Ipertensione
L’ipertensione arteriosa è una situazione molte più frequente di quanto non si pensi e, sebbene sia più presente con l’avanzare dell’età, la pressione alta è una condizione che può interessare anche i giovani.
Misurare la pressione è una procedura rapidissima e dovrebbe rappresentare una parte fondamentale dell’esame obiettivo che ogni medico fa al suo paziente.
Oltre che durante le visite mediche, la pressione arteriosa può essere misurata anche in farmacia o con misuratori automatici. In quest’ultimo caso meglio preferire quelli da braccio che sono più affidabili e meno soggetti a errori di misurazione.
Nella pratica clinica di tutti i giorni si assiste spesso a un’ipertensione “da camice bianco” in cui i valori di pressione sono falsamente alti in seguito all’agitazione per la visita. In questi casi è sufficiente suggerire al paziente di monitorare la pressione a casa in un momento di tranquillità o, nei casi dubbi, prendere in considerazione la effettuazione di un holter pressorio in modo da monitorare i valori di pressione arteriosa durante un’intera giornata e una nottata.
Negli ultimi anni l’approccio obbligato al trattamento farmacologico della ipertensione arteriosa è stato sottoposto a delle importanti verifiche.
Mentre è necessario ribadire che la valutazione e il trattamento di una persistente elevazione dei valori di pressione arteriosa deve essere di competenza del medico, non possiamo evitare di segnalare i vari articoli scientifici critici sui mix di farmaci che vengono quasi sistematicamente indicati ai pazienti, spesso senza neanche provare a impostare il più semplice dei trattamenti, cioè un’alimentazione davvero a basso contenuto di sale (limitando quindi pane, biscotti salumi e formaggi, e non solo salando un po’ meno!).
In particolare è necessario evidenziare a chiare lettere che i farmaci antipertensivi, i farmaci cioè che contrastano la pressione alta e la tengono controllata, possono anche essere sospesi (sotto controllo) se la pressione ritrova una sua stabilità. Purtroppo il marketing farmaceutico ha fatto passare come convinzione popolare il fatto che una volta iniziati questi farmaci non possono più essere sospesi.
Sotto controllo, dopo avere iniziato una dieta corretta e verificato la sua efficacia, in molte situazioni cliniche i farmaci antipertensivi possono essere gradualmente sospesi, soprattutto se si è giovani e se la terapia è iniziata da poco tempo.
Inoltre in molti casi è possibile intervenire sulla pressione alta con prodotti naturali, come il Magnesio (ad esempio MG3), con fitoterapici come l’Ulivo o l’estratto fluido di Biancospino, con associazioni di minerali e fitoterapici come Oximix 10+ Pressure o drenanti come Depur come descritto tra poco in questo articolo.
In gergo medico la pressione arteriosa elevata è l’ipertensione, ma molti parlano di ipertensione riferendosi a particolari stati di irritabilità nervosa. Forse però la voce popolare non è così lontana dal vero nell’avvicinare questi due concetti: è opportuno quindi valutare la voce Sistema nervoso, oltre alla voce Circolazione, prima di affrontare specificamente il problema.
Dopo diversi anni di regimi alimentari in cui veniva tolto il sodio dall’alimentazione, si è scoperto che se una limitazione è auspicabile, regimi stretti e totali di astensione possono addirittura essere dannosi.
L’impostazione più corretta viene fatta con un controllo del sale alimentare che non sia assoluto (ad esempio si può continuare a salare l’acqua di bollitura della pasta), ma controllando invece i cibi ad alto contenuto di sodio, come affettati, salumi, formaggi e prodotti da forno come descritto nella scheda alimentare del sale.
Il primo effetto di una dieta veramente iposodica è una riduzione della ritenzione di liquidi che si presenta con una perdita repentina di peso, che arriva spesso a 1-2 kg nel giro di pochi giorni, accompagnata da un’abbondante minzione. Con le urine l’organismo si libera del sale in eccesso e dell’acqua indispensabile per diluirlo, responsabile dell’aumento dei valori pressori, delle caviglie gonfie e della cellulite.
Oltre a limitare il sale, è molto utile integrare l’alimentazione con cibi ricchi di potassio, che controbilancia efficacemente gli eventuali eccessi di sodio ingeriti. Si usino quindi abbondantemente albicocche, arance, verdure verdi, cereali integrali, semi di girasole e patate (da preferire sicuramente al pane, e magari da utilizzare al suo posto).
Anche il controllo dell’infiammazione da cibo può rivelarsi molto utile nella riduzione dei valori pressori.
L’identificazione del proprio profilo alimentare tramite l’effettuazione di test come Recaller o BioMarkers permette di impostare uno schema di rotazione settimanale con giorni di dieta in cui evitare gli alimenti assunti in eccesso (come indicato nei test) e giorni di libertà in cui invece reintrodurli con una logica che rispecchia in tutto e per tutto lo svezzamento infantile.
Oltre agli aspetti alimentari, l’ipertensione risponde molto bene a un cambio dello stile di vita che preveda prima di tutto l’abitudine al movimento.
L’attività fisica dovrebbe diventare parte integrante della propria quotidianità: non è necessario correre tutti i giorni la maratona e molto spesso è sufficiente una passeggiata quotidiana a passo svelto di 30-40 minuti per riscontrare immediatamente degli ottimi risultati.
Tutto questo senza contare che dimagrendo i valori di pressione tendono a ridursi proporzionalmente alla perdita di peso, a sottolineare che i pazienti in sovrappeso con un’alterazione dei valori pressori devono prendere seriamente in considerazione di iniziare un percorso volto al dimagrimento.
Le cause dell’ipertensione sono molto varie e di conseguenza il suo trattamento deve essere il più possibile sfaccettato prendendo in considerazione diversi approcci terapeutici.
La pressione alta è una di quelle patologie che merita effettivamente di essere affrontata con una medicina integrata che utilizzi, quando necessario, un trattamento farmacologico, ma che tenga in considerazione anche approcci più naturali.
Spesso l’integrazione di alcune forme di terapia minerale, vitaminica o fitoterapica, consente di mantenere un minimo approccio farmacologico classico senza dovere forzosamente arrivare a utilizzare tre o quattro farmaci con azioni differenti, come capita spesso di vedere.
Lo schema più classico ed efficace bilancia sempre:
- Impostazione nutrizionale personalizzata
- Controllo dei valori pressori eccessivi (anche con farmaci classici)
- Attività fisica e calo ponderale (se in eccesso)
- Integrazione di integratori vitaminico minerali o di fitoterapici adeguati
Tra i fitoterapici più classici una indicazione che deve diventare abitudine fino al raggiungimento di un miglioramento è l’assunzione di un bicchiere al giorno (da prendere a stomaco vuoto, oppure dopo colazione a seconda della tollerabilità individuale) di decotto di foglie di Ulivo. Va preparato mettendo 30 grammi di foglie di ulivo in 1 litro d’ acqua, e facendo bollire poi fino al dimezzamento del liquido, filtrando infine il tutto.
L’ulivo, che attiva la sua funzione vasodilatante periferica, è disponibile anche in prodotti già pronti come Olivis (del Dr. Giorgini) da utilizzare al dosaggio di 30 gocce 1 o 2 volte al giorno, oppure Verde-Ulivo (di Nature’s Bounty, al dosaggio di 2-3 capsule al giorno) e può dare sorprendenti risultati di controllo dei valori di pressione sia minima sia massima.
Il miglior effetto dell’Ulivo si ottiene però affiancando a questo fitoterapico l’azione rilassante del Biancospino e quella spiccatamente antipertensiva del Magnesio e del Potassio. Si utilizzerà ad esempio un prodotto come Oximix 10+ Pressure al dosaggio di 2 capsule a prima colazione e due capsule a cena anche per lunghi periodi ed eventualmente in affiancamento alla terapia farmacologica.
Se invece si vuole ricorrere solo al Magnesio è possibile utilizzare un prodotto come Zerotox MG3 al dosaggio di una compressa a prima colazione e una compressa (o due, in relazione ai valori pressori riscontrati) a cena.
Anche l’utilizzo dell’Aglio, sia nell’alimentazione che sotto forma di capsule di olio (2 al giorno), contribuisce sicuramente al riequilibrio dei valori di pressione.
Nella tradizione fitoterapica alcuni tra i gemmoterapici più attivi in questo senso sono Prunus amigdalus 1D (30-40 gocce al mattino) e Olea aeuropaea 1D (30-40 gocce alla sera), da associare eventualmente ad altri prodotti, in relazione a particolari condizioni: Crataegus oxyacantha 1D in caso di ipereccitabilità cardiaca, estratto fluido di Biancospino in caso di nervosismo.
Per sfruttare una azione drenante, spesso necessaria all’inizio della terapia nutrizionale, un buon prodotto da utilizzare è Depur (Driatec) da utilizzare al dosaggio di 15 ml in mezzo litro d’acqua da bere al mattino e 15 ml sempre in mezzo litro d’acqua da bere il pomeriggio per cicli terapeutici di circa un mese serenamente ripetibili nel corso dell’anno.
Nessun medicinale omeopatico può avere una azione diretta sulla pressione e infatti il trattamento omeopatico utilizzato da alcuni è sempre un trattamento profondo, che deve tenere conto di tutti gli aspetti dell’individuo; tra i rimedi più utilizzati si trovano Sulphur, Aurum metallicum, Thuja, Natrum sulfuricum, sempre stabiliti e dosati dal medico omeopatico.
Anche l’agopuntura è una pratica terapeutica efficace nel controllo della pressione arteriosa probabilmente grazie alla sua ottima azione rilassante e antistress.
Una meta-analisi pubblicata nel 2015 su Plos One (Zhao X-F et al. PLoS ONE. 2015;10:e0127019) ha concluso che l’agopuntura è efficace, in affiancamento alla terapia farmacologica, per normalizzare i valori di pressione e rappresenta una possibilità terapeutica da tenere in seria considerazione.
Solitamente si inizia prevedendo sedute con cadenza settimanale per poi diradare gli incontri in relazione alla stabilizzazione dei valori di pressione.