Reattività a Lieviti

Sinonimi: Ipersensibilità a Lieviti
di Attilio Speciani - Allergologo e Immunologo Clinico

Le recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato che un alimento può indurre la produzione di citochine infiammatorie come BAFF (B Cell Activating Factor) o PAF (Platelet Activating Factor) e provocare tutti i sintomi infiammatori di solito dovuti al cibo.

Capire il livello di infiammazione correlata al cibo eventualmente presente in una persona permette di agire in conseguenza per ridurne il livello e quindi portare la persona a riconquistare il suo benessere.

La tendenza comune è di eliminare dalla propria dieta l’alimento ritenuto colpevole dei disturbi fisici e di conseguenza a sostituirlo con un altro, non realizzando che il paziente in questione potrebbe poi, in un prossimo futuro, sviluppare una sintomatologia simile verso il “nuovo” alimento.

Una delle situazioni più diffuse è quella della reattività ai lieviti e alle sostanze fermentate.

 Cause

La causa fondamentale di una reattività alle sostanze fermentate non dipende certo dal fatto che il lievito sia “cattivo”. Dipende da un eccesso alimentare di sostanze fermentate o dalla continua utilizzazione quotidiana anche di piccole quantità di alimenti correlati alla fermentazione. 

Evidenze scientifiche (come le scoperte di Finkelman e Ligaarden) hanno documentato che il problema non dipende dal singolo cibo, ma dal modo in cui gli alimenti reagiscono nell’organismo: non si tratta di una reazione specifica al singolo alimento, ma più specificamente va tenuta in considerazione l’infiammazione provocata dal relativo eccesso nella introduzione di un alimento.

Le Immunoglobuline G (IgG) nei confronti di un alimento possono essere semplicemente il segno di una precedente attivazione immunologica nei confronti di quel cibo (Finkelman FD “Anaphylaxis: lessons from mouse models” J Allergy Clin Immunol. 2007 Sep;120(3):506-15; quiz 516-7).

Inoltre, chi mangia frequentemente gli stessi alimenti troverà che la causa dell’infiammazione da cibo dipende proprio da quei gruppi alimentari assunti in eccesso (Ligaarden S. et al., “IgG and IgG4 antibodies in subjects with irritable bowel syndrome: a case control study in the general population”, BMC gastroenterology 2012, DOI: 10.1186/1471-230X-12-166).

 Segnali

I segnali più evidenti del sovraccarico alimentare sono legati alla colite e alle malattie intestinali, ma i lieviti sono spesso coinvolti nelle malattie autoimmuni, come descritto in un articolo dal titolo “Reazioni ai lieviti e alle sostanze fermentate spesso coinvolte nelle malattie autoimmuni“.

Per questo accade spesso che Artrite Reumatoide, Tiroidite di Hashimoto e connettiviti trovino nel controllo alimentare delle sostanze fermentate un importante supporto verso la guarigione.

Ad esempio per molti anni è stato difficile interpretare quali fossero le possibili cause delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) (Bentz et al., “Clinical relevance of IgG antibodies against food antigens in Crohn’s disease: a double-blind cross-over diet intervention study”, Digestion. 2010;81(4):252-64. doi: 10.1159/000264649. Epub 2010 Jan 30), mentre una serie di studi scientifici hanno poi analizzato l’impatto dietetico sulla variazione dei sintomi in patologie come il morbo di Crohn (Suskin DL et al., “Nutritional therapy in pediatric Crohn disease: the specific carbohydrate diet”, J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2014 Jan;58(1):87-91) evidenziando quanto le reazioni immunologiche agli antigeni del Gruppo Alimentare correlato ai lieviti e contenenti anche glutine fossero alla base dello sviluppo della malattia.

Quindi stimolando la riduzione degli antigeni alimentari presenti nella dieta si può riportare in equilibrio una malattia infiammatoria e immunologica.

 Trattamento

Dopo avere effettuato un test Recaller o BioMarkers, per la misura dell’infiammazione e la identificazione del Profilo Alimentare personale, si potrà passare alla impostazione della dieta di rotazione più indicata.                                              

Il trattamento per chi soffre di una particolare reattività verso il gruppo alimentare dei lieviti e dei prodotti fermentati riguarda principalmente la dieta.

Sarà da seguire uno schema di dieta a rotazione (che riprende gli stessi principi dello svezzamento infantile) in cui sarà opportuno limitare solo nei giorni consentiti gli alimenti contenenti lieviti e prodotti fermentati (ed evitarli nei giorni di dieta “stretta”), lasciando spazio al consumo libero degli alimenti “vietati” in 7 pasti settimanali.

In seguito la ristrettezza dietetica si attenua a vantaggio di una maggiore varietà alimentare.

L’utilizzo concomitante di integratori specifici (a base di minerali, enzimi, estratti vegetali) può contribuire a favorire processi digestivi, alleviare situazioni infiammatorie e riportare equilibrio in diverse funzioni metaboliche.

Tra i prodotti più spesso suggeriti abbiamo gli enzimi digestivi (Enzitox, o altri come Erbenzym Digest), la Ribilla (a base di olio di Perilla e olio di Ribes) e spesso anche i probiotici (tra i più attivi Inolact Infantis, per la sua composizione), che devono però essere talvolta limitati nella prima fase di dieta (evitando di assumerli solo nelle prime 3-4 settimane; poi sono ottimi supporti alla guarigione).

Le scelte nutrizionali devono fare riferimento ai cibi che contengono lieviti e prodotti fermentati, la cui conoscenza è evoluta nel corso del tempo.

 Cause

 Segnali

 Trattamento