Possibili rimedi alla secchezza vaginale. Quando il benessere della donna dipende anche dall’alimentazione
Cistiti, vaginiti, bruciori, secchezza costante della mucosa vaginale e altri fastidi intimi sono disturbi frequenti nelle donne anche tra le più giovani.
Ovviamente le cause possono essere multifattoriali, da quelle ormonali legate alla menopausa a quelle infettive (infezioni urinarie ricorrenti), a quelle legate a trattamenti farmacologici aggressivi (antibiotici, chemioterapici ecc). Altre volte la causa può essere legata allo stress eccessivo, a una alimentazione sregolata o a cause sottostanti di tipo autoimmune. Molte volte questi fattori interagiscono tra loro.
Ecco quindi come sia importante apportare degli interventi curandosi dall’interno e localmente per trovare miglioramento e guarigione a questo insopportabile fastidio.
La mucosa vaginale è colonizzata, così come intestino e mucosa orale, da una incredibile varietà di microrganismi (batteri, virus e funghi) che creano il microbiota vaginale (il vaginoma). Il benessere di tutte le flore (mucose orali, intestino, vagina ecc.) è influenzato da come e cosa mangiamo. Pertanto anche la salute vaginale dipende dal modo in cui ci nutriamo.
Sul piano alimentare è noto come una alimentazione sbilanciata, ricca di zuccheri semplici e prodotti raffinati generi una disbiosi anche vaginale e possa essere responsabile di infiammazione.
Molti gli studi in letteratura che dimostrano come la terapia più efficace per “scalzare” i microrganismi patogeni a favore di quelli buoni sia legata ad una costante attenzione alimentare.
Cosa fare quindi? Innanzitutto è indispensabile conoscere il proprio profilo alimentare, ossia quei gruppi di alimenti che mangiati in eccesso possono essere responsabili del mantenimento o dell’insorgenza di specifici disturbi. Il consumo frequente di sostanze lievitate e fermentate, come ad esempio il classico panino al volo ripetuto sistematicamente al pranzo e l’eccesso di zuccheri o alcolici è spesso una delle cause principali.
Sebbene lo yogurt e i latti fermentati siano alimenti potenzialmente utili per ristabilire il naturale equilibrio della flora vaginale, il loro consumo va accuratamente personalizzato tenendo conto del proprio profilo alimentare e della sensibilità agli zuccheri.
La scelta di un yogurt alla frutta per una colazione può risultare apparentemente “più salutare” rispetto ad altre scelte alimentari, purtroppo però gran parte degli yogurt “alla frutta” sono fin troppo addizionati di zuccheri semplici o polioli arrivando a contenere il quantitativo di zuccheri semplici di un vero e proprio dolce.
La differenza di zuccheri semplici contenuti in uno yogurt greco (generalmente 4 g in 100 g di alimento) può essere enorme rispetto ad alcuni yogurt alla frutta che si trovano in commercio (alcuni anche con 20 g di zucchero in 100 g) o peggio quelli con l’aggiunta di wafer o cereali zuccherati, che arrivano anche a 30 g di zucchero per porzione, in pratica il quantitativo presente in ben 2 bicchieri di Cola!
Purtroppo si sottovaluta quanti zuccheri semplici o sostanze similari (polioli e alcol) si consumino nella quotidianità, per questo motivo conoscere i propri livelli di infiammazione da zuccheri tramite biomarcatori precoci (albumina glicata e metilgliossale) può essere il primo passo verso una maggior consapevolezza alimentare.
Durante la stagione estiva molto spesso spiego alle mie pazienti che anche la frutta, sebbene sia un ottimo alimento ricco di vitamine, sali minerali e fibra, debba essere mangiato con moderazione.
È utile sapere che 100 g di prugne contengono 12,5 g di zucchero, 1 pera e 1 mela di medie dimensioni pesano circa 120-150 g e contengono già 12-16 g di zuccheri, pertanto con 3 frutti al giorno di medie dimensioni si arrivano a consumare già 40 grammi di zucchero (pari a ben 8 cucchiaini). Se poi si inserisce lo yogurt alla frutta, non si rinuncia alla marmellata né al cioccolatino, il consumo di zuccheri semplici quotidiano sale esponenzialmente.
Nello studio SMA in cui lavoro, l’effettuazione del test PerMè, che misura l’infiammazione da alimenti e da zuccheri, risulta il pilastro fondamentale per impostare una alimentazione sana e personalizzata. È altrettanto fondamentale bilanciare i pasti secondo le indicazioni del cosiddetto “piatto della salute”: il corretto abbinamento di carboidrati integrali accanto a proteine e grassi sani permette la modulazione dei picchi glicemici riducendo il carico glicemico dell’intero piatto.
Risulta inoltre necessario bere molta acqua proprio per mantenere un buon livello di idratazione “dell’ambiente” e per mantenere anche una corretta regolarità intestinale.
A livello locale è possibile inoltre ricorrere ad una miscela di oli preparati dal farmacista di fiducia con proprietà antimicrobiche, lenitive e riparative e con azione lubrificante. La miscela di oli è cosi composta: 24 ml di olio di Iperico, 3 ml di olio essenziale di Melaleuca e 3ml di olio essenziale di Lavanda. L’applicazione locale 1-3 volte durante la giornata di questo “olietto” dà tregua al prurito e ha una azione rinfrescante. Provare per credere!