Il meglio per i propri piccoli
Ogni genitore vorrebbe il meglio per il proprio o per i propri bambini. Lo studio uscito su Pediatrics nei giorni scorsi ne è l’assoluta dimostrazione: genitori istruiti con costanza e dedizione rispetto all’importanza di uno stile di vita sano che comprenda norme dietetiche e di movimento sono risultati in bambini che mangiavano meno dolciumi e guardavano meno televisione all’età di 20 mesi.
Nessuna modificazione rispetto all’attività fisica è stata registrata in bambini che però avevano meno di due anni al termine dello studio.
Le modificazioni dello stile di vita della famiglia sono proprie appunto della famiglia stessa e possono necessitare di tempo per essere apprese e metabolizzate da tutti i suoi componenti, bambini compresi.
Le pubblicità e le etichette dei prodotti, oggi comunque meglio controllate, nascondono spesso messaggi fuorvianti e che può essere importante imparare a leggere e capire.
Basti pensare al “meno cacao e più latte”, letto da poco sulle uova di Pasqua più famose d’Italia e proposto come se fosse un bene, sapendo invece che “meno cacao” e “più latte” significa soprattutto “meno salute e più zucchero”, o ai quattro biscotti (sempre accompagnati dal latte e da una spremuta) suggeriti come colazione ideale per il bambino sui pacchetti degli stessi, quando è invece nota l’importanza di una colazione che non sia solo ricca, ma anche completa e bilanciata (fatta di cereali integrali, frutta e verdura e proteine) e gli effetti deleteri dell’eccesso di zucchero sono descritti con precisione.
Se è vero che ogni genitore vorrebbe il meglio per il proprio bambino, è anche vero che spesso capire cosa sia “meglio” non è un’impresa facile.
Si pensi ad esempio a come, negli Stati Uniti, le madri che tentassero in buona fede di diminuire l’ingresso di zuccheri raffinati nell’alimentazione dei figli sostituissero, per prima colazione, la merendina ai cereali, che però sono risultati, a posteriori, essere ancora più dolci o dolci quanto le merendine stesse, con tutte le dovute valutazioni del caso.
L’alimentazione del bambino comincia da quella della sua famiglia, così come la salute del piccolo dipende in gran parte da quella del nucleo famigliare nel quale si trova.
Agire su tali gruppi (le future mamme e i futuri papà) può rappresentare una strategia vincente in termine non solo di prevenzione, ma anche di attiva modulazione terapeutica nei confronti dei famigliari stessi, con vere e importanti conseguenze in campo sociale e sanitario. I bambini cresceranno più sani, con genitori più sani.
Chiunque abbia incontrato una mamma o un papà sa perfettamente che un figlio può riuscire dove mai nessuno era riuscito prima: i genitori sono molto più disposti a mettersi in discussione e addirittura possono arrivare a modificare decennali abitudini, se si tratta di farlo per il proprio piccolo, o per i propri piccoli.