Controllare gli zuccheri anche per controllare le rughe
Sappiamo con certezza che mangiare zuccheri e sostanze affini, in tutte le possibili forme che comprendono dolcificazione, miele, sostanze ipocaloriche, eccesso di frutta, alcol e ovviamente lo zucchero (di qualsiasi colore o provenienza), determina la formazione di sostanze ossidanti e di radicali liberi.
La glicazione, cioè i livelli di sostanze dannose create dagli zuccheri nell’organismo, oggi può essere misurata con facilità attraverso i test GEK Lab (Glyco Test e test PerMè), che individuano i valori di Metilgliossale (MGO) e la percentuale di Albumina glicata, in grado di indicare dei cambiamenti nutrizionali personalizzati che consentono di controllare i danni derivati dalla glicazione ben prima che questi determinino malattie come il diabete, la demenza senile, il sovrappeso, la steatosi epatica e il precoce invecchiamento.
Fin dal 2010 è noto che una condizione di iperglicemia attiva tutti i possibili processi di glicazione correlati con la crescita di prodotti ossidanti, di radicali liberi e prodotti finali del metabolismo degli zuccheri (AGEs), quelli che creano anche indurimento delle strutture elastiche, ossidazione dei tessuti e facilitano le rughe e l’invecchiamento (Yao D et al. Diabetes 2010 Jan;59(1):249-55).
I ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, hanno pubblicato su Diabetes i risultati di uno studio che dimostra come la produzione di radicali liberi indotta dall’iperglicemia aumenta l’espressione dei fattori di glicazione con effetti pro-infiammatori mediati dalla produzione di Metilgliossale (MGO), che è proprio quella sostanza che i nuovi test di glicazione possono individuare per aiutare ogni persona a metterla sotto controllo.
Il Metilgliossale è anche la sostanza che caratterizza il livello di variabilità glicemica presente nell’organismo e che quindi consente, una volta capito il suo livello, di intervenire in modo personalizzato sulla alimentazione che ne determina l’innalzamento.
Uno studio sudcoreano pubblicato sull’International Journal of Molecular Science nel 2021 ha documentato che, indipendentemente dall’età che cresce e che determina invecchiamento cutaneo (rughe) e contribuisce alle formazioni tumorali della pelle, l’organismo umano è in grado di attivare un particolare enzima (la Gliossalasi 1) che contrasta e riduce il MGO.
Secondo gli autori (opinione che condivido), durante l’invecchiamento cutaneo, dovuto sia all’età che alla esposizione solare prolungata, l’espressione e l’attività della gliossalasi si riducono notevolmente, con conseguente accumulo di MGO e danni ossidativi alla pelle.
Questo accumulo di MGO compromette e ritarda anche il processo di guarigione delle ferite. Il sistema della gliossalasi svolge un ruolo importante nell’invecchiamento cutaneo e protegge la pelle dallo stress dovuto a sostanze come il Metilgliossale, e riduce il danno ossidativo.
Gli autori suggeriscono che gli induttori di gliossalasi o gli “spazzini” del MGO possono svolgere un ruolo importante nel ritardare l’invecchiamento cutaneo e migliorare il processo di guarigione delle ferite.
In modo molto preciso, testimoniato anche dai recenti lavori pubblicati dal nostro gruppo di ricerca proprio sul Metilgliossale, una impostazione nutrizionale, personalizzata dalla conoscenza dei valori di glicazione, consente di ridurre i livelli di MGO e di ridurre “dal di dentro” i danni di ossidazione e la predisposizione alle rughe.
Dieta personalizzata, apporto dell’aminoacido glicina, uso di sostanze antiossidanti come l’olio di Perilla e supporto di minerali e inositolo come presenti in Glucontrol base, sono tutti strumenti utili per contrastare i danni da zuccheri e rallentare i processi di invecchiamento.
Quando si attiva un processo infiammatorio, l’organismo risponde cercando di spegnerlo e in genere “butta acqua sul fuoco” per diluire la concentrazione di sostanze infiammatorie presenti. Questa azione ha portato di recente, nel campo della medicina estetica, alla produzione di sostanze (in genere creme) a base proprio di zuccheri, da applicare sulla pelle per ridurre le rughe.
Basando alcune comunicazioni sulla falsa convinzione che si tratti di creme per “nutrire” la pelle (l’idea che lo zucchero nutra è sempre molto diffusa), in realtà le creme devono il loro effetto e la loro efficacia alla azione infiammatoria degli zuccheri.
La lieve infiammazione che si crea nella zona di applicazione, infatti, porta ad un aumento dell’acqua extracellulare che l’organismo usa per difendersi, inducendo quindi lo spianamento (temporaneo) delle rughe, con un effetto estetico visibile.
Un effetto negativo (infiammazione da zuccheri) viene usato all’esterno per ottenere un effetto positivo.
Questo non riabilita certo lo zucchero, anzi, ma la conoscenza dei suoi effetti può consentire di controllare gli zuccheri “dentro” con specifiche scelte nutrizionali e gestire dli zuccheri “fuori” anche per rallentare l’invecchiamento e migliorare il proprio aspetto fisico.
Tra le indicazioni che diamo nel centro SMA in cui lavoro, c’è quella di diffidare da beveroni “detox skin care” perché in realtà aumentano fortemente la glicazione interna oltre che portare vitamine e minerali. Per usarli sapientemente serve conoscere i propri livelli di glicazione.
Purtroppo è facile trovare online ricette di estratti o centrifugati contro le rughe in cui si fanno affermazioni come “…il centrifugato antirughe al kiwi è veramente gustoso e sfizioso se miscelato con l’arancia e la carota…”.
È bene sapere che in una ricetta come quella, presa senza conoscere i propri livelli di glicazione, attraverso il fruttosio si assume una quantità di zuccheri equivalente a quella di 11 cucchiaini di zucchero (saccarosio) che portano a un immediato picco di glicemia e quindi a un incremento di MGO.
Mantenendo l’esempio appena fatto, è sicuramente meglio un frullato (non un estratto privo di fibra) a prima colazione con un frutto mischiato a verdure gestendo la quota proteica con una aggiunta di mandorle e nocciole.
Alla fine rimane definito, sul piano scientifico, che il controllo della glicazione, utile non solo per combattere le malattie tumorali ma anche per ridurre le rughe e mantenere tonica e giovane la pelle, deve essere effettuato attraverso scelte basate sulla misurazione dei propri livelli di glicazione, in modo personalizzato.