Alzheimer

Sinonimi: Morbo di Alzheimer, Demenza senile, Demenza, Deficit della memoria, Demenza precoce
di Attilio Speciani - Allergologo e Immunologo Clinico

Il morbo di Alzheimer prende il nome dallo psichiatra tedesco che per primo, nel 1907, diagnosticò questa demenza senile di tipo progressivo, che porta gradualmente a perdita di memoria, disturbi nella percezione, nella comprensione e nell’utilizzo del linguaggio.

Di solito inizia a manifestarsi intorno ai 70 anni di età ma talvolta può avere un esordio più precoce.

 Sintomi

I primi segni sono percepiti con la perdita di memoria anche se molte persone sono preoccupate perché non capiscono la differenza tra elementi di normale distrazione e la comparsa di demenza. Diciamo che per iniziare a pensare all’Alzheimer servono aluni segni caratteristici.

Ad esempio una frequente dimenticanza di eventi importanti o un particolare stato di confusione mentale.

La difficoltà a svolgere compiti della quotidianità è un altro segnale importante. Tutti dimenticano una luce accesa, ma dimenticare di avere svolto un lavoro durato magari qualche ora ha un significato di maggior rilievo.

La confusione e il disorientamento nello spazio sono altri segnali da considerare con attenzione. Ci si può dimenticare di una data o essere convinti di essere a giovedì mentre è martedì, ma perdere la strada di casa che si conosce perfettamente da anni è un segnale che merita attenzione.

La perdita di capacità di giudizio, la carenza di iniziativa, l’incapcità di pensare in termini astratti sono sintomi di una condizione più evoluta. Il malato di Alzheimer ad esempio trova molto difficile capire il significato di cifre e numeri e a percepire il significato di un assegno, anche se ne ha firmati un’infinità nel corso della sua vita.

 Cause

Intorno alle cause si discute tutt’oggi. Per anni la si è considerata una problematica dell’età, legata semplicemente all’invecchiamento e dovuta ad una costuzione genetica.

Poi si è compreso che i disturbi della circolazione sono sicuramente importanti e che una ipertensione arteriosa non controllata può peggiorare questa condizione o favorirne la comparsa. Lo stesso vale per i fenomeni di scarso arrivo di ossigeno al cervello, come per chi soffre di pressione molto bassa.

Una importante concausa può essere l’eccesso di calcio alimentare o l’usodi farmaci per l’osteoporosi che devono essere valutati con molta attenzione nel caso di una tendenza a questa malattia. 

Negli ultimi anni però l’aspetto nutrizionale è diventato dominante. Oggi sappiamo che gruppi geneticamente simili (Nigeriani africani e neri di Indianapolis USA) hanno una incidenza della malattia profondamente diversa in relazione alle abitudini alimentari dei due diversi gruppi.

Da tempo però si è notata una stretta correlazione tra l’incidenza di questi disturbi cognitivi e la presenza di diabete di tipo-2, malattia legata alla progressiva resistenza all’insulina, tanto da individuare addirittura, in studi del gennaio 2009, proprio nel diabete uno dei più potenti elementi di aumentato rischio di demenza senile.

Sembra che di fronte ad una aumentata necessità di produzione di insulina, come si ritrova nel diabete, nell’obesità, in caso di intolleranze alimentari o nell’assenza di attività fisica, l’enzima che si occupa di ripulire l’organismo dall’insulina sia attivamente impegnato su questo fronte senza potersi occupare dell’altra sua funzione che è di impedire la deposizione di una sostanza chiamata Beta-amiloide che è la causa finale, quasi meccanica della demenza.

La deposizione di beta-amiloide nel cervello provoca la morte di alcune cellule cerebrali e impedisce il loro corretto funzionamento.

La scadente qualità dei cibi quindi e una alimentazione che provochi resistenza insulinica sono tra le cause più importanti e controllabili di questo disturbo.

 Trattamento

È importante impostare una modalità alimentare che controlli la resistenza insulinica. In caso di ecesso di massa grassa è fondamentale arrivare a riportarla verso valori normali.

L’attività fisica è fondamentale. Non serve andare in palestra; è sufficiente camminare, facendo in modo di mantenere una quotidianità di applicazione. Il tempo dedicato alla passeggiata di buon passo va messo in programma con certezza ogni giorno.

L’eliminazione della dolcificazione e l’uso di dolci solo all’interno di pasti sempre ben bilanciati nel rapporto tra carboidrati e proteine è fondamentale per evitare la resistenza insulinica.

Uso di antiossidanti come ad esempio Stimun-Ox 800 (1 tavoletta al giorno) e Curcuma (1 tavoletta al giorno da 350-500 mg) abbinando alla sera l’impiego di cromo (ad esempio Picocromo Super Concentrated o Oximix 6+ Glucontrol) può infine rivelarsi utile per migliorare la sensibilità insulinica.

 Dieta

Il bilanciamento di carboidrati e proteine in ogni pasto, in modo che a grandi linee il pasto sia composto per 1/3 da cibi proteici, per 1/3 da carboidrati (integrali in massima parte) e per 1/3 da frutta e verdura, è la scelta più sicura per tenere in equilibrio l’insulina. Incrementare l’apporto di pesce e di omega 3 è anche rilevante per migliorare il quadro clinico

La scelta di una tecnica di riduzione dell’infiammazione come l’assunzione di un pezzo di frutta o verdura cruda prima di iniziare qualsiasi pasto, prima colazione compresa (Crudo, Vivo e Colorato), consente una sana integrazione minerale e una induzione di tolleranza nel modo più semplice ed economico possibile.

 Fitoterapia

Due grandi gruppi di sostanze agiscono favorevolmente in questa condizione. Curcuma e Gingko biloba. Entrambi possono essere usati a lungo. Gingko ha una azione più intensa sugli aspetti circolatori, mentre la Curcuma ha effetti su numerosi settori, con azioni antiallergiche, di prevenzione diabetica, di prevenzione diretta dei Alzheimer e Parkinson e una importante azione antitumorale. 

Minerali e vitamine

Il cromo e il magnesio sono tra i minerali più utili per tenere in equilibrio la sensibilità insulinica. Il magnesio inoltre è dotato anche della importante capacità di contrastare gli eccessi di calcio e di sodio quindi diventa utilissimo in caso di ipertensione associata o di utilizzo di farmaci antiosteoporosi.

La Vitamina D3 ha la caratteristica azione di allungare la vita cellulare, quindi il suo uso (1000 UI al giorno) è benvenuto in qualsiasi malattia degenerativa.

L’olio di pesce, gli Omega-3 è tra le sostanze che meglio si integrano in una azione preventiva e di cura di questodisturbo. Il dosaggioconsigliato è di 1 g al giorno.

Stimun-Ox 800, preparato a base di acido lipoico e N-acetilcisteina svolge, insieme a Luteina e Zinco una forte azione antiossidante consentendo di contrastare i radicali liberi e di favorire il normale funzionamento cellulare. Il dosaggio suggerito è di una tavoletta al dì al mattino prima della prima colazione o alla sera.

 Altro

Di fatto oggi non esiste una terapia medica certa di questa malattia, e quindi si può e si deve agire in modo preventivo. Abbiamo una serie di possibilità davvero rilevanti e di sicuro effetto.

L’uso di alcuni fitoterapici come la Curcuma, l’impiego di antiossidanti come Stimun-ox 800 a base di acido lipoico e NAC, la messa in atto di un sistema alimentare che migliori la sensibilità insulinica, la qualità dei cibi e il controllo della infiammazione provocata dalle intolleranze alimentari sono tra i mezzi più efficaci per prevenire la malattia.

Nel caso si intervenga quando il disturbo si è già manifestato, queste stesse indicazioni consentono di rallentare o fermare la sua evoluzione. 

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