I geni non hanno ragione
Nella memoria delle persone più anziane c’è la certezza che in periodo di ristrettezze alimentari (come durante l’ultima guerra mondiale) le persone ammalate di diabete erano un numero risibile rispetto alla epidemia di oggi. Questo nonostante che la predisposizione genetica fossea assolutamente identica ad oggi. La differenza è che oggi il diabete sta diventando epidemico a livello mondiale grazie a comportamenti alimentari che assecondano la predisposizione genetica.
Pur riconoscendo che la presenza di un certo tipo di struttura cromosomica può favorire lo sviluppo di alcune malattie rispetto ad altre, per fortuna il libero arbitrio e quindi la scelta di un particolare comportamento alimentare, hanno ancora significato. Non siamo infatti solo dei “predestinati” a sviluppare certi tipi di disturbo e la possibilità di attivare sul piano epigenetico delle risposte adeguate a controllare lo sviluppo della malattia è di assoluto rilievo.
Ogni essere vivente, in relazione all’ambiente in cui vive e alle scelte alimentari che compie può tenere in mano le redini della propria vita, e le malattie veramente genetiche, quelle in cui la tendenza dipende davvero dalla ereditarietà, oggi come in passato sono davvero rare.
In riferimento al cancro della mammella, un lavoro pubblicato sull’American Journal of Human Genetics Antoniou AC et al, 2008 Mar 18 [Epub ahead of print]) e anticipato per la sua importanza con la diffusione online, ha segnalato che la reale tendenza a sviluppare il cancro al seno, in presenza di due geni (BRCA1 e BRCA2) che spesso gli esperti fanno percepire come una condanna alla malattia, anzichè solo una particolare conformazione genetica, sono controllabili da modifiche inducibili dall’ambiente.
Significa in pratica che la presenza del “gene assassino” potrebbe determinare lo stesso rischio per la vita del tenersi la fotografia di una bomba nel portafoglio. Scoppierà solo se davvero recuperiamo una bomba e la mettiamo nelle condizioni di scoppiare, altrimenti la sua fotografia resterà tranquilla e innocua nel portafoglio.
Una particolare predisposizione genetica deve segnalare a chi la possiede una certa cautela e indurre un maggiore stimolo a controllare ad esempio condizioni come infiammazione, sovrappeso o altro. Un cauto avviso per attivare le proprie capacità di risposta e mantenere la salute. Non certo una condanna come molti la intendon.
C’è ancora speranza, quindi, e soprattutto c’è la certezza che la vita e la salute debbano dipendere dall’uomo e dalle sue scelte, e non solo dalla predisposizione genica di ogni persona.