Batteri nelle urine senza sintomi: meglio non trattare
Sono situazioni frequentissime, soprattutto nelle donne. Si fa un esame delle urine, pur senza avere particolari sintomi di cistite o di altro, e si trovano dei batteri. Di solito si tratta dell’Escherichia Coli, ma anche altri sono abitanti di quelle zone. In genere, come è successo per tanti anni in passato, la presenza di batteri “dentro” al corpo, scatena controreazioni da parte dei medici, che trattano con ripetute dosi di antibiotico queste situazioni come se fossero delle vere e proprie cistiti.
In genere chi inizia con questo tipo di trattamento arriva a ripeterlo un numero imprecisato di volte, spesso associandolo a forme di candida, derivate, purtroppo dall’eccesso di antibiotici utilizzati. Così dopo mesi, una innocente presenza di batteri nelle urine diventa cronica, e si associa ad altre malattie urinarie del tutto evitabili.
Da un po’ di tempo si segnala da più parti la possibilità di non trattare queste forme di infezione silente, e finalmente un lavoro tutto italiano, pubblicato nelle scorse settimane su Clinical Infectious Diseases ha finalmente definito con precisione che quanto più si trattano questi casi con gli antibiotici e tanto peggio stanno le persone (Cai T et al, Clin Infect Dis. 2012 Sep;55(6):771-7. doi: 10.1093/cid/cis534. Epub 2012 Jun 7); è sicuramente meglio lasciarle stare.
I risultati del lavoro sono impressionanti. A parità di condizioni di partenza, le persone “malate” sono state divise in due gruppi. Uno che sarebbe stato trattato con antibiotici e l’altro che avrebbe semplicemente aspettato senza fare nulla. Dopo i primi tre mesi, le persone trattate avevano documentato nuovamente la presenza di batteri nelle urine nell’8,8% dei casi, mentre tra le persone non trattate questo era accaduto solo nel 3,5%.
Dopo 6 mesi la batteriuria era presente nel 7,6% delle persone non trattate e nel 29,7% di quelle trattate, e dopo 12 mesi, nel 13,1% contro il 46,8% delle persone trattate.
Vale la pena ricordare che di solito si propone l’antibiotico per paura di un’infezione ascendente, mentre i risultati hanno evidenziato che solo una persona del gruppo non trattato ha avuto un’infezione ascendente, contro le 2 del gruppo trattato con antibiotici che hanno sviluppato una pielonefrite.
A conferma che l’assenza completa di sintomi può significare qualcosa in un organismo, e un maggiore rispetto per i segnali del corpo potrebbe essere la giusta soluzione per il futuro.