Varianti Covid: per controllare inglese e sudafricana, indispensabili Zinco e Selenio
Controllare lo sviluppo delle diverse varianti (da quella inglese alla brasiliana e a tutte le future possibili), ridurre la diffusione e la contagiosità del virus e alla fine sopravvivere al Covid se si viene infettati. Sono tre degli obiettivi di questa fase e molti ricercatori stanno lavorando in tutto il mondo per fornire a ogni persona gli strumenti di difesa più adatti.
Il giorno 13 di febbraio 2021 un gruppo di ricercatori francesi della Università di Marsiglia ha pubblicato sul “Journal of Microbiology, Immunology and Infection” un articolo che documenta come la sopravvivenza al Covid dipenda anche dal livello di Zinco dell’organismo (Dubourg G et al).
Tra i 275 pazienti malati di Covid del loro centro, gli autori hanno evidenziato che le 75 persone che hanno avuto complicanze gravi e letali avevano un livello di Zinco plasmatico significativamente minore di quello delle 200 persone che sono invece sopravvissute alla malattia e che hanno avuto una evoluzione clinica positiva, guarendo (840 µg/L nei pazienti gravi contro una media di 970 µg/L in quelli sopravvissuti e guariti bene, con una significatività statistica molto alta per p< 0.0001).
Gli autori suggeriscono che l’integrazione di Zinco (che supporta efficacemente l’azione del sistema immunitario) possa essere utile per tutti i pazienti gravemente ammalati di Covid.
Questo non fa che confermare quanto da anni sosteniamo, suggerendo per la prevenzione delle malattie invernali e dell’influenza, una integrazione di Manganese, Zinco, Rame, Cromo e Selenio (Oximix 1+ o Oximix Multi+) da iniziare in autunno e mantenere fino alla primavera. Conferma anche quanto abbiamo suggerito dai primi mesi del 2020 ad oggi, cioè di utilizzare la stessa integrazione anche in funzione della difesa dal Covid. Il dato interessante è che gli autori francesi suggeriscono il suo uso, sulla stessa linea di quanto fatto da Eurosalus, anche per contribuire al trattamento della malattia conclamata e non solo per la prevenzione.
Il fatto che lo Zinco possa essere di supporto anche nella prevenzione è confermato da un altro lavoro, pubblicato su Redox Biology a gennaio 2021, nel quale i ricercatori di 14 differenti istituti di ricerca tedeschi, hanno confermato che quasi tutti i pazienti deceduti per Covid o comunque ammalati di una forma severa e la metà di quelli ammalati anche in modo leggero, i valori di Zinco e di Selenio erano significativamente più bassi di quelli delle persone sane o rimaste sane (Heller RA et al, Redox Biol. 2021 Jan;38:101764. doi: 10.1016/j.redox.2020.101764. Epub 2020 Oct 20).
Anche in questo caso i ricercatori hanno descritto valori di Zinco che in Italia sono spesso considerati nell’intervallo di normalità ma bassi. Ad esempio, la media dei valori per i malati di questo lavoro era 717,4 µg/L. I valori di chi è rimasto sano avevano invece una media di 975,7 µg/L, valori sempre nel range di normalità, ma decisamente più elevati di quelli dei malati.
È per questo motivo che nel nostro centro (SMA – Milano) prescriviamo comunque integratori che pur essendo all’interno dei valori raccomandati dal Ministero per l’integrazione giornaliera (ad evitare così i rischi di un sovradosaggio), sia per lo Zinco sia per il Selenio mantengono un apporto di minerali sufficiente ad alzare un po’ il livello medio, pur rimanendo sempre nel range di normalità, per migliorare le capacità difensive dell’organismo.
Lo stesso vale per il Selenio, che abbiamo già ampiamente documentato su Eurosalus essere uno dei minerali, se non “IL” minerale in grado di contrastare lo sviluppo di mutazioni virali.
In termini pratici significa che l’integrazione da noi consigliata (1 capsula di Oximix 1+ al mattino a prima colazione, alternata a 1 capsula di Oximix Multi+) a fianco della Vitamina C e dell’estratto di broccolo italico e dello stesso Zinco (Betamune), è sicuramente in linea con quanto si sta scoprendo giorno dopo giorno sul SARS CoV2 e sui suoi effetti.
A tutti, in questo momento, interessa porre un freno alla pandemia e ridurre i rischi del contagio per se stessi e per i propri cari. L’uso corretto dello Zinco, del Selenio e dei supporti vitaminici indicati è uno degli strumenti possibili per ottenere questi effetti, affiancandosi ovviamente al controllo della glicazione e dell’uso degli zuccheri, elementi riconosciuti come fondamentali per ridurre la contagiosità e la letalità del virus, e per supportare anche l’azione vaccinale.
Sulla importanza della glicazione in relazione al contagio virale e alle sue possibili complicanze, su Eurosalus sono già stati pubblicati gli articoli “COVID e glicazione: il virus crea l’ambiente adatto manipolando le cellule del pancreas” e “COVID 19. Contagiosità e complicanze aumentate da zuccheri e glicazione” cui rimandiamo per uno specifico approfondimento.