Ipertensione: meglio ridurre l’infiammazione
DOMANDA
Cosa si può fare contro l’ipertensione per ovviare alla classica pastiglietta giornaliera? Tra le cause della pressione alta, oltre allo stress, potrebbe esserci anche l’alimentazione? A quali cibi devo stare attento?
RISPOSTA
Gentilissimo Lettore,
un problema come quello dell’ipertensione deve sempre essere considerato in un’ottica multifattoriale: la pressione alta può essere causata da tantissimi fattori differenti come l’eccesso di sale, lo stress, l’emotività, il sovrappeso, l’infiammazione da cibo ecc.
In caso di ipertensione quindi è importante rivolgersi al proprio medico di fiducia per valutare con lui quali esami è meglio effettuare e l’eventuale approccio terapeutico.
In un articolo pubblicato di recente sulle pagine di Eurosalus è possibile trovare indicazioni precise su come il cambio di abitudini possa effettivamente modificare la pressione arteriosa. Proprio perché le cause dell’ipertensione possono essere tra le più varie è importante agire su piani differenti per ottenere i migliori risultati.
L’effettuazione di un test come Recaller o BioMarkers per misurare l’infiammazione da cibo e valutare il proprio profilo alimentare personalizzato è uno dei primi passi che chiedo ai miei pazienti affetti da ipertensione. Ridurre l’infiammazione da cibo con una dieta di rotazione settimanale permette di migliorare la risposta dell’organismo e favorisce l’attivazione del metabolismo e quindi la perdita di peso, che è uno dei fattori che più influenzano la pressione alta.
Sempre sul piano dietetico è fondamentale portare al minimo il consumo di sale. Ridurre il sale determina prima di tutto la riduzione dell’eccesso di liquidi circolanti e quindi della pressione. Quando si parla di sale non si intende esclusivamente il sale aggiunto per condire le verdure o per salare l’acqua di bollitura della pasta, ma soprattutto gli alimenti come affettati, formaggi e prodotti da forno che sono intrinsecamente molto ricchi di sale.
Sul piano dell’integrazione minerale non si può non citare il Magnesio, che svolge una potente azione di modulazione della pressione arteriosa abbassandola se questa è troppo alta o sostenendola se è troppo bassa. Il magnesio funziona come un calcio antagonista naturale riducendo lo spasmo della muscolatura delle arteriole e quindi la pressione sanguigna. Ad esempio si utilizzerà una compressa a prima colazione e cena di un prodotto come MG3 Zerotox per cicli terapeutici anche prolungati da valutare in relazione all’efficacia clinica.
Il magnesio è anche utile per controllare lo stress: se alla base dell’ipertensione c’è un periodo di forte impegno emotivo meglio utilizzare un prodotto come Oximix 10+ Pressure che affianca al magnesio estratti fitoterapici come il Biancospino che svolge una buona azione di filtro emotivo insieme all’Aglio e all’Ulivo per un’azione nettamente antipertensiva. Il dosaggio è di 2 capsule a prima colazione e 2 capsula a cena per periodi di trattamento anche prolungati.
In una logica di medicina integrata, buoni risultati si ottengono anche con l’agopuntura. Una meta-analisi pubblicata nel 2015 su Plos One (Zhao X-F et al. PLoS ONE. 2015;10:e0127019) ha concluso che un approccio agopunturistico è efficace, in affiancamento alla terapia dietetica e farmacologica, per normalizzare i valori di pressione e rappresenta una possibilità terapeutica da tenere in seria considerazione. Solitamente si inizia prevedendo una seduta alla settimana per poi diradare gli incontri in relazione alla stabilizzazione dei valori di pressione.
Nella mia pratica clinica tendo a integrare approcci terapeutici diversi che spaziano dal cambio delle abitudini alimentari, all’integrazione di Magnesio, dall’agopuntura all’attività fisica, dall’uso di estratti fitoterapici fino anche alla prescrizione di farmaci antipertensivi se necessario in modo da affrontare il problema da più prospettive e ottenere in questo modo il miglior effetto terapeutico sulla pressione alta.