Più noci nella dieta salvano dal cancro del colon e non solo dall’Alzheimer
Spesso, nelle trasmissioni di Radio 24 cui partecipo con Nicoletta Carbone e Debora Rosciani, vengo chiamato “dottor noce” perché da anni discuto delle potenti azioni preventive di questo frutto.
E se un tempo ne ragionavo soprattutto per la sua importante azione protettiva sull’Alzheimer e sulla demenza senile, oggi se ne può parlare facendo riferimento anche alla azione protettiva sulle recidive del tumore del colon.
Si tratta della seconda forma tumorale più diffusa, quindi pensare che la semplice assunzione di noci in misura ragionevole (parliamo di almeno 12-15 noci alla settimana) possa determinare una riduzione della mortalità di oltre il 50% deve fare pensare a quanto l’alimentazione possa davvero incidere sulle risposte cliniche di ogni organismo.
A dispetto di chi cerca di sostenere che la nascita del cancro sia solo legata alla genetica e alla “sfortuna”, questo tipo di ricerche conferma l’importanza dei cambi di comportamento e della alimentazione nella capacità di difendersi dalle malattie, prevenirle e spesso guarirle.
Fin dall’aprile del 2015 una metanalisi effettuata su oltre 350.000 persone dall’italiano Giuseppe Grosso e pubblicata sull’American Journal of Nutrition ha evidenziato l’azione protettiva delle noci non solo sulle forme tumorali, ma anche sulle malattie cardiovascolari e sulla mortalità da tutte le cause (Grosso G et al, Am J Clin Nutr. 2015 Apr;101(4):783-93. doi: 10.3945/ajcn.114.099515. Epub 2015 Feb 4). Con Grosso ho avuto il piacere di pubblicare su Public Health Nutrition nel febbraio 2017 una ricerca sugli effetti delle leguminose nella prevenzione della malattia cardiovascolare, che ha confermato, anche in questo caso, l’evidenza di importanti benefici.
Le noci fanno parte anche della dieta mediterranea ed è interessante che uno studio pubblicato su Nutrients nel maggio 2017 ha verificato che anche degli anziani australiani sono in grado di seguire con efficacia una dieta mediterranea, ricavandone congrui benefici, inserendo per almeno 6 mesi nella loro dieta le basi nutrizionali più importanti come vegetali, frutta, pesce, legumi, pesce, olio di oliva e appunto noci (Davis C et al, Nutrients. 2017 May 24;9(6). pii: E534. doi: 10.3390/nu9060534).
Le noci sono quindi tra le integrazioni più semplici e sicure.
Nella edizione di Repubblica del 23 maggio 2017 è riportata dalla giornalista Agnese Codignola una anticipazione della ricerca che il Dana Farber Cancer Center di Boston presenterà al all’imminente congresso dell’American Society for Clinical Oncology in programma dal 2 giugno a Chicago, spiegando che un consumo medio di circa 56 grammi di noci alla settimana (una noce sgusciata intera ne pesa circa 5) corrisponde una diminuzione del rischio di recidive del carcinoma del colon del 42% e di morte con questo correlata del 57% rispetto a chi non mangia noci.
Vale la pena di ricordare che i semi e i frutti oleosi come le mandorle o le noci sono in grado di proteggere da obesità e diabete e hanno, come già segnalato, una potente azione preventiva sull’Alzheimer e sulla demenza senile.
Per chi avesse dei dubbi, la ricerca scientifica ha inoltre già confermato che pur in presenza di un colon indebolito da diverticoli o da una malattia degenerativa, noci e semi oleosi possono essere mangiati con serenità e con gusto (masticandoli bene).
Di fronte a tante segnalazioni positive, scoprire che qualcuno non mangia le noci o i semi oleosi adducendo le motivazioni più strane fa sempre un certo effetto… C’è a disposizione un dono della natura che grazie al suo contenuto in proteine vegetali aumenta piacevolmente il contenuto proteico della dieta, e migliora la sensibilità insulinica.
Le noci apportano inoltre oli sani che migliorano l’efficienza cerebrale e soprattutto sono buone e si adattano ad integrare quasi qualsiasi tipo di piatto, dalla prima colazione alla cena.