Qualche consiglio alimentare per chi ha problemi di reni
DOMANDA
Buongiorno dottore. Nelle sue rubriche non ho trovato nulla in merito all’alimentazione indicata per chi soffre di patologie renali (IRC). Ha già trattato l’argomento? La ringrazio in anticipo.
RISPOSTA
Gentilissima Lettrice,
la patologie renali sono molto complesse e poliformi e quindi ogni singola situazione deve essere affrontata nello specifico con l’aiuto del proprio medico di fiducia. Indicazioni che possono valere in una determinata situazione non sono adatta ad altre condizioni.
Come per molte altre patologie viene raccomandato il mantenimento o il raggiungimento di un adeguato peso corporeo. Sovrappeso e obesità sono nemici di qualsiasi patologia cronica. Occorre stimare in maniera adeguata i propri fabbisogni nutrizionali con un attenzione particolare al bilancio proteico della dieta. In molti studi un eccesso proteico nell’alimentazione quotidiana viene correlato ad un maggiore danno renale.
Se da un lato è vero che una dieta iperproteica è senza dubbio molto dannosa nel paziente con una patologia renale allo stesso modo una carenza di proteine rischia di essere altrettanto controproducente. Proprio per questo è importante farsi seguire da un nutrizionista esperta di problemi renali in modo da definire in maniera specifica e personalizzata il corretto apporto di proteine nella dieta.
Senza dubbio è importante prediligere fonti proteiche di alto valore biologico. Se ad esempio la carne, il pesce, i latticini e le uova hanno una composizione aminoacidica che soddisfa al 80-85% le necessità dell’organismo umano (con le uova arriviamo quasi al 100%). Diversamente con altre fonti proteiche come lenticchie, piselli, ceci e più in generale le leguminose (fatta eccezione per la soia) insieme ai semi oleosi siamo ben al di sotto del questa soglia arrivando a un misero 35-40%.
Le leguminose e i cereali integrali contengono pool di aminoacidi complementari e il loro abbinamento permette di aumentarne il valore biologico sebbene si rischi di incrementare di molto l’apporto di carboidrati rispetto al quantitativo proteico.
Nel paziente malato di rene quando si parla di proteine è indispensabile parlare anche di attività fisica.
I reni servono, tra l’altro, ad espellere i residui del metabolismo degli aminoacidi. Le necessità proteiche di un individuo variano enormemente in base al tipo di attività fisica svolta. Questo dipende dal fatto che fare movimento determina un aumento della massa muscolare e le proteine vengono utilizzare per far muscolo e di conseguenza non sono metabolizzate e non aumentano il quantitativo di scorie che deve essere escreto dal rene.
Proprio per questo è importante che il movimento (sempre moderato e in linea al proprio livello di allenamento) diventi una parte della quotidianità di ogni persona con problemi renali.
Altro aspetto fondamentale nel paziente renale, che spesso viene sottovalutato, e la riduzione assoluta del consumo di sale.
In tal senso non ci si riferisce tanto al sale aggiunto per salate l’acqua di bollitura della pasta o al sale per condire l’insalata quanto piuttosto al sale nascosto negli alimenti.
Alimenti come i prodotti da forno, gli affettati, i salumi e i formaggi sono ricchissimi di sale e devono essere assolutamente limitati nella propria alimentazione. Basti pensare che un etto di prosciutto crudo contiene in media anche 4-5 grammi di sale così come un etto di formaggio stagionato mentre un etto di pane può arrivare a contenere anche 3 grammi di sale.
Per finire è importante approfondire il quadro immunologico, sopratutto se il problema ai reni è di origine infiammatoria.
L’effettuazione di un test per valutare l’infiammazione da cibo, come Recaller o BioMarkers Test, e l’impostazione di una dieta di rotazione settimanale per il recupero della tolleranza spesso permettono di migliorare la funzione renale e di conseguenza consentono una miglior gestione della terapia farmacologica eventualmente necessaria.
In collaborazione con la dr. Carla Camerotto.