Ritenzione idrica e alimentazione
La ritenzione idrica è un disturbo molto comune tra le donne anche se può affliggere chiunque e nei mesi caldi e in particolari condizioni, come la gravidanza, può generare disagi notevoli.
Il ristagno di liquidi può verificarsi in tutte le parti del corpo, tuttavia le aree più interessate sono specificatamente gambe, caviglie, mani, piedi e braccia.
Diverse sono le cause che possono contribuire all’insorgere di questa condizione e comprendono certo anche particolari disfunzioni circolatorie ma più frequentemente squilibri nutrizionali e carenza di attività fisica.
Il principale responsabile della ritenzione idrica (linfedema periferico) è quindi uno stile di vita errato e, in particolar modo, una dieta scorretta facilita la comparsa dell’infiammazione dovuta al cibo.
Infatti in questo caso l’organismo riversa nei tessuti molli (gambe, caviglie e dita tra le prime) notevoli quantità di liquidi, con lo scopo di ridurre la concentrazione delle citochine infiammatorie prodotte da una errata alimentazione.
Vanno sempre ovviamente escluse le patologie linfatiche o circolatorie più significative e le eventuali gravi carenze nutrizionali.
Cosa fare
Il dosaggio delle citochine infiammatorie correlate al cibo (quali BAFF e PAF) con un test specifico come Recaller o BioMarkers e la definizione del Profilo Alimentare individuale, consentono di impostare una dieta di rotazione che riducendo l’infiammazione porterà di conseguenza al controllo del gonfiore.
Spesso questo contribuisce anche al controllo della pressione sanguigna, direttamente collegata all’equilibrio dei liquidi nei diversi compartimenti corporei.
Una dieta personalizzata può portare molti benefici sia per molti disturbi infiammatori sia per specifiche condizioni come la gravidanza.
Altri suggerimenti
Il corretto approccio nutrizionale comprende il giusto consumo di frutta e verdura e l’impostazione di una dieta adatta ad attivare il metabolismo. Una moderata attività fisica costante, come una bella corsa, una lunga passeggiata o una nuotata, è sempre utile e resta controindicata solo in corso di flebite o di tromboflebite acuta.
Nello specifico della dieta, una delle cause più frequente della ritenzione idrica è il consumo eccessivo di sale, che purtroppo si trova in molti cibi consumati quotidianamente.
Questo fattore è molto importante per le persone che sono particolarmente sensibili al sodio, in quanto può portare anche un aumento della pressione sanguigna.
In questo caso sarà necessario limitare l’uso eccessivo di formaggi, pane, cracker, salumi e condimenti sfruttando l’eventuale supporto di sali di Potassio e di Magnesio, o di alcune sostanze naturali con specifica azione sulla circolazione (soprattutto antiossidanti) che possono contribuire favorevolmente a contrastare il ristagno di fluidi.
Haesculus ippocastanus, Esperidina, picnogenolo e vitamina C sono utili per il buon mantenimento delle pareti venose.