Pitiriasi rosea di Gibert
La Pitiriasi rosea, nota anche come Pitiriasi rosea di Gibert, è una manifestazione cutanea di origine virale. In particolare ne sono responsabili la riattivazione combinata di due Herpes Virus, il 6 (HHV-6) e il 7 (HHV-7).
La malattia si risolve in genere autonomamente in qualche settimana senza lasciare segni sulla pelle e risulta problematica solo in gravidanza.
La Pitiriasi rosea compare in genere in primavera e autunno e tende a coinvolgere più spesso i bambini o i giovani adulti.
La prima manifestazione cutanea è spesso preceduta da un raffreddore o da senso di malessere generalizzato con debolezza, nausea, mal di testa, febbricola.
La presentazione è tipica: si presenta inizialmente una singola chiazza rossa. lievemente rilevata, ben delimitata e con diametro variabile da 2 a 10 cm. Questa prima chiazza detta “chiazza madre” tende a comparire sul tronco a livello della parte “prossimale” (vicino al tronco) degli arti o del collo.
Col passare dei giorni la chiazza può diventare più grande mentre si assiste alla riparazione del centro della macchia che torna “normale”, dando talvolta alla lesione un aspetto “ad anello”.
A partire da qualche giorno a seguito della comparsa della chiazza madre, compariranno delle lesioni simili alla prima ma più piccole.
L’eruzione in genere rispetta il viso e si localizza al tronco e agli arti. Nessuna paura: la manifestazione è benigna e tenderà ad andare a posto da sola, con un po’ di pazienza e nell’arco in genere di 6-8 settimane dalla comparsa della prima chiazza.
Forme di aspetto particolare, che coinvolgono anche il viso, in cui l’eruzione ha un aspetto lievemente diverso o che durano più a lungo (anche mesi) sono descritte, ma nella stragrande maggioranza dei casi la malattia è tranquilla e non lascia residui di sé (attenzione solo a non esporsi al sole per evitare che restino macchie).
La causa è la riattivazione dell’Herpes virus 6 in concomitanza alla riattivazione dell’Herpes virus 7.
La riattivazione virale è un elemento facilitato da condizioni di stress e stanchezza particolare o di infiammazione generalizzata un po’ più alta.
La malattia non è comunque da considerarsi contagiosa e per questo non ha senso isolare il bambino o il giovane adulto al quale sia stata fatta la diagnosi, che può continuare a vivere a contatto con amici e colleghi (un minimo di attenzione può comunque essere utile nel contatto con la donna in gravidanza).
Il trattamento farmacologico è da evitare e comunque da concordare con il proprio medico.
La malattia assume in genere carattere tranquillo e gli unici elementi che talvolta possono essere utili in questo senso sono un blando cortisonico da usare localmente o un antistaminico, in caso di eccessivo prurito.
Il prurito è spesso scatenato da prodotti applicati sulla pelle per questo è meglio limitarsi all’applicazione di un idratante tranquillo (ad esempio Cetaphil Crema o Ceramol 311 Crema base, adatti a tutta la famiglia).
Una eventualità rara ma possibile è la sovrainfezione delle lesioni cutanee che vanno a quel punto trattate in modo specifico.
Lo schema preferito
Agire sulla funzionalità del sistema immunitario e sulla riduzione dell’infiammazione generalizzata è una buona idea. In questi termini, puntare sulla giusta presenza di proteine durante la giornata; le proteine giornaliere devono essere almeno 0,83 g per kg di peso corporeo al giorno, tenendo presente che 100 grammi di alimento proteico contengono all’incirca tra i 20 e i 30 grammi di proteine.
Un altro elemento importante è la presenza di vitamine, sali minerali e fibra a sufficienza nella nutrizione di tutti i giorni. Risulta dunque particolarmente utile la presenza ad ogni pasto di almeno una porzione di frutta o verdura fresca e cruda, ricordando che è decisamente meglio assumerne un po’ di più che un po’ di meno.
Un altro fattore che può essere utile nella riduzione dell’infiammazione generalizzata e quindi come stimolo alla guarigione è una dieta di rotazione strutturata a partire dal proprio profilo alimentare personale (un test come Recaller o BioMarkers, disponibile in farmacia, è in grado di valutare questo tipo di elemento).
Buone abitudini di benessere, tra cui la presenza di una prima colazione adeguata, la scelta di carboidrati a basso impatto glicemico invece delle controparti raffinata, un po’ di movimento fisico e un ottimale controllo dello stress sono altri elementi che possono risultare particolarmente utili, soprattutto nelle forme di lunga durata.
L’integrazione di specifici sali minerali, vitamine (ad esempio in un integratore come Oximix 1+ Immuno o Betamune) e di oli omega-3 e omega-6 può essere utile alla riduzione della componente infiammatorie generalizzata e al supporto del sistema immunitario.
La fototerapia e l’esposizione solare hanno talvolta un effetto benefico sulla guarigione delle lesioni, ma tendono a lasciare esiti colorati sulla pelle. Usare una alta protezione solare è utile per proteggersi da esiti estetici poco piacevoli.
Il contatto medico resta importante, soprattutto nell’ottica di escludere cause di malattia diverse dalla Pitiriasi Rosea.
Il Centro Medico SMA di Milano mantiene il più possibile una attenzione integrata al paziente, in cui l’eventuale necessità farmacologica è associata all’intervento su stress e stile di vita.