Traffico, riscaldamento, sicurezza stradale e scuola: le idee di Francesca Balzani per il futuro
Più volte da queste pagine abbiamo chiesto ai nostri lettori di riflettere sull’importanza di votare per chi consentirà di arrivare vivi alle successive elezioni piuttosto che per chi dice solo di ridurre le tasse.
Ove possibile sarebbe meglio avere entrambi i risultati, ma tra i due è di gran lunga indispensabile avere almeno il primo se si vuole beneficiare del secondo.
Per questo abbiamo voluto proporre ai quattro candidati delle primarie di Milano una serie di domande sui temi più caldi per la salute e il benessere dei cittadini milanesi.
Sono tutte persone che hanno comunque evidenziato nella loro storia sociale e politica un particolare interesse alle aree che riguardano la salute, l’inquinamento e il benessere, ma ogni candidato sviluppa questi temi con diversità che potranno, in futuro, rivelarsi determinanti.
In questa particolare tornata elettorale lo scontro vero sarà durante le primarie (che avranno quest’anno modalità semplificate)e chi si identificasse in un pensiero o in un programma specifico, i giorni 6 e 7 febbraio prossimi farà bene ad andare a votare e a stimolare amici e parenti a farlo, per sostenere l’immagine futura della propria città più vicina alle proprie convinzioni e più rispettosa del benessere di ogni cittadino.
In realtà abbiamo mandato a tutti e quattro i candidati (Balzani, Majorino, Sala e Iannetta) una richiesta di intervista sui temi della salute e del benessere, ma fino ad oggi solo Beppe Sala e Francesca Balzani hanno accettato di rispondere alle nostre domande.
Crediamo che già questo sia un gesto positivo che caratterizza una differenza di interessi e meriti attenzione, riflessione e fiducia.
I temi più caldi su cui abbiamo chiesto a Beppe Sala e Francesca Balzani (come ai loro contendenti) di rispondere, sono elencati qui di seguito: si tratta degli spunti che in modo particolare riguardano le possibili connessioni tra le future scelte del Sindaco e la salute dei cittadini.
Qui di seguito sono riportate le risposte e le indicazioni date da Francesca Balzani (come riportato nel titolo dell’articolo) mentre l’intervista a Beppe Sala è stata pubblicata mercoledì 27 sul sito con spazi e evidenze del tutto simili.
In poche righe non si può certo sviluppare completamente il programma di lavoro dei prossimi 5 anni, ma abbiamo sintetizzato gli spunti più rilevanti del piano d’azione da loro proposto per aiutare i cittadini milanesi a capire le differenze sostanziali tra i candidati.
- Traffico e biciclette
- Riscaldamento
- Inquinamento e verde
- Mense scolastiche
- Sicurezza stradale
- Sicurezza e sport
Il Piano urbano della mobilità sostenibile non deve rimanere un libro dei sogni: va attuato con decisione e rapidità, per migliorare la mobilità pubblica e privata e la condivisione dei mezzi individuali – dalla bici al car sharing elettrico – e la mobilità dolce fatta di spostamenti pedonali e ciclabili (che fanno bene alla salute). Chi usa la bicicletta può essere incentivato con accrediti o sconti sugli abbonamenti per i mezzi pubblici. Fluidificare il traffico e rendere più veloce il trasporto pubblico di superficie riduce i costi e l’inquinamento. Bisogna regolare in modo stringente ed efficace la logistica urbana delle merci (carico e scarico, soprattutto dei furgoncini), attraverso progetti concordati per filiera commerciale. Bisogna agevolare l’accesso a Milano da parte dei cittadini della città metropolitana, migliorando la qualità e potenziando i servizi su ferro secondo la scala di priorità indicata dal PUMS; introdurre le linee di bus suburbano di collegamento veloce (creando dove necessario nuove corsie preferenziali) nelle aree dove non c’è il treno o la metropolitana.Allargare Area C a integrazione e completamento degli interventi per accrescere l’accessibilità della città metropolitana con mezzi pubblici e mobilità ecologica.
Case più pulite, caldaie più efficienti. Incentivare e monitorare il rinnovo delle caldaie; incentivare le azioni per accrescere l’efficienza energetica degli edifici (nuovi infissi, caldaie a condensazione, coibentazione) e monitorare il mantenimento di temperature ragionevoli. Più energia dal sole. Favorire l’incremento degli stabili e delle superfici sui tetti destinate a produzione di energia solare con il fotovoltaico, a cominciare dalle case e dagli uffici di proprietà del Comune. Calore dall’acqua. L’abbondante falda acquifera milanese non deve essere sprecata facendo confluire le acque chiare in fognatura (il che rende più difficoltosa e inefficiente la depurazione delle acque scure), ma utilizzata mediante pompe di calore per riscaldare gli edifici in modo pulito, a partire dagli stabili pubblici e dagli impianti sportivi.
La questione ambientale deve essere affrontata come un grande tema politico europeo. A Milano vogliamo intervenire con decisione, sia con misure strutturali sia con piani di emergenza. Tra le prime:
Ci sono stati irriverenti giochi di parole su questo servizio che sono un retaggio del passato, quando, durante l’amministrazione Moratti, il livello di servizio reso dalla società era oggetto di forte critica da numerose fasce di utenti. Oggi, grazie all’impostazione voluta da Pisapia, al lavoro delle tante professionalità, le cose sono molto cambiate Trasparenza, qualità, riduzione degli sprechi ed efficenza sono le parole d’ordine; il dialogo con la rappresentanza dei genitori, prima assente, è quotidiano e finalizzato, per entrambi gli attori, a privilegiare il benessere dei bambini di Milano. In definitiva i buoni risultati di oggi hanno cancellato il ricordo negativo del passato. Certamente, si può sempre fare di meglio.
Camminare senza ansia: Mettere in sicurezza gli attraversamenti pedonali pericolosi, a iniziare da quelli in prossimità delle scuole, e renderli meglio visibili nelle ore notturne, migliorando la segnaletica verticale e orizzontale e l’illuminazione. Bisogna far rispettare le regole e punire severamente la sosta delle auto sui marciapiedi e l’uso improprio degli stessi da parte dei ciclisti e dei motociclisti. Estendere i dispositivi di telecontrollo, anche in funzione (in particolare a Milano non risultano installati dispositivi per il controllo delle infrazioni semaforiche) e finanziamento prioritario dei progetti per mettere in sicurezza i nodi e gli assi critici dove gli incidenti sono più numerosi. Estendere ai quartieri oltre il centro le zone con velocità limitata a 30 km/h, che hanno dimostrato di essere efficaci nella riduzione del numero e della gravità degli incidenti. Ovunque possibile, chiudere le strade dove ci sono asili e scuole primarie negli orari di ingresso e uscita dei bambini.
All’insicurezza effettiva e percepita si risponde non solo e non tanto con tecnologia e polizia, ma creando quartieri più vissuti, dove la gente si conosce di più, dove non ci sono spazi abbandonati, dove del tema sicurezza si discute per trovare soluzioni partecipate e condivise. Illuminazione è sicurezza. L’illuminazione stradale va adeguata, dopo verifiche capillari, al fine di accrescere la percezione di sicurezza dei cittadini. Riprovare con decisione con i vigili di quartiere, inserendoli in un progetto di sicurezza partecipata: organizzare periodici incontri tra cittadini, commercianti e artigiani di zona, gestori di servizi di ristorazione, associazioni che operano sul territorio, con le forze dell’ordine e i vigili di quartiere per conoscere quanto succede sul territorio e concordare le azioni preventive e di controllo. Bisogna tornare a vivere piazze e strade, creando eventi ed iniziative culturali (concerti, spettacoli, teatri di piazza, ecc.) nelle strade, nelle piazze e negli spazi pubblici dei nuovi “centri” in cui vogliamo che si articoli la città. Dobbiamo anche educare in strada per prevenire e contrastare la formazione di piccole bande giovanili di quartiere, attraverso l’intervento degli operatori sociali sia pubblici che appartenenti ad associazioni del volontariato. Dobbiamo investire molto nello sport chiedendo la collaborazione delle associazioni, facendole avvicinare i bambini e le famiglie e coinvolgerli. Lo sport è una grande scuola di inclusione e di crescita che potrebbe educare e aiutare molto per esempio nella lotta al bullismo, nell’ inclusione dei ragazzi in difficoltà, e giovare al loro benessere psichico oltre che fisico.