Diabete e resistenza insulinica: salvi con il Magnesio
Il ruolo fondamentale del Magnesio nella regolazione di numerose funzioni ormonali e metaboliche va analizzato da almeno due punti di vista: quello legato alla regolazione di segnale e quallo legato alla sua funzione di cofattore enzimatico.
Sull’azione enzimatica non ci sono dubbi, e due recentissimi lavori (ma potremmo citarne un numero elevato che vanno nella stessa direzione) hanno ribadito e confermato il suo ruolo nel controllo della insulinoresistenza e nella prevenzione del diabete come della sua relazione con il livello di infiammazione dell’organismo.
Il primo lavoro pubblicato in questi giorni conferma che l’integrazione di Magnesio fa bene comunque all’organismo, riesce a ridurre la resistenza insulinica e può prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 2 indipendentemente dal valore di Magnesio presente nel sangue (Mooren FC et al, Diabetes Obes Metab. 2011 Mar;13(3):281-4. doi: 10.1111/j.1463-1326.2010.01332.x). Il secondo lavoro, pubblicato su Diabetes Care nel dicembre 2010 riconferma la relazione inversa tra assunzione di Magnesio e sviluppo longitudinale di diabete di tipo 2 correlandolo alla sua azione di controllo dell’infiammazione (Kim DJ et al, Diabetes Care. 2010 Dec;33(12):2604-10. Epub 2010 Aug 3).
Altri lavori hanno cercato di remare contro a questa indicazione con qualche artificio comunicativo, come un lavoro statunitense pubblicato in gennaio di quest’anno che sancisce la apparente inutilità del Magnesio; il lavoro (Kauffman RP et al, Acta Obstet Gynecol Scand. 2011 Jan 4. doi: 10.1111/j.1600-0412.2010.01067.x. [Epub ahead of print]) percorre una di quelle strade filosofiche contorte che appaiono studiate a priori, e che sviluppano però un effetto di comunicazione potente sulla gente.
Il lavoro infatti non dice che il Magnesio non ha effetto, anzi si guarda molto bene dal discuterne, dice solo che il livello di magnesio nel sangue non è mai cambiato in nessuna delle persone che hanno seguito gli esperimenti di integrazione. L’inesperto sarebbe portato a pensare che quindi è inutile usare il magnesio, mentre la verità è che il magnesio che agisce nell’organismo non è quello che si può misurare con un semplice prelievo; il Magnesio utile è dentro alle cellule e una posibile via per misurarlo sarebbe il suo livello endocellulare (ad esempio si misura nei Globuli Rossi).
È davvero rilevante riconoscere che le diverse azioni del Magnesio si possono verificare indipendentemente dalla variazione della magnesiemia che non può quindi essere usato come parametro di riferimentoper decidere una eventuale integrazione nutrizionale.
Il ruolo legato alla potente azione del Magnesio sulla regolazione dei segnali di superficie della cellula rende conto invece della possibile interferenza sul sistema nervoso, sull’umore, sulla sindrome premestruale, sulla stanchezza e su altri aspetti di regolazione.
Per avere idea di quanti farmaci agiscano in modo da potere alterare questo equilbrio basta pensare agli Inibitori di Pompa Protonica (che alterano la pompa Sodioo/Potassio nella cellula) ormai stra-usati nella pratica clinica, e ai diuretici, oltre che ai Calcio Antagonist e al vituperato eccesso di utilizzo del Calcio come integratore quasi obbligatorio (anche quando non ce n’è alcun bisogno) in qualsiasi donna che abbia più di 40 anni.
Ecco perché questo minerale ha da sempre e continuerà a mantenere nel tempo un ruolo basilare per il mantenimento della salute e per la sua riconquista.