare dei fenomeni allergici, riducendo la importante azione immunologica e antinfiammatoria dello Zinco e del Rame, di cui è antagonista.
Può causare una alterazione della pressione (non a caso alcuni farmaci per la pressione alta sono dei Calcio-Antagonisti) e può arrivare all’eccesso di peggiorare l’osteoporosi in persone che ne soffrono e potrebbe anche, secondo alcuni studi, essere compartecipe di un aumentato rischio tumorale.
Il lavoro islandese (Steingrimsdottir L. et al, JAMA 2005 Nov 9;294(18):2336-41 ) ha stabilito che un apporto sufficiente di vitamina D potrebbe risultare più importante di un elevato apporto di calcio per il mantenimento dei livelli desiderati di controllo del metabolismo osseo e del Calcio circolante.
Uno dei mezzi per tenere in equilibrio il proprio metabolismo dell’osso e il valore di calcio in circolo è fare esercizio fisico: l’integrazione con Magnesio, Zinco, Rame e Ferro (sia come oligoelementi sia come prodotti vegetali intesi come frutta e verdura) è di estrema importanza.
Probabilmente, secondo gli studi più recenti, al contrario di un tempo, se c’è carenza di calcio nell’organismo, la cosa da non fare è di prendere il calcio così come è, ma anzi di trovare tutti i suoi alleati e di cercare di capire quale messaggio di squilibrio stia mandandoci l’organismo.