Coliche
Il termine “colica” serve per indicare qualsiasi dolore legato alla contrattura o allo spasmo di un organo cavo, cioè vuoto nel mezzo, come sono quindi l’intestino, gli ureteri, il coledoco, la colecisti o cistifellea e così via.
Spesso il problema è dovuto a della renella o a del fango biliare o ancora a un ispessimento del succo pancreatico che essendo troppo denso fatica a defluire fino all’intestino.
Così, ad esempio, ci sarà una colica renale, quando per la presenza di renella oppure di un calcolo, l’uretere si contrae per spingerla verso l’esterno, una colica addominale, se è l’intestino a contrarsi in risposta a feci troppo dure o troppo liquide o alla presenza eccessiva di aria, una colica epatica se la bile troppo densa fatica a essere riversata nell’intestino e di conseguenza la colecisti, il dotto cistico e il coledoco si contraggono con l’intento di risolvere l’intoppo.
Per quanto riguarda la colica epatica, è opportuno rammentare che i calcoli non possono formarsi nel fegato, ma all’interno della colecisti, che è il “sacchettino” di raccolta della bile, situato proprio sotto al fegato. L’espressione “calcoli al fegato” è quindi scorretta. Più correttamente si dovrà dire “calcoli alla colecisti”, e di conseguenza la colica di fegato è in realtà una colica delle vie biliari.
Va ricordato che in tutti i posti in cui si può verificare una colica, si può verificare anche la cosiddetta “colica senza materia”, che è molto frequente. Significa che l’organo in questione, ad esempio la colecisti, si contrae sotto l’influenza di altri fattori, come potrebbe essere una forte arrabbiatura, e determina dei sintomi dolorosi simili a quelli dovuti alla presenza di un calcolo, benché di calcoli non ce ne sia nemmeno l’ombra. Talvolta è presente solo un po’ di renella e l’uretere intorno si contrae in modo eccessivo determinando dolore.
In genere i motivi di queste contrazioni sono da ricercarsi a livello emotivo, tenendo presente che l’organismo umano tende sempre a rispondere a situazioni di pericolo, di paura o di tensione, con la contrattura e lo spasmo dei suoi organi o dei suoi muscoli.
Questa condizione è legata anche al fatto che ogni organo cavo serve in genere per trasportare delle sostanze; nel caso della colecisti capita che venga talora trasportata della bile un po’ densa, e non completamente fluida; se una persona è tranquilla e rilassata, il suo coledoco è pure disteso ed elastico; se per caso un individuo è invece teso e arrabbiato, il suo coledoco diventa grande come un capello, e anche della semplice bile più spessa può provocare gli stessi dolori di un grosso calcolo.
Nonostante esistano modalità naturali molto efficaci per trattare le coliche è bene, soprattutto al primo episodio, inquadrare correttamente la situazione sul piano diagnostico.
Una semplice ecografia addominale è molto spesso più che sufficiente per valutare con precisione la possibile causa di una colica identificando se sono presenti calcoli, renella e fango biliare.
L’ecografia sarà altrettanto utile per valutare possibili situazioni che richiedono una maggiore attenzione come un ispessimento delle pareti della colecisti, che devono far pensare a una possibile colecistite e cioè a un’infiammazione della cistifellea, così come a una dilatazione dei calici renali e dell’uretere che deve far pensare a un blocco al fluire corretto dell’urina.
Situazioni come queste devono essere assolutamente valutate dal proprio medico di fiducia per un corretto percorso terapeutico, che in alcuni casi può essere anche chirurgico.
Una corretta idratazione è probabilmente il suggerimento più utile da dare a chi soffre frequentemente di coliche, siano esse renali, biliari o pancreatiche.
L’abitudine a bere almeno 2 litri di acqua al dì è di grande aiuto per ridurre il rischio di formazione di calcoli e renella a livello dei reni e per mantenere la bile e i succhi pancreatici fluidi.
I liquidi dovranno essere distribuiti nella giornata, preferibilmente lontano dai pasti per non rallentare la digestione. In particolare è utile bere un paio di bicchieri d’acqua appena svegli la mattina per reidratarsi dopo le ore notturne.
Ci sono poi indicazioni specifiche a seconda del tipo specifico di colica.
Coliche renali
Se un’idratazione corretta rappresenta il caposaldo per la prevenzione delle coliche renali, esagerare con i liquidi durante una colica rischia solo di aumentare il fastidio e il disagio. Una maggior produzione di urina conseguente a un’idratazione esagerata aumenta la distensione dell’uretere e conseguentemente il dolore.
In queste situazioni meglio ridurre un poco l’assunzione d’acqua per poi recuperare non appena il dolore si sarà attenuato.
Utile anche aumentare l’utilizzo di frutta e verdura che, essendo ricche di potassio, riducono la formazione dei calcoli e ne favoriscono l’eliminazione. Chi soffre di calcoli renali non dovrebbe mai mangiare meno di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura.
Coliche biliari
In fase acuta meglio ridurre il consumo eccessivo di cibi ricchi di grassi, come fritti, formaggi e così via, che stimolano lo svuotamento della colecisti e quindi lo spasmo e il dolore.
Questa indicazione merita di essere portata avanti per qualche giorno dopo la colica per poi essere progressivamente ridimensionata.
Coliche addominali
Il modo più semplice per prevenire le coliche addominali è ricordarsi di masticare con cura. Una buona abitudine è quella di appoggiare la forchetta tra un boccone e l’altro in modo da scandire un’attenta masticazione. Più si mastica meglio si digerisce, evitando l’eccessiva fermentazione intestinale.
Molto utile anche l’utilizzo dei cereali integrali che regolano la flora batterica intestinale e favoriscono la corretta formazione delle feci.
Sono invece da evitare in fase acuta, cioè nei 3-4 giorni dopo una colica addominale, i legumi e le verdure troppo fibrose. L’eccesso di fibre irrita ulteriormente l’intestino e rischia di portare a un’eccessiva fermentazione intestinale.
Uno studio pubblicato nel 2015 sull’American Journal of Emergency Medicine ha confrontato l’effetto dell’agopuntura con quello di due farmaci antinfiammatori di largo utilizzo, come il Paracetamolo e il Diclofenac, nel trattamento delle coliche renali acute concludendo che l’effetto terapeutico dell’agopuntura è assolutamente sovrapponibile a quello dei due farmaci (Kaynar M et al. Am J Emerg Med 2015;33(6):749–53).
Da tenere in grande considerazione anche una tecnica di agopuntura superficiale che permette di guidare verso la risoluzione una colica sia essa renale, biliare o pancreatica.
Questa tecnica, di semplicissima applicazione, permette spesso di ottenere risultati sorprendenti con il vantaggio che una volta appresa può essere effettuata dal paziente autonomamente.
In caso di colica acuta, sia essa renale, biliare o pancreatica, si userà una miscela di oxiprolinati come quelli presenti in un prodotto come Oximix 4+ Relax che, grazie alla presenza di Magnesio e Manganese insieme agli estratti fitoterapici di Biancospino e Arancio dolce, svolge una buona azione antispastica e di lieve filtro emotivo. Il dosaggio è di 1 capsula 2-3 volte nel corso della giornata in relazione all’acuirsi dei dolori.
Il Magnesio può essere utilizzato anche da solo scegliendo, ad esempio, un prodotto come Magnesio+ da utilizzare al dosaggio di 5 ml in mezzo litro d’acqua da bere durante la giornata. In fase acuta il dosaggio può essere aumentato fino a 10 ml al dì.
Un interessante lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista Emergency nel 2017 da un gruppo di ricercatori iraniani, ha dimostrato come il Magnesio, somministrato durante una colica renale, è utile per ridurre il dolore e la necessità di utilizzare farmaci antidolorifici (Jokar A et al. Emerg 2017;5(1):e25).
In caso di coliche renali o biliari il mercato offre diverse soluzioni.
Uno dei prodotti più interessanti disponibili sul mercato italiano si chiama Depur ed è costituito da erbe e minerali e svolge una azione antispastica e di drenaggio. Di solito si suggerisce di assumere 15 ml in un bicchiere ben pieno di acqua non fredda al mattino, prima della prima colazione, e alla sera, prima di cena, da proseguire in una logica preventiva per un periodo anche prolungato. In fase acuta, invece, può essere utilizzato anche 3-4 volte al dì, in modo da facilitare il drenaggio della renella e del fango biliare..
Altre preparazioni sono la Soluzione Schoum e il Resolutivo Regium.
La prima è costituita da un insieme di estratti idroalcolici di Fumaria, Ononide e Piscidia e ha il problema dell’essere alcolica. La sua azione è comunque mirata a favorire la discesa di eventuali calcolini, e a stimolare la ripresa funzionale degli organi interessati; va usata bevendone da 4 a 6 bicchierini al dì, distribuiti durante la giornata. In pratica se ne consuma mezzo flacone al giorno, per i due o tre giorni in cui dura il disturbo.
Il secondo prodotto invece è costituito da diversi rimedi fitoterapici. Ha un’azione di drenaggio molto importante e va usato al dosaggio di 30 ml in un bicchiere d’acqua al mattino e alla sera anche per lunghi periodi.
Queste tre composizioni fitoterapiche sono estremamente utili anche peri i calcoli salivari e hanno comunque un’azione detossificante stimolando il fegato in modo importante.
In caso di colica addominale uno dei rimedi naturali più efficaci è l’infuso di Menta e Anice di cui consumare 2-3 tazze nel corso della giornata.
Allo stesso modo è possibile utilizzare l’olio essenziale di Menta piperita, al dosaggio di 8 gocce per 2-3 volte al dì, che svolge un’ottima azione antispastica.
Per finire, nella tradizione medica omeopatica, alcuni medicinali omeopatici possono essere utilizzati efficacemente, in affiancamento alla terapia farmacologica, a supporto in caso di coliche.
Tra tutti, i due rimedi più utilizzati sul piano clinico sono Colocynthis 9 CH e Magnesia phosphorica 9 CH.
Si sceglierà il primo rimedio per trattare tutti i dolori con senso di costrizione e di spasmo, che esordiscono improvvisamente e migliorano un po’ con il caldo locale e con la flessione del bacino, piegandosi cioè in due su se stessi; è il prodotto da usare qualora la colica sia innescata da un’arrabbiatura.
Il secondo rimedio è molto simile al primo ma se ne differenzia un poco per la presenza di dolori che cambiano rapidamente e frequentemente sede e punto di irradiazione.
Del rimedio scelto si utilizzeranno 3-4 granuli da sciogliere sotto la lingua ogni 5-10 minuti, riducendo gradualmente la frequenza di assunzione in relazione al miglioramento ottenuto.