L’effetto Viagra del dottor Freud
Parlare di impotenza può servire a guarire l’impotenza?
Se si guarda alle statistiche, verrebbe da rispondere di no. Da alcuni anni l’impotenza maschile (“disfunzione erettile”, se si vuole ricorrere all’eufemismo scientifico) è argomento trattato e bistrattato da tutti i media. Ma, a dispetto della quantità di informazione disponibile e del proliferare delle terapie miracolose, si calcola (è difficile immaginare sulla base di quali dati) che circa un maschio americano su dieci abbia seri problemi di funzionalità sessuale.
Se invece si guarda ai casi personali, allora viene da rispondere di sì: che parlarne serve. Perché la vecchia e, da qualche tempo, un po’ vituperata psicoterapia si dimostra ancora, tenacemente, la più efficace delle cure.
La cosa è risaputa da decenni (la letteratura psicoanalitica in argomento è vastissima e comprende interi volumi con la descrizione di centinaia di casi): ora comincia ad essere riconosciuta anche dalla scienza medica.
Un gruppo di studiosi brasiliani dell’Università di San Paolo ha realizzato una meta-analisi, passando in rassegna 11 importanti ricerche che coinvolgevano complessivamente quasi 400 pazienti, ed è approdato ad alcune interessanti conclusioni (T Melnik et al, The Cochrane Library 2007 July 18, first published online).
La psicoterapia, da sola o associata all’uso di farmaci come il Viagra, si è sempre dimostrata efficace. In particolare due degli undici studi concordavano nell’affermare che i pazienti rispondevano alla psicoterapia nel 95% dei casi, riducendo dell’87% la loro probabilità di persistere nella condizione di impotenza.
Da altri studi risulta che la psicoterapia associata al Viagra è molto più efficace del solo Viagra.
Occorre anche osservare che per “psicoterapia” s’intende qui quella di gruppo: un approccio molto blando, che prevede un numero limitato di sedute, costi abbastanza contenuti e insomma un impegno di tempo, di denaro e di emozioni assolutamente non paragonabile a quello che comporta una psicoanalisi del profondo.
Eppure è efficace in 9 casi su 10. Ed è certamente meno pericolosa per il cuore del Viagra, meno dolorosa e invasiva delle iniezioni di alpostradil nel pene, meno macchinosa e umiliante della “pompa a vuoto”, una delle devices più pubblicizzate e più in voga.
I risultati di questa ricerca brasiliana non hanno in realtà nulla di sorprendente, se non il fatto che possano ancora sorprendere qualcuno. Che l’impotenza sia, nel 90% dei casi, una disfunzione di origine psicosociale è perfino intuitivo. Ma, nel caso l’intuito non bastasse, si consiglia la lettura di uno dei più bei romanzi italiani del dopoguerra: Il Bell’Antonio di Vitaliano Brancati. Anno di pubblicazione: 1949. Insomma: non è una novità.