Candida e alimentazione
Il termine candidosi definisce un’infezione fungina dovuta alla proliferazione eccessiva di Candida, soprattutto la variante Albicans (che in piccola quantità si trova normalmente nel nostro organismo), che riguarda pelle e mucose, ma che nella maggior parte dei casi origina da uno squilibrio del microbioma intestinale definito disbiosi.
La candida è un disturbo fastidioso che tende a ripresentarsi più volte nella vita se non si riequilibrano in modo corretto le cause (soprattutto intestinali) che lo hanno originato.
Si tratta di un disturbo che colpisce sia la popolazione maschile sia quella femminile nonostante sia più diffuso tra le donne.
Abitudini quotidiane scorrette, dieta, stress, alterazioni della flora intestinale ed eventuali terapie farmacologiche possono avere un impatto diretto sull’insorgere di questa patologia, in quanto contribuiscono tutte a innalzare lo stato di infiammazione. Spesso la candida rimasta silente si riattiva in condizioni di bassa difesa immunitaria.
L’alimentazione scorretta è una delle cause più frequenti della candidosi: il consumo eccessivo o ricorrente di sostanze fermentate e carboidrati a veloce assorbimento, l’uso e l’abuso di farmaci, in particolare antibiotici, l’assenza di frutta e verdura crude nella alimentazione quotidiana e lo scorretto bilanciamento di carboidrati e proteine nella composizione del singolo piatto sono fattori che innalzano il livello di infiammazione dell’organismo.
Cosa fare
Il controllo dell’infiammazione da cibo, rilevabile dall’analisi di particolari citochine quali BAFF e PAF, e la definizione del Profilo Alimentare personale, effettuata attraverso un test come Recaller o BioMarkers, consentono di impostare un regime dietetico idoneo a contrastare la candida, facilitare l’azione delle terapie già impostate e prevenire eventuali recidive.
Altri suggerimenti
Spesso la dieta più appropriata per il trattamento della candidosi prevede il consumo controllato di cibi fermentati, correlati ai lieviti.
Quasi sempre gli eccessi di dolci e carboidrati raffinati contribuiscono allo sviluppo della candida e attivano comunque una iperproduzione di insulina che favorisce l’infiammazione. Utile quindi limitare il consumo di zuccheri semplici preferendo invece cereali integrali, abbinare a ogni pasto carboidrati e proteine nella giusta proporzione, masticare lentamente e praticare ogni giorno attività fisica, così da evitare picchi glicemici e interrompere il circolo vizioso che favorisce il disturbo.
Può essere utile valutare la funzionalità digestiva con un esame chimico-fisico delle feci e la ricerca di miceti, per identificare eventuali casi di malassorbimento, causa di infiammazione intestinale e di dismicrobismo.
La contemporanea presenza di un livello infiammatorio elevato e di malassorbimento può richiedere l’utilizzo di enzimi specifici.
L’integrazione con inositolo, probiotici e con minerali come magnesio, zinco e rame, oltre ad avere un’importante azione di modulazione insulinica, supportano l’organismo nei momenti di maggior impegno come nel corso di una gravidanza.
L’uso locale di oli di iperico, lavanda e melaleuca, può svolgere un’azione riparatrice e rinfrescante sulla mucosa e una intensa azione antimicrobica.