Supporta la tua tiroide con l’alimentazione
Quando si parla di corretto funzionamento della tiroide, i microelementi da considerare sono sicuramente iodio e selenio.
Cerchiamo di capire perché.
Lo iodio
Lo iodio è un microelemento indispensabile per la produzione di due ormoni T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina), che sono sono fondamentali per diverse reazioni metaboliche e nei processi di crescita.
In carenza di iodio la tiroide è quindi impossibilitata a produrre la giusta quantità di ormoni tiroidei e questa carenza può portare a diversi sintomi. Tra quelli più conosciuti c’è il gozzo, ovvero l’aumento in volume della tiroide. In questo caso la ghiandola diventa più attiva per cercare di produrre una maggiore quantità di ormoni e sopperire alla carenza.
Oltre al gozzo, carenze importanti e durature di iodio possono causare danni al sistema nervoso, il cui funzionamento è correlato ad una quantità adeguata di ormoni tiroidei.
Per far in modo che la tiroide funzioni correttamente, adolescenti e adulti dovrebbero assumere quotidianamente 150 microgrammi al giorno di iodio. Il fabbisogno aumenta in caso di gravidanza per garantire il corretto sviluppo del bambino.
Come assicurarsi questa quantità?
La quantità di iodio contenuta negli alimenti dipende da vari fattori, negli alimenti vegetali dipende dal terreno in cui sono stati coltivati, mentre negli alimenti animali dipende dalla quantità di iodio assunta dagli animali stessi. Una maggiore concentrazione di iodio si ritrova in pesci e molluschi, ma in generale si è visto che con l’alimentazione lo iodio assunto non è sufficiente.
Per raggiungere il fabbisogno giornaliero di iodio, oltre ad avere un’alimentazione varia, è quindi necessario utilizzare il sale iodato. Non bisogna però abbondare con le quantità perché un eccesso di sale è correlato ad un aumento di patologie cardiovascolari, il consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è di non superare i 5 g al giorno.
Il selenio
Il selenio è un oligoelemento fondamentale per il funzionamento della tiroide. Infatti fa parte di un enzima che determina la conversione di T4 in T3, una sua carenza rende impossibile questa conversione. Inoltre il selenio ha un’importantissima funzione antiossidante, neutralizza l’effetto del perossido di idrogeno che si forma durante la formazione degli ormoni tiroidei. In generale diversi studi dimostrano come il selenio abbia un’azione protettiva nei confronti dell’infiammazione presente nelle patologie autoimmuni come tiroiditi.
È stato anche dimostrato che esiste una relazione tra patologie autoimmuni e valori di BAFF: per esempio la tiroidite di Hashimoto è una delle patologie in cui alti valori di BAFF inducono e mantengono la patologia. Il BAFF è una molecola infiammatoria, che aumenta in caso anche in caso di alimentazione scorretta.
È chiaro quindi come anche l’alimentazione personalizzata, definita attraverso su test specifici (come i test GEK Lab), possa avere un ruolo specifico nel ridurre l’infiammazione generalizzata e quindi migliorare la sintomatologia delle tiroiditi autoimmuni.