Una coccola per il benessere
Conosci l’esperienza di espanderti, fino quasi a scioglierti, tra le braccia della persona che ami? E quella di restringerti quando sul tram ti si siede accanto una persona sgradevole?
Di certo non ingrassiamo e non dimagriamo, ma il nostro sistema nervoso si organizza in modo completamente diverso nelle due situazioni descritte. Perché il nostro confine personale non è fisso, ma si trasforma in relazione all’ambiente.
Numerose ricerche hanno documentato che, per evolversi, gli esseri umani hanno bisogno del nutrimento specifico del contatto fisico. Certamente quello premuroso dei genitori, indispensabile per sentirci riconosciuti e amati, per sviluppare una corretta immagine di noi stessi, nonché autostima, resilienza e sicurezza personale.
Ma anche quello più giocoso e vitale della lotta, delle pacche sulle spalle, dello sport di squadra e dei primi approcci sessuali tra coetanei, impacciati quanto creativi: tutti gesti che ci insegnano a prendere le misure nei rapporti con gli altri. Una competenza in calo vertiginoso, in tempi in cui – anche tra giovanissimi – gli scambi virtuali hanno sostituito molti incontri reali.
Tuttavia è attraverso questi contatti fisici, e molti altri, che impariamo davvero chi siamo, dove cominciamo e dove finiamo, cosa ci piace e cosa ci infastidisce. E nel contempo scopriamo e coltiviamo alcune funzioni di grandissima importanza: intimità, sessualità, sensualità, desiderio, eccitazione, affettività, tenerezza…
Nell’età adulta, poi, coccole e scambi fisici acquistano soprattutto una valenza preventiva e terapeutica troppo spesso affidata agli psicofarmaci. Infatti favoriscono la produzione di ossitocina (“ormone dell’amore“) e di endorfine (“ormoni della felicità“) con ricadute preziose su ansia e depressione, e perfino sulla modulazione del sistema immunitario.
D’altra parte, crescendo, i contatti cominciano a rarefarsi fino a essere relegati a specifiche circostanze. Ovunque sono ammessi quelli tra genitori e figli, poi ci sono gli abbracci tra amici (talvolta così formali da tradursi nel mimo di un bacio sulle guance, praticamente senza contatto), le strette di mano più o meno vigorose tra colleghi e – va da sé – le coccole tra innamorati.
Anche nelle coppie però i contatti fisici rischiano di diventare un territorio scabroso, quando svaniscono col passare degli anni o si riducono fino a essere segnali automatici e scontati di desiderio sessuale. Così, quando il desiderio di uno dei partner cala, anche le coccole possono essere vissute come una forzatura ed evitate il più possibile.
Contemporaneamente ci sono donne che finiscono per fare sesso più spesso di quanto vorrebbero (e talvolta con partner inadeguati) per bisogno di coccole. Molti uomini vedono la cosa esattamente al contrario: tollerano le coccole e il corteggiamento come passaggio obbligato per arrivare al sesso. Anche se è presente una differenza di genere nell’atteggiamento verso le tenerezze, ricordiamo che ci sono uomini con un punto di vista più femminile, e viceversa.
Arrivati alla mezza età, i contatti fisici si riducono drasticamente, soprattutto per chi non ha una relazione. Ed è a questo punto che, a seconda del grado di consapevolezza, molte donne vanno dal medico più spesso del necessario, danno la preferenza ai trattamenti manuali, come l’osteopatia o lo shiatsu, o cominciano a frequentare intensamente i centri benessere dove viene praticato ogni tipo di massaggio.
A New York è stato aperto perfino il primo “coccolificio“. Nel nostro contesto sociale, gli anziani sono probabilmente la categoria più deprivata di contatto fisico, e quindi dei suoi benefici effetti (ricordiamo che le coccole non solo abbassano il cortisolo – l’ormone dello stress – ma aiutano a mantenersi giovani!).
Si capisce a questo punto perché appare rivoluzionaria e dirompente la campagna Abbracci Gratis (Free Hugs Campaign), nata in Australia una decina d’anni fa con lo scopo di offrire atti casuali di gentilezza disinteressata, e ormai diffusa in tutto il mondo.
Nei numerosi video realizzati per la campagna, alcuni intensi e suggestivi, colpisce la difficoltà di molte persone a rendersi disponibili per una coccola senza alcun sottinteso sessuale. Anzi, magari intensamente desiderata.
Difficoltà come queste possono essere esplorate e superate con il sostegno di un gruppo, in un contesto di counseling, come nel seminario che propongo insieme alla collega Anna Romanzi.
Con cautela e attenzione alle esigenze di ciascuno, esploreremo i gesti, le parole e soprattutto i “permessi interni” necessari per mantenere viva la buona abitudine di scambiare coccole.
Dedicheremo uno spazio specifico al risveglio della sensibilità, alla sperimentazione delle distanze che ci fanno sentire a nostro agio, alla creazione di confini sicuri all’interno dei quali sentire e lasciare scorrere il desiderio di contatto fisico, e all’apertura che rende più soddisfacente ogni tipo di scambio.
Perché il confine del piacere è delicato, ed è un bene prezioso, da tenere vivo con la pratica.