Ecco cosa funziona ad Haiti
In questi giorni, in cui è ricorso l’anniversario dello spaventoso terremoto del 2010, i giornali hanno stampato titoli che, letti da qui, fanno davvero riflettere. Giovedì scorso, proprio qui a Saint Damien, abbiamo inaugurato un reparto di neonatologia super moderno costruito con le donazioni Francesca Rava, e un intero settore operatorio della maternità con due sale operatorie di altissimo livello tecnologico, per la neonatologia. Il finanziamento è stato possibile con soldi di progetti della Fondazione, insieme alla formazione dei medici e dei chirurghi Haitiani. E’ un modo di fare progettualità sensata, etica, ecologica, controllando ogni singolo passaggio e questo è parte del nostro lavoro, come spiega bene anche Repubblica.
Sempre giovedì, in serata, sono andato a visitare un settore dove opera un’altra associazione. La responsabile parlava di un importante investimento, ma non sapeva esattamente a che gruppi i soldi fossero destinati, e nel suo computo economico c’erano auto per muoversi ad Haiti e fatture di importanti designer internazionali per produrre gli oggetti da acquistare.
Evidentemente c’è una notevole diversità nella gestione dei fondi, ma soprattutto del modo in cui si costruiscono i progetti. Questo è uno dei motivi per cui i progetti falliscono. Perché non sono progetti ma elemosine, di cui non ha bisogno nessuno. Vale anche per i servizi medici. Noi siamo qui a fare formazione agli Haitiani che ne avessero bisogno, e sono tanti. Alcuni chirurghi statunitensi, ad esempio, arrivano ad Haiti per fare numero ed esperienza di interventi su una patologia neurochirurgiche come l’idrocefalo, e non vogliono che i medici haitiani assistano agli interventi. Li fanno e basta, ma è una forma di elemosina e di sfruttamento; nella nostra struttura, invece, i neurochirurghi arrivano per insegnare ai chirurghi haitiani a diventare autonomi e raggiungere livelli di eccellenza nella gestione di questo tipo di interventi.
E’ facile capire quanto profondamente contrastanti siano quelle due modalità d’intervento profondamente contrastanti. Una richiede passione e coinvolgimento, l’altra ottiene solo vantaggi camuffati da aiuto internazionale. Questi falliscono. Gli altri vanno avanti.