Ore televisive e ore di lavoro in pareggio: cronaca di una situazione che sta diventando pesante
Certo, non avevamo bisogno di Gary Bennett, eminente (e giovane) professore della Harvard School of Public Health, per capire che più si guarda la televisione, meno si cammina.
La cosa interessante che però è emersa dal suo studio pubblicato da pochi giorni dall’American Journal of Public Health (Bennett GG et al, Am J Public Health 2006 Sep;96(9):1681-5. Epub 2006 Jul 27) è che per ogni ora che passiamo davanti al piccolo schermo perdiamo ben 144 passi di quei 10.000 passi giornalieri tanto raccomandati.
I dati sono emersi da una ricerca tanto semplice, quanto efficace: 486 adulti di Boston, la maggior parte dei quali residente in stabili di edilizia popolare, si sono impegnati a riportare per iscritto il proprio tempo trascorso davanti alla TV nell’arco di cinque giorni e, nel contempo, a indossare un contapassi “cieco”, sul quale, cioè, non era possibile controllare direttamente la quantità di passi giornaliera. Bennett ha impiegato il contapassi “cieco” per analisi di questo tipo anche in altri lavori scientifici analoghi a questo.
Il risultato? In media i partecipanti hanno guardato 3,6 ore di TV al giorno e camminato per 5329 passi. Il che va a scombinare non poco i parametri finora considerati realistici dai ricercatori, i quali pensavano che la tv togliesse ai telespettatori qualcosa come 520 passi al giorno, meno del 10% della media rilevata. E il calcolo potrebbe anche peggiorare se si spostasse il gruppo di studio su un ceto più alto, con più tempo libero e meno problemi di trasporto.
Lo studio può fare un po’ sorridere, ma è piuttosto allarmante: “Il tempo trascorso davanti alla TV” spiega il professor Bennett “sta rapidamente raggiungendo quello medio di una settimana lavorativa”.
Negli Stati Uniti, dove l’obesità riguarda buona parte degli individui, sembra a questo punto chiaro che se l’obiettivo dei 10.000 passi giornalieri è sempre più lontano è colpa anche della TV.
Forse spegnere un congegno per poi rischiare di accenderne un altro (dalla radio al computer) non risolve il problema della sedentarietà né, tantomeno, quello dell’obesità, ma di sicuro è un buon inizio.
E le parole di Bennett hanno trovato eco a Sidney, in Australia, dove è in corso il Congresso Internazionale della Obesità. Anche l’Italia non è certo messa bene con i suoi bambini grassi (i nostri bambini di 10 anni sono i più grassi d’Europa), e in Gran Bretagna ormai il numero degli obesi adulti viene stimato intorno ad un quarto della popolazione adulta.
Forse è ora di spegnere davvero la Televisione e iniziare a camminare, correre, muoversi; anche senza portare con sè il pedometro.
di Manuela Florio