Sindrome premestruale
La sindrome premestruale è un problema diffuso e che colpisce un’ampia percentuale di donne in età fertile.
Si manifesta nei giorni che precedono la mestruazione e i sintomi vanno dal gonfiore, al mal di testa, all’ansia generalizzata e all’irritabilità, passando per la tristezza, la voglia incontrollata di cibo, l’acne e il mal di schiena.
La sindrome premestruale è un problema importante, che si può modulare e che va trattato e preso in considerazione in quanto può influire in maniera importante sulla qualità di vita di chi ne soffre.
I sintomi della sindrome premestruale tendono a ripetersi di mese in mese, compaiono qualche giorno prima del ciclo e scompaiono con l’inizio della mestruazione.
In particolare si evidenziano sintomi legati ad alterazioni dell’umore con difficoltà a dormire, a concentrarsi, a rilassarsi.
Le donne che ne soffrono tendono in fase premestruale ad essere più tese, ad arrabbiarsi per nulla e sono soggette a particolari oscillazioni del tono dell’umore. Spesso le donne interessate tendono ad essere più tristi del solito, anche senza motivo e ad essere più soggette a un basso livello di stima personale.
È inoltre tipica la ricerca di particolari alimenti tra cui svettano quelli dolci e quelli particolarmente salati.
Il seno è spesso dolente e dolorabile, spuntano brufoli e foruncoli qua e là, la ritenzione idrica incrementa nettamente e andare in bagno diventa più complesso (necessità di orinare frequentemente e, spesso, stitichezza).
Le cause in gioco sono probabilmente molte e diverse. Esiste sicuramente una componente legata all’oscillazione ormonale tipica del periodo post ovulatorio. Altri elementi legati e una maggiore suscettibilità all’ansia o alla depressione sono altrettanto importanti.
La sindrome premestruale è molto più frequente nelle donne obese (Elizabeth R. Bertone-Johnson et al, Cigarette Smoking and the Development of Premenstrual Syndrome., Am J Epidemiol. 2008 Oct 15; 168(8): 938–945) e in chi fuma (Masho SW, Adera T, South-Paul J., Obesity as a risk factor for premenstrual syndrome., J Psychosom Obstet Gynaecol. 2005 Mar;26(1):33-9) e una componente infiammatoria del disturbo è dimostrata (Bertone-Johnson ER et al, Association of inflammation markers with menstrual symptom severity and premenstrual syndrome in young women., Hum Reprod. 2014 Sep;29(9):1987-94. doi: 10.1093/humrep/deu170. Epub 2014 Jul 17).
Nelle persone soggette a sindrome premestruale si evidenziano in genere deficit di zinco, vitamina D, magnesio, calcio (Afsaneh Saeedian Kia et al, The association between the risk of premenstrual syndrome and vitamin D, calcium, and magnesium status among university students: a case control study. Health Promotion Perspectives, 2015, 5(3), 225-230) e lo stress ossidativo è aumentato (Fathizadeh S et al, Comparison of serum zinc concentrations and body antioxidant status between young women with premenstrual syndrome and normal controls: A case-control study. Int J Reprod Biomed (Yazd). 2016 Nov;14(11):699-704).
Anche la vitamina B6 è talvolta usata come supplemento (Masoumi SZ et al, Effect of Combined Use of Calcium and Vitamin B6 on Premenstrual Syndrome Symptoms: a Randomized Clinical Trial. J Caring Sci. 2016 Mar 1;5(1):67-73. doi: 10.15171/jcs.2016.007. eCollection 2016).
La nutrizione pare avere un ruolo di rilievo nella produzione di queste dinamiche e un ridotto consumo di grassi trans, zuccheri semplici e alimenti eccessivamente salati sembra essere protettivo (Farasati N et al, Western dietary pattern is related to premenstrual syndrome: a case-control study. Br J Nutr. 2015 Dec 28;114(12):2016-21. doi: 10.1017/S0007114515003943. Epub 2015 Oct 13), così come l’aumentato consumo di frutta e verdura fresca, grassi, buoni e carboidrati a basso impatto glicemico (Murakami K et al, Dietary glycemic index is associated with decreased premenstrual symptoms in young Japanese women. Nutrition. 2008 Jun;24(6):554-61. doi: 10.1016/j.nut.2008.02.003. Epub 2008 Mar 24), da abbinare sempre al giusto quantitativo di proteine.
Lo schema preferito
La prima cosa da fare è intervenire sullo stile di vita: l’astensione dal fumo, l’introduzione di frutta e verdura fresca, carboidrati integrali e proteine sane nella propria dieta è essenziale, così come la riduzione degli zuccheri semplici (zucchero, pasta bianca, riso, bianco, dolcetti, yogurt zuccherato, caramelle…).
Cominciare a investire in maniera seria sulla propria massa magra impegnandosi nell’attività fisica è altrettanto importante: bastano 3 ore alla settimana per ottenere già dei buoni risultati, anche solo camminando a passo sostenuto. L’attività fisica, in questi termini, è efficace qualunque sia lo sport che scegliete. Lo yoga è suggerito spesso in caso di sindrome premestruale, per aiutare il controllo della componente emotiva.
L’uso della respirazione controllata e della respirazione per modulare la propria reattività è altrettanto utile. Basta focalizzarsi sul proprio respiro e permettersi di pensare solo a cose belle. Qualche minuto al giorno di questa attività è in genere di ottimo supporto.
Il controllo dell’infiammazione è essenziale alla riduzione dei sintomi. In questo senso sono utili sia integratori mirati come quelli a base di olio di Perilla e Ribes nero o omega-3 e omega-6 sia, soprattutto, una dieta di rotazione basata sul proprio profilo alimentare personale e che consente di ridurre i livelli infiammatori e la sintomatologia (il tutto a partire da un test specifico, effettuabile in farmacia).
L’integrazione dei sali minerali e delle vitamine carenti è altresì importante. Magnesio, zinco, vitamina D e vitamine del gruppo B sono particolarmente utili.
Un’altra vitamina in grado di agire in senso positivo è l’inositolo che ha un effetto particolare sulla componente legata alle oscillazioni del tono dell’umore (Gianfranco C et al, Myo-inositol in the treatment of premenstrual dysphoric disorder., Hum Psychopharmacol. 2011 Oct;26(7):526-30. doi: 10.1002/hup.1241).
L’uso di estratto di agnocasto (Wuttke W, Chaste tree (Vitex agnus-castus)–pharmacology and clinical indications. Phytomedicine. 2003 May;10(4):348-57) e di isoflavoni della soia (sotto forma di isolato proteico) (Bryant M et al, Effect of consumption of soy isoflavones on behavioural, somatic and affective symptoms in women with premenstrual syndrome. Br J Nutr. 2005 May;93(5):731-9) si sono evidenziati efficaci nel controllo dei sintomi e possono in alcuni casi rivelarsi utili supplementi.
L’introduzione di un estroprogestinico può anch’essa essere utile nel ridurre le oscillazioni ormonali e quindi la sintomatologia specifica ed è da valutare con il proprio medico da caso a caso.
Cercare il contatto con un medico che possa accompagnare e supportare nel percorso è comunque utile soprattutto se la sintomatologia è o diventa particolarmente grave.
Cominciare o ricominciare a stare meglio si può. Il Centro Medico SMA da sempre accompagna i suoi pazienti in modo integrato in questo percorso.