Aloe: una pianta dai mille pregi
Conosciuta già dagli Egizi, nel 4000 a.C., che la chiamavano “pianta dell’immortalità” e che ne usavano la linfa per donare bellezza, salute ed eternità; dai Sumeri nel 2100 a.C., fu citata dal greco Dioscoride (41..48 d.C.) in un antico erbario come una pianta dal potere di “conciliare il sonno, fortificare il corpo, far dimagrire la pancia e purificare lo stomaco”. Anche Plinio il Vecchio (75 d.C.) la cita nella sua “Historia Naturalis”.
Era conosciuta nell’antichità in Cina, India e Giappone come una pianta sacra; anche dagli Indios americani che la chiamavano “bacchetta magica del cielo” era venerata come una delle sedici piante sacre. Anche certe tribù africane la usavano per lavarsi durante le epidemie.
Cristoforo Colombo disse: “Quattro vegetali sono indispensabili per la salute dell’uomo: il frumento, la vite, l’ulivo e l’aloe. Il primo lo nutre, il secondo ne rinfranca lo spirito, il terzo gli reca armonia, il quarto lo guarisce”. Gandhi diceva che durante i suoi lunghi digiuni era stato sostenuto oltre che dalla sua incrollabile fede in Dio, anche dai benefìci dell’Aloe che aveva scoperto in Sud Africa alla fine dell’800.
Ma chi ha divulgato ai giorni nostri l’utilizzo di questa pianta nella prevenzione e nella cura dei mali dell’organismo umano, è Padre Romano Zago, un frate nato in Brasile che ha preparato un’antica ricetta a base di Aloe vera, miele e bevanda alcolica distillata, diventata nota nel mondo tra il 1991 e il 1995.
Il successo di questa ricetta è dovuto principalmente al potere di azione dell’Aloe come ricostituente naturale, stimolante ed energetico, che oltre a disintossicare, tonifica e rigenera le cellule del corpo.
In verità l’efficacia dell’Aloe viene ufficialmente riconosciuta soprattutto in campo cosmetico e dermatologico per le sue proprietà emollienti, idratanti e protettive cutanee, oltre che lenitive delle bruciature.
Una curiosità: ogni giorno in Giappone sono venduti oltre due milioni di vasetti di yogurt contenente aloe (come regolatore della digestione, nelle coliti, contro i disturbi intestinali dei bambini) e i Giapponesi lo aggiungono a whisky ed altre bevande, pare allo scopo di ridurre il tasso alcolico nel sangue.
Da noi, oltre che in cosmetologia, viene consigliato dagli erboristi come un potente depurativo, quindi anche solamente a scopo preventivo.
La richiesta è in aumento, oltre che per i buoni risultati conseguiti, per il desiderio di un ritorno ai rimedi naturali.
Articolo pubblicato sulla rivista “Genova VIP”, rubrica “L’Altra Medicina” a cura di Cristina Cassani del centro DRIA di Genova.