Come faccio a sapere se ho un disturbo alimentare?
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) vengono classificati all’interno del DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) in modo preciso e specifico.
Sono identificate 8 categorie diagnostiche:
Ognuna di queste è descritta puntualmente secondo dei criteri necessari per poter essere diagnosticata.
Sicuramente questa precisa classificazione è il punto di partenza, orienta e supporta i professionisti, oltre a essere il primo passo per la definizione del trattamento.
Ciò detto, è necessaria anche una valutazione clinica multidisciplinare per poter fare diagnosi, ed inoltre il DSM non deve essere utilizzato per autodiagnosticare un disturbo alimentare.
Ci possono essere situazioni in cui comportamenti alimentari e sentimenti non sposano a pieno tutti i criteri del DMS… “e quindi soffro o no di Disturbo Alimentare?”
La risposta ad alcune domande standard, infatti, può qualche volta portare a credere o a convincersi di avere un disturbo alimentare: “se ho vergogna a mangiare davanti agli altri significa che ho un disturbo alimentare?” “Se conto le calorie sono anoressico/a?” “Se non sono sottopeso ma seleziono quel che mangio significa comunque che è selettività alimentare?” “Se mangio tanto quando sono arrabbiato/a significa che faccio abbuffate?”.
Alcune di queste situazioni possono essere incluse nelle ultime due diagnosi elencate (Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con o senza altra specificazione). Altre volte, invece, per esempio ci si può sentire a disagio di fronte a un affogato alla nutella senza bisogno di avere un disturbo alimentare, come, non è unicamente la magrezza l’indice di anoressia.
Il punto non è se il proprio rapporto col cibo o col proprio corpo sia giusto o sbagliato, ma piuttosto se questo rapporto faccia vivere serenamente la propria vita.
In soldoni, se non si è sereni nei confronti della propria alimentazione e in relazione al proprio corpo potrebbe essere davvero utile confrontarsi con un professionista, anche se non si rispecchiano tutti i criteri di classificazione di Disturbo Alimentare descritti nel DSM.
Lo psicologo può aiutare a meglio comprendere la situazione e approfondire se sia il caso parlare di diagnosi Disturbo Alimentare, così come avviene presso il Centro SMA in cui lavoro, dove è presente un team di medici, nutrizionisti e psicologi esperti pronti ad accogliere tutte le domande dei propri pazienti e indicare il percorso terapeutico più adatto.