Alimentazione e terapie antitumorali
Per un paziente in trattamento oncologico, il mantenimento di uno stato nutrizionale adeguato è fondamentale per migliorare la tolleranza ai trattamenti e mantenere una buona qualità di vita.
Chemioterapia, radioterapia e i più recenti farmaci a bersaglio molecolare possono causare nausea, vomito, stipsi o diarrea, perdita di appetito e indurre un calo ponderale.
La scelta degli alimenti, la composizione dei pasti e la distribuzione dell’introito energetico nella giornata possono aiutare a fronteggiare la malattia in modo più efficace e a ridurre gli effetti collaterali delle terapie.
Le indicazioni nutrizionali vengono valutate in base alla patologia, al trattamento in atto e alle condizioni del paziente e vengono rivalutate periodicamente attraverso i controlli.
In genere ci si basa sulle regole alimentari appartenenti al modello di dieta Mediterranea, con un buon bilanciamento dei pasti e una buona varietà alimentare. Tra gli alimenti da limitare: affettati e carni lavorate, la carne rossa, i formaggi molto grassi, gli zuccheri semplici e i cereali raffinati.
Una buona prima colazione costituita da fonti di carboidrati preferibilmente integrali (ad esempio, pane integrale o cereali), fonti proteiche (ad esempio frutta a guscio e semi o uova per crêpes o pancakes) e vegetali adeguatamente ripartiti, contribuisce a limitare gli sbalzi glicemici, a migliorare il livello di energie durante la mattinata e a contrastare la spossatezza, che spesso accompagna chi affronta la malattia.
Un altro aspetto di grande rilevanza è il controllo dei livelli di infiammazione derivati da un eccesso individuale di zuccheri consumati, il quale favorisce formazione di composti glicati che a loro volta aiutano le cellule tumorali a costruire una sorta di scudo difensivo che le protegge dall’azione del sistema immunitario. Attraverso l’effettuazione di un test PerMè o di un Glyco Test è possibile personalizzare le indicazioni dietetiche in merito alla gestione dell’infiammazione da zuccheri.
In ogni caso l’obiettivo di qualunque intervento nutrizionale è aiutare la persona in terapia a:
- limitare il calo ponderale (e la cachessia) o in alcuni casi evitare un eccessivo aumento
- recuperare e mantenere un discreto livello di energie
- permettere al sistema immunitario di funzionare in modo efficiente e far fronte ad eventuali infezioni
- ottimizzare l’effetto dei farmaci e ridurre il rischio di recidive
- limitare gli effetti collaterali dei farmaci
In presenza di nausea e vomito, il consiglio è quello di frammentare i 3 pasti principali in piccoli pasti equilibrati (anche 5-6 se necessario), che non impegnino troppo l’apparato digerente ma forniscano i gusti nutrienti. Evitare pasti troppo unti, speziati o fritti e preferire cibi freschi e asciutti invece di caldi e brodosi. Anche consumare piccoli pezzetti di zenzero fresco può aiutare ad alleviare la nausea che, nonostante l’esistenza di farmaci specifici, rimane uno dei problemi più difficile da gestire durante la chemioterapia e interessa circa il 70% dei pazienti.
In questi casi anche idratarsi in modo adeguato può essere complicato. È utile cercare di bere poco alla volta e spesso durante la giornata, aiutandosi anche con tisane allo zenzero senza eccedere con l’acqua durante i pasti per evitare un senso di pienezza precoce.
In caso di stipsi, è importante aumentare le fibre assunte, introducendo cereali integrali, verdure e frutta. È utile procedere gradualmente per abituare l’intestino alle fibre ed evitare un eccessivo senso di gonfiore. In alcuni casi, anche passare legumi e verdure può aiutare. Vale l’indicazione di idratarsi bene e nei casi in cui non ci siano impedimenti, è fondamentale fare qualche passeggiata per stimolare la peristalsi.
In presenza di diarrea, il paziente è maggiormente a rischio di disidratazione a causa della perdita di acqua e sali. Posso associarsi calo ponderale, debolezza e inappetenza. Anche in questo caso le raccomandazioni sono di bere distribuendo l’acqua anche lontano dai pasti e di mangiare piccoli pasti distribuiti durante la giornata. È utile limitare cibi piccanti, molto grassi, latte e latticini, gomme da masticare e dolci. Tra cibi da preferire sono: riso bollito, fiocchi di avena magari ridotti in crema, uova, pesce, carne bianca ai ferri con limone, semolino, patate, banane e mele che sono ricchi di potassio.
Secchezza delle fauci e ulcere della mucosa orale sono altri effetti collaterali che si possono verificare durante le cure anti tumorali. In presenza della sola secchezza, bere piccole quantità di liquidi, anche con qualche goccia di limone o succhiare qualche cubetto di ghiaccio, può dare un po’ di sollievo anche in presenza di alterazione dei sapori (sapore di amaro o metallico). Anche in questo caso, è bene evitare i cibi speziati, limitare quelli salati o molto caldi, l’alcol e il caffè. Nelle fasi più acute si suggerisce di consumare i cereali integrali o i legumi ridotti in crema e di preferirli a cibi secchi come crackers o grissini che possono accentuare i fastidi.
Infine, molti studi, recenti, sono concordi sul fatto il digiuno intermittente (nelle sue varie forme) sia associato a un aumento dell’autofagia nelle cellule cancerose. Inoltre, cicli prolungati di digiuno sembrano proteggere le cellule immunitarie durante il trattamento chemioterapico, suggerendo la possibilità di combinare l’immunoterapia e la chemioterapia con tali interventi dietetici. Tuttavia, si tratta di considerazioni che richiedono trials clinici prolungati per essere approvati. Gli studi clinici ci informeranno sull’uso potenziale di questi trattamenti dietetici insieme ai trattamenti convenzionali.
Nel centro SMA in cui lavoro, poniamo un’attenzione specifica a tutti questi aspetti, che vanno conciliati con le esigenze del paziente e a seconda delle problematiche, adeguati alla situazione in modo coprire i fabbisogni nutrizionali e supportare il paziente nel percorso di cura.