Pidocchi
Il termine pediculosi indica l’infestazione da pidocchi. Tipicamente i pidocchi sono identificati come quelli della testa (Phtirus humanus capitis), ma esistono anche le infestazioni del corpo e della zona pubica (che sono prodotte da parassiti diversi, rispettivamente lo Phtirus humanus corporis e lo Phtirus pubis).
Il sintomo principale è il prurito, che comunque non sempre è presente.
Il prurito è il sintomo più classico che però non sempre è presente. Quando il prurito c’è, sulla cute possono essere presenti segni di grattamento. Qualche volta, la reazione alla saliva del pidocchio può produrre le cosiddette “taches bleues” (macchie blu) sul tronco. Queste ultime sono comunque più tipiche del pidocchio del pube.
Nel caso dei pidocchi del corpo, tipici del senzatetto o della persona non in grado di potersi lavare o cambiare, possono comparire macchie di pigmentazione cutanea più scura sulla pelle del corpo, dovute alla sovrapposizione batterica delle lesioni e associate a eventuale infiammazione dei linfonodi.
Se i pidocchi del capello non trasmettono malattie, i pidocchi del corpo possono essere pericolosi in quanto sono in grado di tramettere il tifo epidemico, la febbre delle trincee e la febbre ricorrente.
Nel caso dei pidocchi del pube, questi possono talvolta infestare le ascelle, le cosce o il tronco (se molto pelosi), la barba, le sopracciglia, le ciglia o il contorno del cuoio capelluto. Il prurito è soprattutto serale o notturno e quando l’infestazione coinvolge le ciglia, può essere presente blefarite (l’infiammazione del bordo libero della palpebra).
Talvolta i segni lasciati dal grattamento possono sovrainfettarsi.
Per fare diagnosi certa occorre vedere almeno un pidocchio (che sono insettini dalla forma allungata, “grossi” da 1 a 3 mm circa). Questi però tendono ad essere veloci e a rifuggire la luce e per questo sono molto difficili da scorgere, soprattutto nel caso di capelli fitti e/o lunghi.
Più facili da trovare sono le “lendini” (le uova). Esse diventano più facilmente visibili quando non sono più abitate e in genere si trovano ben adese al capello (e difficili da staccare) a una distanza di circa 6 mm dalla cute. In testa si trovano più facilmente dietro le orecchie (in regione temporale) e sopra il collo (in regione occipitale).
Se le lendini si trovano ampiamente a più di 6 mm dalla cute è molto probabile che siano l’esito di una infestazione precedente e non più in atto.
I pidocchi del corpo sono sicuramente connessi a una scarsa igiene personale (le creature abitano gli abiti e si spostano sul soggetto solo per nutrirsi) e non resistono alle alte temperature del lavaggio. Questi si trasmettono per contatto diretto o tramite lo scambio di abiti infestati (i pidocchi non saltano).
D’altra parte, lo stesso non si può dire dei pidocchi del capello che tendono a presentarsi in ambienti affollati e sono più tipici del bambino o dell’adolescente e nel sesso femminile, senza alcuna connessione con lo stato igienico dell’individuo. Anche in questo caso i pidocchi si trasmettono per contatto diretto (in genere testa-testa) e meno di frequente attraverso pettini, o altro, usati da persone infestate.
Anche per il pidocchio del pube è necessario il contatto diretto (in genere sessuale, ma non per forza) con la persona infestata. In questo caso è più frequente che il passaggio possa essere mediato da indumenti infettati.
Per il pidocchio del capello e quello pubico può capitare che la trasmissione avvenga tramite sfortunato e occasionale contatto con un pelo o un capello infestato (caduto da meno di due giorni, che è il tempo di sopravvivenza medio del pidocchio lontano dalla pelle umana).
Gli animali non vengono infestati e non sono vettori di infestazione (se non in modo fortuito).
Nel caso del pidocchio del corpo, quello che infesta i vestiti, il trattamento sufficiente è quello di allontanare i vestiti e di disinfestarli tramite lavaggio a caldo a più di 60 gradi o a secco. Sarà da valutare caso per caso la terapia per una eventuale infezione da Rickettsia o Borrelia (agenti patogeni) che possono essere trasmessi dal parassita.
Nel caso dei pidocchi del pelo (del pube) e del capello, lo schema terapeutico vede di volta in volta l’utilizzo di prodotti ad azione locale che servono ad uccidere l’insetto ed eventualmente le sue uova.
I prodotti utilizzati sono in genere a base di permetrina, malathion o altri e le indicazioni cambiano a seconda del prodotto utilizzato. In genere il trattamento è da ripetere a 7-9 giorni dalla applicazione (che in genere va mantenuta per 10-15 minuti e sciacquata) in un periodo che permette alle lendini di schiudersi, ma non è sufficiente al nuovo pidocchio per deporre nuove uova.
In particolare in testa è importante continuare la ricerca di eventuali pidocchi superstiti che indicano la necessità di un nuovo trattamento (eventualmente con un preparato diverso poiché l’insetto potrebbe essere resistente al farmaco utilizzato).
Attenzione: prima di applicare il prodotto è importante non aver usato alcun tipo di balsamo o olio per capelli che potrebbe ridurne l’efficacia. I capelli non vanno lavati per almeno due giorni a seguito dell’applicazione poiché il farmaco continua a fare effetto.
La rimozione delle lendini tramite pettinino può non essere strettamente necessaria, ma l’uso dell’apposito pettine a denti fini può essere utile per l’individuazione di pidocchi superstiti (o per fare la diagnosi) e per essere di supporto all’effetto della terapia.
Una soluzione fatta al 50% da acqua e al 50% da aceto può aiutare a staccare le lendini dal capello ed essere quindi di supporto al trattamento.
Per quanto riguarda la bonifica ambientale, sarà sufficiente lavare a caldo (60 gradi) o a secco passare in asciugatrice abiti, lenzuola e ciò che sia possibile (e che sia entrato in contatto con la persona nei 2 giorni precedenti il trattamento). Quello che non è disinfestabile in questo modo va sigillato in buste di plastica per due settimane. È utile anche usare l’aspirapolvere per aspirare pavimenti e mobili, con particolare attenzione a dove la persona infestata sia stata o si sia sdraiata.
Spazzole e altro possono essere tenuti in acqua calda (60 gradi celsius) per 10 minuti.
I contatti stretti vanno analizzati ed eventualmente trattati (se sussiste l’evidenza di contagio).
Trattamenti inutili sono da evitare, così come è sconsigliato ripetere lo stesso trattamento per più di tre volte (se non ha funzionato, probabilmente ci troviamo di fronte a una resistenza specifica per cui bisogna cambiare prodotto.
Lo schema preferito
Nel sospetto di essere in presenza di infestazione da pidocchi contattate il medico. Sempre. Agire tempestivamente in modo corretto è utile a fare sì che l’”epidemia” resti il più possibile controllata.
Nel caso del pidocchio del capello, non c’è motivo di restare separati dal resto della comunità oltre il primo giorno a seguire dal primo trattamento, se le indicazioni di trattamento sono state seguite correttamente.
Per questo motivo, ad esempio, il bambino con i pidocchi può tornare a scuola già a partire dal giorno seguente al primo trattamento.
Controllare regolarmente la testa del bambino può essere provvidenziale per identificare tempestivamente un eventuale contagio e poter agire in modo rapido e funzionale.
Trattare precauzionalmente o preventivamente non è di aiuto e anzi può risultare nella creazione di resistenze e inutili danni. Il trattamento in questi casi è quindi da evitare.
Bibliografia essenziale
- CDC – Centers for Disease Control and Prevention: Parasites – Lice.
- Harrison, Principi di Medicina Interna, 17a edizione.
- Manuale di Dermatologia Medica e Chirurgica 5e, Cainelli T, Giannetti A, Rebora A.
- Ministero della Salute: Pidocchi… non perdere la testa!
- CDC – Centers for Disease Control and Prevention: Parasites – Lice.
- Harrison, Principi di Medicina Interna, 17a edizione.
- Manuale di Dermatologia Medica e Chirurgica 5e, Cainelli T, Giannetti A, Rebora A.
- Ministero della Salute: Pidocchi… non perdere la testa!