Il bambino non dorme? Poco male: lo addormenta il dottore
Come affrontare il problema di un bambino che non dorme a sufficienza? Che fa, ad esempio, fatica a prendere sonno o che si sveglia una o più volte durante la notte?
I medici americani sembrano avere pochi dubbi: la miglior soluzione è somministrargli una pillola per farlo dormire.
È quanto emerge da un’interessante ricerca statistica realizzata da alcuni studiosi delle Università statali dell’Ohio e del Missouri e pubblicata sull’ultimo numero della rivista scientifica SLEEP, specializzata – come la sua testata proclama apertamente – nello studio dei problemi legati al sonno e all’insonnia (SD Stojanovski et al, SLEEP 2007, 30(8):1013-1017).
Sono state passate in rassegna tutte le visite ambulatoriali effettuate in un periodo di ben 12 anni, dal 1993 al 2004, su pazienti di entrambi i sessi, al di sotto dei 17 anni di età, affetti in vario grado da quelli che si definiscono “disordini del sonno”. È risultato che nell’81% dei casi (e i casi sono qualcosa come 18,6 milioni) la visita si è conclusa con la prescrizione di un farmaco, cioè sostanzialmente di un sonnifero (antistaminici come l’idroxina, potenti sedativi come gli Alfa-2 antagonisti, benzodiazepine, antidepressivi o, anche, un cocktail dei precedenti).
Inutile dire che per la massima parte questi medicinali non sono testati per i bambini. La stessa FDA, l’agenzia federale americana incaricata della valutazione dell’efficacia dei farmaci e della loro eventuale dannosità (e ben nota per la sua eccessiva tolleranza nei confronti delle case farmaceutiche), disapprova la prescrizione di questi medicinali ai bambini e agli adolescenti.
Tuttavia i medici li prescrivono allegramente. Non è arbitrario dedurne che la loro principale preoccupazione è di compiacere i genitori e non di prendersi cura dei pazienti, cioè dei figli. Altrimenti il medico (e forse è quanto accade nel 19% dei casi) dovrebbe fare ai genitori un bel discorsetto, spiegando loro come i “disordini del sonno” non siano legati alla natura diabolica del bambino, bensì a problemi che hanno a che fare con l’ambiente, con gli orari, con i complessi riti propiziatori che introducono al sonno.
Tutte cose delle quali, nel mondo di oggi, i genitori tendono a trascurare l’importanza. Prima di ricorrere ai farmaci, si potrebbe magari provare con le favole, che da sempre figurano tra i sonniferi più potenti e innocui.
Già, ma quali favole? Questa, per esempio:
“C’era una volta un bravo medico, saggio e coscienzioso, che non prescriveva sonniferi ai bambini. Che fine avrà fatto? Andiamo a cercarlo nel bosco…”.