Colesterolo: verso un futuro senza statine?
Nell’ormai dinamico panorama del trattamento dell’ipercolesterolemia, un ulteriore passo in senso di riduzione delle indicazioni all’utilizzo delle statine arriva dalle nuove linee guida dell’USPSTF (il servizio di prevenzione degli Stati Uniti).
Ci siamo già occupati da tempo del tema colesterolo, interrogandoci proprio su se questo fosse un vero e proprio problema e su come (e quando) intervenire.
Recentemente anche il British Medical Journal ha portato sotto i riflettori la questione della scarsità di vantaggi in termini di salute evidenziati in studi a lungo termine sull’uso delle statine (dando ulteriore credito all’approccio integrato sostenuto da anni presso il nostro centro medico SMA di Milano).
Un ulteriore tassello nell’ottica di riduzione dell’indicazione all’utilizzo di statine arriva da uno studio pubblicato la settimana scorsa su JAMA (il giornale dell’associazione medica americana) che ha analizzato oltre 3400 pazienti, presi da un campione rappresentativo dell’intera popolazione americana, andando a valutare la proporzione di pazienti che sarebbero stati avviati a terapia secondo le indicazioni delle linee guida del 2013 rispetto a quelle più recenti del 2016.
Il risultato è sorprendente: nei soli Stati Uniti, utilizzando le linee guida più recenti, oltre 9.3 milioni di persone potrebbero fare a meno della terapia con statine.
Seguire le linee guida aggiornate si tradurrebbe in una notevole riduzione dei costi e degli eventi avversi, oltre che in una possibile maggior evidenza di efficacia data da una maggior appropriatezza prescrittiva.
Le nuove linee guida, infatti, hanno aumentato la soglia di rischio oltre la quale la terapia è indicata, e richiedono, in aggiunta a questa, la presenza di almeno un fattore di rischio cardiovascolare. Con le indicazioni più recenti molti soggetti giovani con ipercolesterolemia, o adulti con il solo diabete, non rientrerebbero nelle categorie in cui il trattamento farmacologico è raccomandato.
È importante ricordare che nell’ottica di controllo del colesterolo, la modulazione dell’insulina gioca un ruolo fondamentale.
Sono infatti ormai superate (e smentite) da decenni le indicazioni di restrizione degli alimenti ricchi di colesterolo (uova e formaggi, giusto per citarne un paio), in quanto la stragrande maggioranza del colesterolo circolante è data dalla quota di colesterolo sintetizzato a livello epatico. Ed è proprio l’insulina a stimolarne la produzione!
Controllare l’insulina utilizzando carboidrati integrali, abbinando carboidrati e proteine ed utilizzando i grassi “buoni” (a crudo) si può efficacemente ridurre l’impatto glicemico del pasto e quindi anche lo stimolo alla sintesi di colesterolo.
L’attività sportiva, tramite l’aumento della massa magra, risulta efficace in questo senso grazie al miglioramento della sensibilità insulinica. Che in futuro siano queste le indicazioni per il trattamento dell’ipercolesterolemia e non più le statine?
Bibliografia essenziale