Mononucleosi
La mononucleosi, è detta spiritosamente “malattia del bacio” a causa delle frequenti epidemie che si verificano nei college americani, ma non è una malattia che si trasmette solo così.
Infatti il virus responsabile della mononucleosi si trasmette anche per via salivare, quindi come per il morbillo o per il raffreddore, ne possono essere causa anche i baci, ma soprattutto starnuti, vicinanza stretta, ambienti affollati, e per questa malattia, in modo particolare, sono sicure concause lo stress, la carenza di minerali e la scarsa efficienza del sistema immunitario.
Al termine dell’articolo sono descritti in dettaglio tempi e modi della valutazione del dosaggio dei diversi anticorpi in corso di malattia o successivamente ad essa.
Una delle motivazioni per cui si scopre la mononucleosi è la forte stanchezza che spesso segue alla infezione, e che può durare, se non trattata, anche per mesi. Il medico, di fronte ad un caso di astenia non motivata deve sempre indagare la possibile infezione precedente da mononucleosi (vedi al fondo l’elenco degli esami necessari e la guida per la loro interpretazione).
Non è una malattia tranquillissima, perché il suo decorso è paragonabile a quello di una forte influenza con febbre o di una forte faringite, cui spesso si associa un notevole rigonfiamento dei linfonodi (espressione di un segnale di difesa dell’organismo), che porta spesso a preoccupanti diagnosi differenziali (l’aumento dei globuli bianchi, la febbre e il rigonfiamento dei linfonodi è condizione presente anche in alcune malattie del sangue come la leucemia) che si acquietano non appena viene effettuato un test diagnostico che specifichi appunto la causa virale della malattia (vedi la parte conclusiva dell’articolo).
In molti altri casi invece l’infezione decorre in modo quasi asintomatico, e una persona si ritrova con anticorpi contro il virus senza essersi neanche accorto di avere superato l’infezione. A 30 anni una elevata percentuale di persone ha “fatto” la mononucleosi (lo si vede dagli anticorpi presenti), anche se solo una piccola parte è consapevole di averla fatta.
Una tipica caratteristica, che diventa quasi una conferma della mononucleosi è la reazione alla amoxicillina, antibiotico che viene spesso utilizzato a sproposito per trattare i sintomi, in particolare febbre e mal di gola.
È risaputo che nelle forme virali gli antibiotici non servono, ma purtroppo molti medici e pediatri sono ancora convinti che febbre e mal di gola richiedano l’uso di antibiotici.
Quel particolare antibiotico (uno dei più diffusi) determina nei soggetti con mononucleosi in corso una tipica reazione similallergica per cui il volto (e talora il corpo) si riempie di macchie pruriginose che rendono spesso necessario l’uso di antistaminici e cortisonici (con ulteriore riduzione della capacità immunitaria) per trattare la reazione al farmaco.
È una reazione transitoria: le persone che hanno questa reazione non restano allergici a quell’antibiotico, anche se la cautela nell’uso degli stessi rimane sempre d’obbligo per moltissimi altri motivi.
Un dato su cui è meritevole porre attenzione è la possibilità della splenomegalia, l’ingrossamento della milza, che evidenzia l’unica importante complicazione non batterica della mononucleosi.
In alcuni casi è infatti possibile che la milza si ingrossi, e in quel caso fino al recupero delle dimensioni originali è indispensabile mantenere un riposo attivo (la persona cioè può cautamente andare in ufficio o a scuola, ma non può mettersi a correre e saltare o fare ginnastica per le possibili complicazioni che ne possono derivare). In quel caso il medico visitando può percepire l’ingrossamento, e in alcuni casi può essere utile verificare la riduzione con una ecografia.
IL responsabile di questa malattia infettiva è un virus, chiamato Virus di Epstein Barr (dal suo scopritore) abbreviato spesso in EBV. Dopo un possibile contagio, la malattia si manifesta in un periodo compreso tra le 3 e le 6 settimane successive.
Normalmente una persona smette di essere infettiva dopo circa 5-7 giorni dalla cessazione dei sintomi più evidenti. In realtà la eliminazione del virus per via salivare è oltremodo variabile, ma quel tempo è ritenuto in genere sufficiente per riprendere la vita di relazione scolastica o di ufficio.
Nel trattamento di questa forma possono essere di estrema utilità sia le sostanze che hanno una veloce azione di controllo della infezione virale (Oximix 1+ Immuno, Selenio Vitamina C, Vitamina C, Olio di Ribes, Olio di Perilla…) sia i rimedi che consentono efficacemente di intervenire sui momenti successivi, cioè sul recupero della stanchezza e della fatica connesse con questa malattia (Coenzima Q10, Inositolo, Aleurone PF1, Arsenicum album, Olio di Perilla, Curcuma).
Una volta precisato che la mononucleosi, se complicata, merita una valutazione medica, va anche detto che la maggior parte delle infezioni mononucleosiche decorre in modo “semplice” assomigliando appunto ad una forte faringite, e il trattamento di supporto può anche essere di tipo naturale, gestibile quindi da chiunque.
Ricordiamo, come già detto, che gli antibiotici, in questa malattia non sono solo inutili, ma potenzialmente anche dannosi.
Importante è la immediata azione di supporto con Oximix 1+ Immuno. Si tratta di un mix di minerali importantissimi per il controllo delle forme infettive virali. Se ne prendono in fase acuta fino a 4-5 misurini da 5 ml al giorno (per i bambini fino a 2 misurini) distribuendone l’assunzione nel corso della giornata e riducendo la quantità con la scomparsa dei sintomi.
A questa va associata una integrazione a base di Vitamina C (ad esempio 2 compresse al giorno di Ester-C 500).
Manganese, Zinco, Rame, Selenio, Vitamina C sono rimedi importanti che consentono di difendersi anche da virus potenti come quello di Ebola, e indubbiamente dalla mononucleosi e dall’influenza. Il trattamento della fase acuta è lo stesso delle forme virali che si possono trovare alle voci Malattie invernali, Febbre.
Chi ha una mononucleosi dovrebbe riconoscere i segni della “benettia” che arriva. È una forma virale che deve richiamare una persona a riflettere sul proprio stile di vita. Non si tratta di diventare dei “santi” o dei digiunatori, ma semplicemente di riconoscere che alimentazione, attività fisica e integrazione minerale sono degli aspetti della propria vita su cui riflettere. Si tratta di una malattia simbolo, e diventa importante ragionarci con attenzione.
L’uso di “Crudo Vivo e Colorato” e le scelte di bilanciamento alimentare sono gli strumenti di benessere da mantenere.
Nel corso dell’infezione acuta si deve mantenere l’organismo molto idratato, bevendo abbondante acqua
Tra i rimedi omeopatici tradizionalmente utilizzati per la febbre e la faringite, ricordiamo Mercurius solubilis 9 CH, Belladonna a qualsiasi diluizione compresa tra la 5 CH e la 30 CH, e Histaminum 12 CH. In caso di tonsille molto gonfie si può utilizzare Hepar sulfur 30 CH al posto di Mercurius solubilis.
Consigliamo l’uso dell’olio di Perilla per la sua azione importante di controllo dell’infiammazione (in genere 4 perle da 750 mg al giorno fino a riduzione dei sintomi per poi mantenere 2 perle al dì per una settimana e 1 perla al dì per una ulteriore settimana). Anche l’olio di Ribes nero e il Ribes nero in macerato glicerico possono essere utili.
Anche il Tè verde ha delle specifiche azioni antivirali ampiamente documentate. Si possono prendere anche 4 tavolette al giorno di Fito Tè verde, in fase acuta, riducendo la frequenza di assunzione con la riduzione dei sintomi febbrili. Utile il suo uso (1-2 tavolette al dì) anche nella fase di stanchezza eventualmente presente dopo la guarigione.
La prevenzione della mononucleosi si attua attraverso tutti gli strumenti che migliorano le difese immunitarie. Abbiamo più volte segnalato in questo sito che la prevenzione antivirale si fa con una sana alimentazione e con l’integrazione minerale e vitaminica adeguata.
Per esempio può essere utile il supporto di Oximix 1+ Immuno. Si tratta di un mix di minerali importantissimi per il controllo delle forme infettive virali. Se ne prendono in fase acuta fino a 4-5 misurini da 5 ml al giorno (per i bambini fino a 2 misurini) distribuendone l’assunzione nel corso della giornata e riducendo la quantità con la scomparsa dei sintomi.