I veri e i falsi miti sull’influenza: lasciateci la vitamina C
Nei giorni scorsi, il Corriere della Sera ha pubblicato una analisi dei “veri” e “falsi” miti quando si parla di influenza.
Il risultato di tale riepilogo è stato discutibilmente utile, risultando in un “lavatevi le mani, usate farmaci sintomatici sin dal primo giorno e state lontano dai luoghi affollati”. Coprirsi adeguatamente quando fa freddo, in compenso, si situa tra le sciocchezze, ma scritto vicino a “il passaggio dal caldo al freddo stimola la proliferazione del virus”.
Alimentarsi bene o male non fa poi, secondo l’analisi, alcuna differenza, e assumere vitamina C è, sempre secodo il riassunto, assolutamente inutile.
Gli studi che correlano l’uso della vitamina C con una riduzione non solo dell’incidenza ma anche della qualità e durata dei sintomi (riduzione dei giorni di assenza lavorativa o scolastica) sono tanti e scientificamente attendibili.
Non sarà forse che uso di vitamine o di frutta e verdura (moltissime sono ad esempio le analisi sul ruolo del kiwi nella riduzione della sintomatologia del raffreddore) o di una alimentazione che stimoli il proprio sistema immunitario a reagire al meglio, riducano l’uso degli “importantissimi” farmaci sintomatici?
L’uso di farmaci mirati al sintomo può essere utile alla necessità, ma non da abusare, solo per timore che i sintomi possano aggravarsi (facendo comunque attenzione ad evitarlo) e, piuttosto, riflettendo su quali possano essere gli atteggiamenti in grado di far rispondere l’organismo interessato nella migliore delle maniere.
Chiudersi in casa senza rapporti sociali fino alla fine dell’inverno, poi, e non avvicinarsi al bambino che ha preso l’influenza all’asilo perché “il malato diffonde il virus” è una scelta discutibile e di discutibile utilità in termini economici e psicosociali, oltre che, per fortuna, poco praticabile.
Prendersi l’influenza è una cosa che può capitare e che va vissuta con serenità, facendo il proprio meglio per tenere alte le difese immunitarie e forte l’organismo e sapendo che, le capacità per rispondere a qualsiasi stimolo vanno coltivate da dentro.