Ovaio policistico: cosa c’entrano le Amazzoni?
DOMANDA
Buongiorno, ho 21 anni e scrivo per un problema di regolarità mestruale. Negli ultimi due anni il mio ciclo è diventato molto ballerino e spesso passano molti mesi tra un flusso e l’altro. Sono stata dalla mia ginecologa che sostiene che abbia la policistosi ovarica e che ho due alternative: la pillola o la dieta. Ecco perché vi scrivo: che dieta è meglio seguire per curare questa patologia? Grazie.
RISPOSTA
Gentilissima Lettrice,
un problema come la policistosi ovarica è strettamente connessa con la resistenza insulinica.
Questo ormone ha un ruolo centrale nella regolazione di tutti i meccanismi energetici dell’organismo e influenza in maniera determinante anche la regolarità del ciclo mestruale di una donna.
Capita di frequente che seguendo un’impostazione dietetica che migliori l’equilibrio insulinico si assista a una regolarizzazione delle mestruazioni fino alla risoluzione dell’ovaio policistico.
Qualche settimana fa abbiamo partecipato a un incontro di confronto e condivisione sull’importanza dello stile di vita in abito ginecologico.
Quello che è emerso è una bella visione evoluzionistica di una patologia complessa come la policistosi ovarica, che è caratterizzata da cicli anovulatori e che riduce spesso le possibilità di una gravidanza.
I professori Enrico Ferrazzi e Paolo Levi Setti facevano notare come la sindrome della policistosi ovarica deve necessariamente nascondere un vantaggio evolutivo perché altrimenti nel giro di qualche millennio sarebbe dovuta progressivamente scomparire proprio a causa delle riduzione della fertilità.
Una prima motivazione sta nel fatto che probabilmente le donne con questo tratto genetico riescono a riprodursi più facilmente nei momenti di carestia, che nella storia dell’uomo sono sempre stati maggiori rispetto ai periodi di abbondanza.
Il problema sta nel fatto nei periodi di abbondanza il metabolismo di una donna con la policistosi ovarica diventa svantaggioso, un po’ come usare una Ferrari per andare a fare la spesa il sabato pomeriggio con il rischio di ingolfarla.
Una seconda ipotesi è altrettanto interessante: le donne con l’ovaio policistico dovevano probabilmente essere guerriere o Amazzoni e grazie ai cicli anovulatori riuscivano a evitare gravidanze che invece erano frequentissime già nei primi anni di pubertà, lasciando spazio a queste donne di dedicarsi al combattimento.
In questa prospettiva è evidente che anche oggi il modo migliore per prevenire e curare la policistosi ovarica sia quello di seguire una dieta da amazzone.
Prima di tutto l’attività fisica e il movimento devono diventare parte integrante della propria quotidianità per migliorare le resistenza insulinica.
Nella stessa direzione lavorano abitudini come una prima colazione abbondante, che rappresenti il pasto più abbondante della giornata, un corretto bilanciamento di carboidrati e proteine in ogni pasto, e l’utilizzo esclusivo di cereali integrali, evitando completamente zuccheri semplici e dolcificanti.
Queste semplici accortezze spesso sono già sufficienti per migliorare la situazione e regolarizzare il ciclo mestruale.
In affiancamento è possibile utilizzare un prodotto come Oximix 8+ Metabolism che grazie all’inositolo, al magnesio e al cromo svolge un’azione di riequilibrio insulinico attivando il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e regolarizzando il ciclo mestruale. Si utilizzeranno 2 capsule a prima colazione e 2 capsule cena per cicli terapeutici anche prolungati da decidere in accordo con il proprio ginecologo.