Cancro
Sarebbe molto bello poter spiegare qui cosa è il cancro e quale ne è la terapia, ma questo non è possibile.
Non è certo lo spazio a mancare, visto che ciò che si sa di sicuro e documentabile su ogni forma di cancro si può scrivere su circa mezza pagina di libro; non è neanche per carenza di risultati terapeutici con le medicine naturali, visto che sono davvero molte le persone che hanno superato le loro battaglie grazie a loro; e da ultimo non è neanche per conflitto con la medicina allopatica, in quanto molte delle tecniche terapeutiche in uso, sono sicuramente di aiuto nel superamento della malattia, se usate con buon senso ed oculatezza.
Non è possibile allora, perché il cancro esprime una situazione di disturbo globale, e non può quindi essere ricondotto ad una valutazione standard valida per tutti. Proprio questa non precisione di dati e di risultati sul cancro, nonostante la somma enorme di denari pubblici e privati che si sono spesi si spendono e si chiedono alla gente per fare ricerche, è l’espressione della sua molteplicità di aspetti.
Incontrarsi con il cancro significa incontrare un prisma con tantissime sfaccettature, ognuna delle quali ha la sua importanza, che viene però persa se viene considerata da sola e avulsa dal tutto. Affrontare questa forma patologica senza considerare l’insieme globale della persona, significa non poterla vincere.
La massa di insuccessi ottenuti, o di successi solo relativi che continuano a vedersi, può essere legata semplicemente ad un errore logico di impostazione.
Probabilmente la strada da battere per trovare la soluzione non è solo quella battuta finora. Esistono dei dati incontestabili: gli scienziati che hanno proposto vie nuove di interpretazione e di terapia, non perfettamente coincidenti con le linee codificate dai centri di ricerca istituzionali, finora sono stati ignorati se non vessati.
Tra questi dobbiamo metterci senz’altro uno scienziato come Linus Pauling, che è l’unico uomo vivente onorato di due Premi Nobel (chimica e pace), e che da più di trenta anni ripete che nel cancro si devono usare alte dosi di Vitamina C e di Vitamina A ed E.
Nonostante questo, solo recentemente il mondo medico ufficiale ha iniziato ad ammettere l’utilità di questo trattamento, iniziando qualche sperimentazione. E se anche si inizia ad accettare il concetto in teoria, nella pratica purtroppo, chi affronta oggi un intervento chirurgico, anziché venire preparato fisicamente con l’apporto di alte dosi di Vitamina C, riceve solo un trattamento psicologico involontariamente distruttivo, considerato che l’eventuale attesa dell’ intervento gli viene fatta pesare come una sua colpa, nel caso poi le cose vadano male.
Se si parla con i “sopravvissuti”, cioè con coloro che ormai da anni hanno superato qualsiasi fase critica, ci si rende conto che indipendentemente dalla terapia seguita (taluni solo allopatica, taluni solo omeopatica, taluni con diversi gradi di miscelazione tra queste, taluni altri infine senza alcuna terapia), il denominatore comune di queste persone era stato il “cambio di marcia” della propria vita, ottenuto in modo conscio o inconscio, ma comunque ottenuto.
Queste persone avevano cioè modificato in modo determinante gli atteggiamenti personali nei confronti della propria vita, della malattia e delle relazioni con gli altri, recependo queste modificazioni come delle maturazioni positive, utili per superare condizioni di disagio vitale, precedentemente ritenute insormontabili. Ricondurre una persona al proprio equilibrio vitale, riorganizzare cioè le sue energie in modo positivo, consente già di ridurre notevolmente la velocità di evoluzione di una forma tumorale, e spesso di farla regredire.
Si può citare, come simbolo di quanto detto, le dimostrazioni logiche e pratiche propugnate per anni dal professor Luigi Oreste Speciani a verifica della Teoria Psicosomatica del Cancro; e ancora il lavoro dei Simonton, due oncologi radioterapisti, che mentre svolgevano il loro lavoro hanno scoperto e in parte codificato che certi tipi di esercizi mentali consentivano ai loro pazienti di avere una sopravvivenza nettamente maggiore rispetto a quella di chi veniva irradiato e basta; a dimostrazione quindi di quanto sia importante la “testa” nella genesi e nel mantenimento di una forma tumorale.
Per fare anche una semplice carrellata informativa su tutti i metodi possibili per stimolare una persona a recuperare la propria integrità psico-fisica, per affrontare nel migliore dei modi il superamento della propria condizione di malattia, dovremmo riempire molte pagine.
È invece importante precisare che la speranza della vittoria sul cancro non è solo nascosta nei “prossimi dieci o venti anni di studio o finanziamenti” ma dentro a ciascuno di noi.
L’unico mezzo per vincere è di stimolare questa capacità individuale, con tutti i mezzi possibili, associando contemporaneamente le terapie più idonee a migliorare la situazione nel rispetto dell’individuo.
Quando si parla di rispetto dell’individuo ci si riferisce alla scelta di terapie che possano avere un effetto positivo, senza necessariamente essere distruttive per l’organismo. Spesso terapie identiche possono determinare risultati molto diversi, semplicemente in relazione alla preparazione fisica e psichica del malato alla terapia stessa.
Bombardare una persona malata con la chemioterapia, oppure sottoporla ad un intervento chirurgico, dopo avere ricreato le migliori condizioni di risposta nell’individuo (ad esempio con supporti alimentari vitaminici, e con l’adeguato supporto psicologico) consente di ottenere dei risultati enormemente più utili di quelli ottenibili facendo arrivare all’intervento una persona attanagliata dal terrore e priva di ogni capacità di reazione fisica.
Inoltre, al di fuori di questa considerazione generale, e limitandosi invece ad un piano specifico, ci si può porre alcune domande: se la chemioterapia ha una elevata tossicità epatica, perché non prevenirla con il giusto apporto di Inositolo? (vedi Digestione, Insufficienza epatica); se la cobaltoterapia determina delle radiodermiti (lesioni della pelle), perché non prevenirle con alte dosi di Vitamina C, come dice Pauling?
Nella pratica clinica quando un medico, che pure ha a disposizione tutte le possibili terapie attualmente esistenti, sceglie in modo ragionato la via delle terapie naturali, il rispetto della integrità psicofisica del malato è molto più garantito che attuando terapie allopatiche; eppure molti sentono falsa ed artificiosa questa divisione tra “tipi” di medicina, perché la “Medicina” è unica e senza divisioni, purché sia fedele al malato e non fedele alla scuola dogmatica da cui origina.
Il medico deve sempre sapersi adattare alla situazione unica del malato, scegliendo per quella persona le terapie più idonee per quel momento e per quella situazione. Lo scopo è di ottenere il meglio per quella persona, e non per i dati statistici dell’“istituto” o del “gruppo”, qualunque esso sia.
Purtroppo questo atteggiamento non è propriamente quello seguito negli ambiti istituzionali, e se quindi da un lato si dovrà battagliare ancora a lungo per portare questo atteggiamento nell’ambito della pratica medica istituzionale, dall’altro il malato di cancro deve cercare per se stesso una saggia integrazione delle giuste terapie (e lo possono essere tutte, in alcune condizioni), purché sia sempre preminente il rispetto della sua condizione umana; non si conoscono “sopravvissuti” tra coloro che venivano considerati dei “tumori da trattare”; quelli che ce l’hanno fatta erano stati considerati “uomini, in più anche malati”, e come tali rispettati.
L’informazione è uno degli aspetti più drammatici dell’esperienza del cancro. In genere il malato di cancro arriva ad essere informato delle varie possibilità terapeutiche solamente “dopo”, quando cioè per forza di cose è già entrato in una spirale terapeutica di cui non aveva coscienza.
Vi sono però alcuni testi che possono contribuire a formare una coscienza del problema; possono essere utili a chiunque per una personale espansione culturale, e possono poi essere di aiuto a chi sta vivendo con il proprio cancro, e sta cercando di vincere, per entrare in contatto con un mondo diverso da quello probabilmente fino a lì percorso.
Un testo di grande rilievo, che caratterizza l’importanza delle convinzioni e delle induzioni mentali nel determinare la guarigione o la malattia, è “Il volo del diavolo”, scritto da S. Goldstein e A. Condorelli. Si tratta dei due psicologi che hanno portato e divulgato in Italia il fondamentale volume “Stare bene nuovamente” di C. Simonton e S. Simonton (edizioni di Riza psicosomatica, Milano), che per molte persone è stato inizio della propria via di speranza, e continua oggi ad essere strumento importante della propria certezza di vita (Per avere questi due libri appena citati ci si può mettere in contatto con il Centro ricerca linguaggio e comportamento di Vicenza, tel. 0444 520096 oppure 348 4421044).
A questi volumi si può aggiungere “Di cancro si vive” di Luigi Oreste Speciani (edizioni Masson, Milano) in cui vengono affrontati in sintesi alcuni dei più scottanti problemi attuali sul cancro, e viene proposta la vita come divenire della malattia.
“Cancro e Psiche” di S. Lermer (SIAD ed., Milano) contribuisce alla centratura della importanza della mente nella genesi delle forme tumorali, almeno come concausa.
“Il cancro. Tutto quello che dovete sapere” di P. Lagarde (Zeroedizioni, Milano) e “Ciò che vi si nasconde sul cancro; luce su altre terapie”, sempre di P. Lagarde (Ipsa edizioni, Palermo), sono due testi completi ed esaurienti sulle contraddizioni esistenti e sulle altre possibilità terapeutiche, non necessariamente in antagonismo alle terapie allopatiche, ma spesso invece in reciproco potenziamento, se usate con intelligenza.
Un testo di piacevole lettura è senz’altro “Ho vinto il mio cancro” di H. Couderc (MEB Edizioni, Padova).
Per alcune metodiche particolari di valutazione biologica ed elettronica degli stati cancerosi (secondo le metodiche di Vernes ed Augusti), ci si può rivolgere al Prof. G. Smadelli, massimo esperto italiano del settore, a Modena.
Per una informazione più dettagliata e per una guida sulle tecniche indicate nel libro dei Simonton, ci si può informare presso le sedi del Centro Ricerche Comportamento e Linguaggio (che ne ha curato l’edizione italiana), con sedi a Milano e Vicenza.
Questi testi e questi centri sono ovviamente solo le punte d’iceberg di una realtà fortunatamente più ampia, che ogni giorno vivono nella pratica decine di medici omeopatici e naturisti, a contatto con i malati che hanno instaurato un rapporto stabile con loro.
Da un punto di vista terapeutico è sicuramente utile sapere che l’alimentazione e la integrazione vitaminica possono apportare molti benefici alle situazioni cancerose già esistenti, ma soprattutto possono fare parte della attiva prevenzione che ogni persona può mettere in atto (vedi Radiazioni) per difendersi dal rischio cancro, agendo almeno su qualcuna delle così numerose facce del “prisma” dell’uomo.