Steatosi epatica: fegato più grasso per chi cena tardi alla sera
L’accumulo di grasso nel fegato riguarda la cosiddetta NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease, malattia da fegato grasso non alcolica), che ha uno spettro di manifestazioni molto vario.
La NAFLD non riguarda quindi le persone che utilizzano una quota elevata di alcol, che possono pure avere una steatosi epatica chiaramente connessa all’utilizzo alcolico, ma proprio chi non fa uso di alcolici o li usa in modo ridotto, perché per chi ha la NAFLD la causa principale è l’eccesso individuale di zuccheri e non quello di grassi, come un tempo si riteneva.
Si tratta di un problema importante, che oggi sembra passare “sotto silenzio” solo perché non ci sono farmaci che agiscono direttamente sul problema. Si tratta di una malattia metabolica e la strategia difensiva più rilevante è infatti una dieta corretta e personalizzata che controlli gli zuccheri, come dimostrato con rigore sul JAMA fin dal 2019.
Lasciata a se stessa, questa condizione può passare dalla “semplice” steatosi, in cui l’accumulo non dà apparente segno di sé, alla NASH (Non Alcoholic Steato-Hepatitis, steatoepatite non alcolica), ovvero una condizione in cui questo accumulo anomalo di grasso crea infiammazione (da cui il termine “epatite”) e quindi danno progressivo al fegato.
Fino ad un terzo dei pazienti con NAFLD (quindi un fegato grasso, ma senza una franca risposta infiammatoria) svilupperà NASH (quindi infiammazione e danno grave agli epatociti, le cellule del fegato) e la NASH, a sua volta, può portare allo sviluppo di fibrosi e poi di cirrosi, e indurre la trasformazione cellulare verso l’epatocarcinoma (un tumore maligno primitivo del fegato).
Fegato grasso e steatosi epatica: è colpa degli zuccheri e la loro riduzione fa guarire il fegato
Una ricerca pubblicata nel giugno 2022 sull’International Journal of Obesity ha documentato in un gruppo di persone con NAFLD, quindi già con steatosi epatica, che le persone che erano abituate a mangiare tardi alla sera avevano livelli di deposizione di grasso nel fegato significativamente più alti di quelli delle persone con un cronotipo mattiniero o intermedio. Il cronotipo serale (riferito alle persone che mangiano il pasto principale con la cena, più tardi in serata o addirittura di notte) è sicuramente svantaggiato.
Rispetto ai mattinieri, i “serali” avevano un indice di massa corporea (BMI) più alto (erano cioè più grassi), e avevano la circonferenza della vita e la misura dei fianchi decisamente più elevate.
Questo aspetto ci appare chiaro se facciamo riferimento a quanto già capito per i livelli di glucosio nel sangue. A parità di calorie introdotte con il pasto, i livelli di glicemia calano del 20% in pomeriggio se la colazione è stata ricca e lo stesso vale per i livelli di colesterolo che crescono se la cena è il pasto più sostanzioso.
Si tratta quindi di una malattia metabolica legata agli zuccheri e, come spiegato nell’articolo di Eurosalus su “Fegato grasso e steatosi epatica”, la steatosi epatica può essere controllata con una dieta appropriata basata sul controllo (non la esclusione) di tutti i tipi di zuccheri, alcolici, frutta, polioli e carboidrati raffinati, ottenendo risposte terapeutiche in poco tempo.
Sappiamo che una dieta adeguata e corretta deve essere molto personalizzata, come è prassi nel centro SMA in cui lavoro, quando impostiamo dei percorsi terapeutici sul diabete, sul sovrappeso, sulla steatosi o sulla dislipidemia. Sappiamo che gli effetti dell’alimentazione dipendono dal livello di infiammazione correlata al cibo o agli zuccheri (oggi valutabili con precisione attraverso i test GEK Lab), dal momento della giornata in cui si mangia e dalla composizione del piatto e dalla proporzione corretta tra carboidrati e proteine in ogni piatto.
Con il test PerMè e con il GlycoTest è possibile misurare quanto l’alimentazione personale sia difforme dal giusto e quale tipo di predisposizione si abbia verso questo tipo di malattia. Per arrivare a un uso consapevole degli zuccheri che può aiutare non solo chi abbia problemi di fegato e di steatosi, ma anche tutti coloro che abbiano problemi di salute legati al metabolismo zuccherino, dal diabete all’obesità e alle malattie cardiovascolari.