Fukushemi
Altre fughe nucleari dai reattori di Fukushima e altra radioattività riversata nell’Oceano Pacifico. E ancora peggio, altri dati nascosti e come sempre scarsissima trasparenza sul nucleare.
La TEPCO, Agenzia per l’Energia giapponese, si è contraddistinta da subito per la carenza in tempestività e per la tendenza a nascondere dati o a rivelarli con ritardo e con manipolazioni particolari.
Anche oggi la situazione non è diversa da quei terribili giorni successivi allo tsunami che devastò la costa Est del Giappone e provocò (era l’11 marzo 2011) più di 30.000 morti e il malfunzionamento di alcuni reattori nucleari che attivarono una fusione nucleare e iniziarono a spargere radiazioni nucleari all’intorno.
C’è un dramma di fondo, legato al continuo travaso di acqua radioattiva nelle acque di Fukushima, e la consapevolezza che questo spargimento di radionuclidi in mare contribuisce all’aumento della radioattività di base del pianeta oltre che aumentare in modo significativo la presenza di Cesio radioattivo nelle carni dei pesci che vivono sia nelle zone vicine sia in quelle lontane dalle coste di Fukushima.
I dati che si possono recuperare a livello internazionale sono drammatici:
- La TEPCO sta segnalando da mesi un continuo riversamento di Cesio 137 nelle acque del Pacifico. È drammatico vedere che vengano considerate normali le presenze di Cesio 137 e di Cesio 134, radionuclidi che possono esistere solo se è in corso una fusione nucleare. Nel diagramma segnalato, la TEPCO evidenzia in alcuni casi il rilevamento dei due radionuclidi. Non ci sono dubbi: se c’è il Cesio 137 c’è una fusione in corso.
- La fusione è un processo di difficilissimo controllo e di quasi impossibile spegnimento.
- Il giorno 3 di ottobre si è verificata una ulteriore fuoriuscita di liquido radioattivo (la seconda degli ultimi due mesi) dai reattori di Fukushima e la sua entità è stata tale da obbligare una comunicazione ufficiale del premier giapponese nel chiedere addirittura un intervento tecnologico esterno, da parte di altri paesi che siano in grado di aiutare il Giappone a contenere queste fuoriuscite.
- A dispetto di quanto riferito nel giugno del 2011 in modo ufficiale, sono veramente molte le fonti di informazione che segnalano la continua crescita nelle acque del Pacifico, del livello di radioattività. Il Pacifico è grande e la radioattività si disperde abbastanza, ma anche le piccole dosi determinano danno.
- La comunicazione del 3 ottobre fatta dalla TEPCO alla AEIA appare stupefacente, se inserita nel contesto di quanto sta avvenendo da oltre 2 anni e mezzo. E la comunicazione fatta alla stampa direttamente dalla TEPCO contiene tutti gli elementi di scarsa trasparenza che ormai abbiamo imparato a capire, arrivano dalla maggior parte delle strutture che si occupano di nucleare in tutto il mondo.
Cosa poter fare quindi? Non molto purtroppo. Abbiamo certo una scelta nell’evitare i pesci che arrivano dall’Area di pesca N. 61 (quella vicino al Giappone), ma già espandere questa scelta su altre aree appare una difesa illusoria, perché alcuni studi hanno già evidenziato che in 2 anni i tonni hanno fatto per almeno 3 volte il percorso che va dal Giappone alla California e viceversa.
Recentemente sono state diffuse su internet indicazioni per evitare i pesci provenienti da aree di pesca diverse, ma la presenza di radionuclidi è purtroppo in crescita in tutti i pesci del Pacifico, e si ritiene che questa crescita sia in espansione su tutte le aree mondiali.
Possiamo aiutarci con un supporto antiossidante (Acido lipoico e N Acetil Cisteina) come già suggerimmo nel marzo 2011, ma sappiamo purtroppo che l’aiuto antiossidativo sarà una probabile costante futura per chi voglia difendere la propria salute e mantenere il proprio benessere nel tempo.
Una considerazione nasce riguardo alle future scelte politiche: sempre di più si dovranno valutare le scelte per l’ambiente fatte dai possibili rappresentanti di governo. Hanno più significato di qualsiasi altro tema proposto. Pagare meno tasse o avere i trasporti gratuiti sarà probabilmente un obiettivo vano nel momento in cui l’intera società potrebbe essere piegata da scelte insensate come quelle che hanno portato a questo disastro annunciato.